66 |
Milanino 1911 (1911) MIMI_001, ..., MIMI_005 |
67 |
In Memoriam - Luigi Buffoli (1914 novembre 8) MIBU_001, ..., MIBU_008 |
68 |
Milanino Guida-Orario estate 1913 (1913) MIGU_001, ..., MIGU_004 |
69 |
La costruzione delle città giardino e dei sobborghi popolari (1911) MICO_001 |
70 |
Milanino – propaganda pei villaggi giardino e sobborghi in Italia (1909 novembre) MIUN_001, ..., MIUN_004 |
71 |
Il mio nido!... Quartiere Regina Elena al Milanino (1911 giugno) MINI_001, ..., MINI_005 |
La costruzione delle città giardino e dei sobborghi popolari (1911)
Unità
Tipologia: registro o altra unità rilegata
Segnatura definitiva: MICO_001
Relazione di Luigi Buffoli al secondo Congresso Nazionale per le Case Popolari – Roma 29-31 ottobre 1911 – fascicolo a stampa.
Buffoli apre notando con piacere che l’aver posto a tema l’iniziativa del Milanino significa che, come doveroso, il congresso vuole considerare anche l’aspetto qualitativo della soluzione al problema della penuria di alloggi a basso costo, sì che la casa diventi davvero_ “un elemento di maggiore civiltà”_.
L’esperienza di Letchworth, non perfettamente riuscita (dopo 8 anni conta solo settemila abitanti), dimostra che l’idea di Howard di fondare da zero una città con tutto quello di cui ha bisogno, è poco praticabile. Anche al congresso dell’anno scorso a Londra prese corpo l’idea di assumere nei piani regolatori per lo sviluppo di città esistenti i concetti base della città giardino: case piccole, verde diffuso, limite di edificabilità per unità di superficie.
Ecco quindi che il sobborgo giardino appare come la soluzione migliore: infatti “la casetta isolata per uso di una sola famiglia e fornita del suo giardinetto e di tutti i generali servizi costituisce l’ideale della abitazione umana” se collocata vicino alla città di cui continua a far parte integrante. In città infatti l’eccessivo costo del terreno la renderebbe inaccessibile alle classi meno agiate.
Circa i costi delle casette piccole, normalmente ritenuti superiori a quelli dei grandi caseggiati e quindi con costi di affitto per molti insostenibili, l’esperienza del Municipio di Milano e del suo ICP dimostra invece che il costo per locale alla fine è paragonabile a quello delle casette del Milanino. Lo stesso si è verificato nelle esperienze all’estero, realizzate a vantaggio degli operai ma anche impiegati, piccoli commercianti e professionisti.
La chiave di volta sta nella predisposizione di un piano regolatore generale che fissi le caratteristiche dell’intero quartiere non di una singola area. E questo presuppone un unico Ente proprietario di tutto il terreno. Questo perché la legge in Italia oggi riconosce agli enti pubblici la possibilità di definire la rete di strade ma è ben difficile che essi possano “vincolare il privato ad adottare tipi speciali di costruzione e a attenersi a norme fortemente limitatrici del suo diritto di proprietà”.
Non è un problema di disponibilità economiche, visto che già oggi i comuni investono somme ingenti per acquisire terreni costosi in città su cui costruiscono grandi caseggiati e quartieri operai, invece di pensare a sobborghi giardino fuori città.
Il problema della distanza va risolto con comunicazioni rapide ed economiche. Se l’ente pubblico non vuole assumersi la responsabilità della creazione di un sobborgo giardino, deve quanto meno partecipare “col dare incremento e favorire le comunicazioni lasciando a enti privati la cura di provvedere al resto”.
Le imprese cooperative sono le più adatte per questo compito perché “solo in tal modo si crea tra i vari interessati una solidarietà a cordialità di rapporti indispensabili per una buona riuscita”. L’esperienza dell’Unione Cooperativa con il Milanino lo dimostra: ogni abitante è anche socio e quindi comproprietario dell’impresa. Poi la Cooperativa inquilini del Milanino, con le sue abitazioni offerte in affitto a prezzi modici, ha proprio “il compito di dimostrare come il sobborgo giardino possa benissimo giovare anche alle classi strettamente operaie”.
In sintesi, le esperienze fino ad oggi maturate si possono riassumere in:
- Invece della Città Giardino meglio il Sobborgo Giardino, quindi bisogna assumere nei piani regolatori per lo sviluppo di città esistenti i concetti base della città giardino: case piccole, verde diffuso, limite di edificabilità per unità di superficie.
- Il sobborgo giardino è la migliore soluzione al problema delle abitazioni nelle grandi città
- La formazione di un sobborgo giardino è possibile se c’è un unico proprietario dell’intera area
- Se non è il Comune ad assumere l’iniziativa, esso deve provvedere almeno alla realizzazione di mezzi di comunicazione con il centro città rapidi ed economici.
- Queste iniziative devono essere favorite da provvedimenti legislativi adeguati.
Clicca qui per sfogliare il testo
__
Città Giardino, Garden City
Milanino
Unione Cooperativa
Luigi Buffoli
Cooperativa Inquilini di Milanino
Cusano Milanino
__
Consistenza:
fascicolo di 16 pagine, formato circa A4
Tipologia fisica: fascicolo
Supporto: carta
Compilatori
- Inserimento dati: Gabriele Marazzini - Data intervento: 04 dicembre 2022
Immagini
Link risorsa: http://lombardiarchivi.servizirl.it/groups/cusanostoria/fonds/129180/units/1591654