"Mede, feudo e regalie dal 1654 al 1685" (1585 - 1740)
18 unità archivistiche di primo livello collegateSerie
Il titolo composto da 18 unità, comprende materiale documentario relativo alle liti sorte tra i conti confeudatari di Mede, sia per questioni di dazio, di regalie e giurisdizioni sulle terre, che per il diritto di eleggere il parroco di Mede.
Nel 1588 tra i due pretendenti a ricoprire il ruolo di parroco, Bucino Zaccaria e Andrea Bottigella, fu nominato quest'ultimo. Nel 1610 gli successe il rev. Francesco Brizio; alla sua morte, avvenuta il 10 novembre 1655, alcuni conti presentano Francesco Geronimo Enriotto, altri don Carlo Zaccaria, rettore di Castellaro de' Giorgi.
Alla fine si arriva ad un 'componimento in via amichevole' e viene nominato il reverendo Gerolamo Brizio.Si ritorna a trattare della causa Zaccaria, ricordando gli antichi privilegi, il compromesso sottoscritto dai conti nel 1504, secondo il quale le terre concesse non potevano essere nè vendute, nè alienate se non tra i conti confeudatari o per discendenza legittima in linea maschile, in mancanza di ciò si dovevano suddividere tra i conti legittimi e le loro famiglie.
Questa causa si protrae per lunghi anni e Francesco Gerolamo Zaccaria che si ritrova a carico una numerosa famiglia, avendo '4 figlie da marito', chiede che la causa possa chiudersi con urgenza essendo 'in stato di grandissima urgenza' e supplica di riavere quella parte di feudo e di dazi detenuti illegittamente dai Gorrani, dai Guizzardi e da altri conti consorti.Viene messa in discussione ancora la dote di Arcangela Zaccaria, andata in sposa nel 1502 al capitano Giovanni Maria Luneri, portando in dono la quinta parte del feudo e dei dazi di Mede spettanti agli Zaccaria. La dote dapprima fu approvata dal duca di Milano e dai conti di Mede anche con la possibilità di estenderla agli eredi legittimi. Quando il ducato di Milano passò a Carlo V, il figlio di Giovanni Maria Luneri, Pietro Francesco, prestò giuramento di fedeltà come gli altri conti, giuramento ratificato dal notaio Bartolomeo Bono, in data 7 ottobre 1541. Ma nel 1652 fu rimessa in causa la legittimità della discendenza in linea femmile dei Luneri dagli Zaccaria e Giovanni Pasquerio Luneri, possessore della porzione di feudo portata in dote da Arcangela, fu spogliato dei beni. Ora il figlio di questi, Fabio, in data 26 marzo 1678, chiede, mediante una supplica al Senato, di essere integrato nelle legittime proprietà e di essere risarcito.
Sono comprese alcune carte riguardanti i conti Sangiuliani, tra cui una lettera del conte Giovanni Battista Guizzardi in risposta al notaio Pompeo Sesti di Mede che gli chiedeva un parere favorevole affinchè la casa Sangiuliani entrasse 'nelle ragioni del feudo di Mede', come erede di Carlo Zaccaria. Il Guizzardi si dichiara favorevole, ma rimette la questione al conte Gorrani, in quanto detiene la maggior parte dell'estimo feudale.
Seguono atti di vendita di terre e di dazi approvati dal duca di Milano.
Le schede 139 ( Cav.48.18 ) e 140 ( Cav. 48.19 ) sono state inserite in un secondo momento nell'inventario americano.
Codici identificativi:
- MIBA003214 (PLAIN) | Annotazioni: Verificato il 18/10/2013
Link risorsa: http://lombardiarchivi.servizirl.it/groups/UniPV_Cen-/fonds/5837