Congregazione di carità di Figino Serenza ( 1862 - 1937 1862 - 1937 )

Tipologia: Ente

Tipologia ente: Ente di assistenza e beneficenza

Sede: Figino Serenza

Codici identificativi

  • MIDB000E6F (PLAIN) [Verificato il 22/10/2013]

Profilo storico / Biografia

Per le informazioni essenziali di carattere istituzionale sulla congregazione di carità si veda il profilo generale accessibile da questa scheda (link Collegamenti).
Premessa storico-istituzionale
L’origine e la storia delle istituzioni di assistenza e di beneficenza di Figino Serenza si sovrappongono con la storia parrocchiale, ai cui archivi è necessario attingere per ricostruirne le vicende.
Le esigue e frammentarie notizie pervenuteci per mezzo degli atti conservati nel fondo della Congregazione di carità non sono sufficienti per testimoniare in modo esaustivo e cronologicamente completo l’stituzione e le fondiarie, l’operato di istituzioni precedenti alla Congregazione e l’amministrazione dei legati prima del XIX secolo. Il nucleo principale delle carte comprende, infatti, documentazione successiva all’epoca napoleonica, con alcuni precorsi, quali copie di atti istitutivi di legati e allegati alle pratiche, risalenti anche al XVII secolo.
Le prime informazioni rilevanti per la ricostruzione delle vicende amministrative risalgono al 1828/29, cioè all’epoca in cui i LL.PP. di Figino persero l’autonomia amministrativa.
Con il Processo Verbale del 13 agosto 1829 dell’I.R. Aggiunto Commissario distrettuale di Mariano (1) e la successiva ordinanza delegatizia 23 settembre 1829 n. 20527/570, comunicata alla Deputazione comunale di Figino con nota commissariale del 11 ottobre 1829, n. 1907 (2) si rese esecutivo il passaggio dell’amministrazione dei LL.PP., allora concentrata nelle mani dell’unico amministratore Capeletti (o Capelletti) Angelo, alla Deputazione comunale di Figino, con conseguente passaggio degli atti d’archivio e concentrazione delle rendite.
In epoca di poco anteriore a quella data l’ente elemosiniero era già stato interessato da mutamenti amministrativi importanti: dal 1808, ma probabilmente anche da epoca anteriore, fino al 1820 i legati pii erano stati gestiti da un’unica Congregazione di carità di Carimate e Figino in corrispondenza con l’unione amministrativa delle due municipalità (3). L’amministrazione aggregata venne meno con la “segregazione delle due Comuni…col 1820” e a partire dal 1 gennaio 1821 la gestione passò al parroco di Figino, allora don Antonio Cimbardi, in virtù di alcuni disposti testamentari, insieme ad altri membri laici. Nel 1826 gli successe una nuova amministrazione concentrata nelle mani di Angelo Capeletti.
Le gravose incombenze proprie di un’amministrazione complessa e articolata, viste anche le ingerenze dell’amministrazione parrocchiale nell’erogazione di alcuni legati, resero presto troppo impegnativa per un’unica persona la gestione dei LL.PP. sì da costringere il Capeletti alle dimissioni; nel citato Verbale del 13 agosto 1829 si legge: “il più volte nominato amministratore sig. Capelletti ha fatto registrare per ultimo come, attese le circostanze di sua famiglia, non si trova in grado di continuare nell’amministrazione a lui affidata dei LL.PP. EE. di Figino desiderando di esserne sollevato”. Anche al Capeletti vennero, in seguito imputate, responsabilità di cattiva amministrazione: in comunicazioni della nuova amministrazione alle autorità sentiamo accusare l’amministrazione precedente di “trascuranza” (4) nella gestione dei legati ed accennare a “verificati disordini passati in amministrazione al Comune” (5); la nuova terna di amministratori proposta alle autorità (due deputati comunali ed il parroco don Cimbardi) era ritenuta “più opportuna per probità e capacità” (6).
La gestione appariva già prima del 1829 piuttosto approssimativa, con arretrati e irregolarità nell’adempimento dei legati, nell’erogazione delle rendite e nell’amministrazione dei beni di ragione dei LL.PP.; l’amministrazione comunale subentrante cercò di sanare la situazione ereditata ricorrendo in giudizio contro gli affittuari degli immobili per inadempienze, procedendo all’incameramento di alcune rendite, con una loro conseguente riconversione in rendite pubbliche, e alla regolarizzazione in via legale dell’amministrazione di alcuni legati dotali, con rivalse anche nei confronti del parroco.
All’atto del passaggio amministrativo del 1829 l’ente aveva in carico i seguenti legati:
- Legato delle doti o Legato Figini istituito con testamento del 12 febbraio 1634 da don Pietro Figini, consistente in rendita dotale sul fondo in Figino detto Tagliamacco;
- Legato San Pietro in Civate istituito con atto di donazione del 6 aprile 1657 da Francesco Meraviglia consistente in rendita per un pellegrinaggio presso l’omonima chiesa e gravante su alcuni fondi in Figino (terreno detto Ronco, poi sostituito dal fondo Campagnola, Arquello, Vignolo ai Ronchetti ed Orto) (7);
- Legato Madonna del Monte istituito sempre da Francesco Meraviglia e consistente in rendita per un pellegrinaggio l’omonio santuario, gravante su una casa in Figino posta al n. di mappa 697 (8);
- Legato Ratti istituito con testamento del 18 novembre 1780 da don Giovanni Battista Ratti per la distribuzione di elemosine ai poveri.
Presto si sommarono altri legati:
- Legato Casnati disposto con instrumento del 24 marzo 1814 da Casnati Francesco per tre doti annue e un legato di culto;
- Legato Radice istituito con testamento del 1° agosto 1842 di Radice Amalia in Introzzi per la distribuzione di elemosine e medicinali;
- Legato Orsenigo Ferdinando istituito con testamento del 13 settembre 1847 per elemosine e legati di culto;
- Legato Fusi fondato con instrumento del 22 dicembre 1852 da Fusi Maria in Orsenigo per la distribuzione di pane ai poveri nel giorno di Natale e obblighi di culto (9).
Con il passaggio nel 1859 al governo sabaudo si rese necessario, in ottemperanza alle più recenti disposizioni normative, regolarizzare la situazione anomala dell’amministrazione dei LL.PP. di Figino, ristabilendone l’autonomia amministrativa, nuovamente emancipata da quella comunale.
Nel corso della seduta del Consiglio comunale del 20 novembre 1860 furono nominati i quattro membri della Congregazione di carità (e tra questi ancora il parroco) (10).
L’insediamento ufficiale della rinnovata Congregazione di carità risale al 5 aprile 1862 quando con verbale d’insediamento viene consegnato lo stato di cassa nonchè le carte e i titoli riferibili ai diversi legati e opere pie con cui cessò di fatto ogni ingerenza della giunta nell’amministrazione dei pii istituti. (11)
In forza della legge 3 agosto 1862, n. 753 sulle opere pie, a Figino Serenza fu nominato un nuovo Consiglio d’amministrazione, composto da quattro membri, di cui continuava a far parte il parroco locale; ne seguì un’ulteriore ufficiale insediamento con la consegna dei documenti d’archivio e delle restanze attive e passive a tutto il 31 dicembre 1862 (12).
Con la legge crispina del 17 luglio 1890 n. 6972 lo Stato italiano intervenne nuovamente nell’organizzazione della beneficenza elemosiniera, con l’intenzione di rendere più economiche le amministrazioni, semplificare il lavoro degli amministratori, omogeneizzare e razionalizzare l’intervento statale in campo benefico. La conseguenza più evidente fu il concentramento delle istituzioni elemosiniere nelle Congregazioni di carità.
Nella Congregazione di Figino Serenza furono concentrate l’Opera pia Orsenigo Ferdinando e l’Opera pia Legato Cattaneo. Tale legato, fondato da Cattaneo Guglielmo con testamento del 26 settembre 1300, stabiliva la conversione per la distribuzione di viveri e pane ai poveri alla vigilia di Natale di una quota della decima prebendale versata dai signori locali alla parrocchia; il legato, amministrato dal parroco venne dapprima commutato e poi concentrato nella Congregazione (1901) prima di essere affrancato nello stesso anno.
Ai legati si aggiunsero presto altri lasciti occasionali in denaro finalizzati (Lascito Orsenigo Giuseppe e Lascito Orsenigo Piloni Maria).
Alcuni provvedimenti normativi emanati negli anni Venti del secolo scorso determinarono una maggiore ingerenza delle autorità tutorie nell’amministrazione della beneficenza locale: con il Regio decreto n. 2841 del 30 dicembre 1923 e la successiva riforma della L. 17 giugno 1926 n. 1187 la Congregazione venne portata a cinque membri (patroni), dei quali tre di nomina governativa e due di nomina comunale, oltre a un presidente scelto fra i suoi membri (13); seguo a poco tempo nuove leggi (1928) contenenti norme per la costituzione del Comitato dei patroni.
Nel frattempo la Congregazione assumeva su di sé, accanto agli obblighi di assistenza dotalizia ed elemosiniera tradizionali, l’onere di sovvenzionare in parte neo istituiti organi benefici, quale l’ONMI (Opera Nazionale Maternita e Infanzia) cui erogava contributi periodici.
Al 1935 risale il primo e unico statuto approvato della Congregazione di carità di Figino. Il suo patrimonio ammontava allora a £. 54.566 e 62 centesimi, cui si sommava una rendita annua di £. 2.264 e 90 centesimi;
esplicava ancora la sua azione con le rendite dei seguenti lasciti:
- Legato Maria Fusi (costituito in ente morale nel 1858);
- Legato Orsenigo Ferdinando (costituito in ente morale nel 1898 e opera pia aggregata);
- Legato Luoghi Pii di Figino e adeale fondo Tagliamacco (comprendente tutti gli altri legati e lasciti).
La Congregazione di carità di Figino venne sciolta nel 1937 quando, con la legge del 3 giugno 1937 n. 847 le Congregazioni di Carità vennero soppresse a livello nazionale e sostituite dall’ECA (Ente comunale di assistenza), in cui furono concentrate le istituzioni pubbliche di assistenza e beneficenza di ogni Comune.
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Note
(1) Processo Verbale commissariale del 13 agosto 1829 in Archivio della Congregazione di Carità e dell’Ente comunale di assistenza di Figino Serenza (CO), Sezione Congregazione di carità-carteggio, Patrimonio e gestione, b. 3, fasc. 1. D’ora in poi il presente fondo verrà indicato con la sigla ACdC/ECA.
(2) Ordinanza delegatizia del 23 settembre 1829 e contestuale ordinanza commissariale del 11 ottobre 1929 in ACdC/ECA, Sezione Congregazione di carità-carteggio, Patrimonio e gestione, b. 2, fasc. 3, sottofasc. 2.
(3) Dal 1802 fino alla compartimentazione territoriale del Regno Lombardo-Veneto del 1816 il Comune di Figino rimase aggregato a quello di Carimate. Regione Lombardia (a cura di), Le istituzioni storiche del territorio lombardo. XIV-XIX secolo, vol. Como, Milano, 2000, p. 184; cfr anche Elenco degli atti consegnati alla nuova amministrazione allegata al citato Verbale commissariale del 13 agosto 1829.
(4) Lettera alla Commissaria Distrettuale di Cantù del 7 luglio 1838 in ACdC/ECA, Sezione Congregazione di carità-carteggio, Patrimonio e gestione, b. 2, fasc. 3, sottofasc. 1.
(5) Lettera alla Commissaria distrettuale di Cantù del 12 ottobre 1848 in ACdC/ECA, Sezione Congregazione di carità-carteggio, Amministrazione, e generale, b. 1, fasc. 1.
(6) Comunicazione della rinuncia del Capeletti e della nomina della terna amministrativa del 22 novembre 1829 in ibidem, Patrimonio e gestione, b. 2, fasc. 3, sottofasc. 1.
(7) Per un utile riassunto della vicenda consulta Carteggio tra il Delegato arcivescovile di Figino Serenza ed il Sindaco (1900) in ACdC/ECA, Sezione Congregazione di carità-carteggio, Patrimonio e gestione, b. 2, fasc. 3, sottofasc. 2.
(8) Con decreto del 4 vendemmiale anno X repubblicano (27 settembre 1801) n. 262 del Dipartimento dell’Olona fu stabilito che la rendita proveniente da entrambi i legati di culto venisse destinata al pagamento del medico-chirurgo condotto comunale. Cfr. ibidem e atti relativi al passaggio amministrativo del 1829 già citati.
L’interpretazione dei disposti originari e dei provvedimenti repubblicani causarono controversie con il parroco, che già nel 1829 rivendicava lo scopo di culto dei lasciti, mentre il subentro dell’amministrazione comunale, a sua volta beneficiaria in seguito al decreto del 1801, determinò confusione nella gestione delle rendite, tanto che il Comune ne considerò in seguito scontato l’incameramento. Ancora nel 1845, però, il Commissario distrettuale scrive al Primo deputato comunale che “li detti beni” stabili parte dei due legati “sono di proprietà della Causa pia”. Comunicazioni del 27 maggio 1845 in ibidem , Amministrazione, b. 1, fasc. 1. Vedi anche Marzorati L., Quel borgo. Notizie storiche sull’origine e sviluppo di Figino Serenza, paese della Brianza Occidentale, Figino Serenza, 1975, pp. 163 – 166.
(9) Spesso i decreti ufficiali di istituzione e/o costituzione in ente morale sono successivi.
(10) Seduta del Consiglio comunale del 20 novembre 1860, in Archivio storico del Comune di Figino Serenza (CO), Sezione ottocentesca, titolo 5 (Convocato e consigli), b. 11, fasc. 1; la L. cui si fa riferimento è quella del 20 novembre 1859.
(11) Verbale d’insediamento della Congregazione di carità del 5 aprile 1862 in ACdC/ECA, Sezione Congregazione di carità-carteggio, Amministrazione generale, b. 1, fasc. 3.
(12) Verbale di consegna degli atti della Congregazione di carità del 9 marzo 1863 ibidem.
(13) Vedi in ibidem, b. 1, fasc. 9 per quanto riguarda la nomina e l’insediamento delle amministrazioni di quegli anni.

Complessi archivistici

Profili istituzionali

Soggetti produttori

Fonti

  • Antoniella 1979 = A. Antoniella, L'archivio comunale postunitario. Contributo all'ordinamento degli archivi dei comuni, Firenze, Giunta regionale toscana e La Nuova Italia, 1979
  • Civita, Como = Le istituzioni storiche del territorio lombardo. XIV - XIX secolo. Como, Progetto CIVITA, Regione Lombardia - Amministrazione provinciale di Como, Milano, 2000, repertoriazione a cura di Domenico Quartieri con la collaborazione di Loredana Menichetti

Compilatori

  • Sonia Gliera