Ente comunale di assistenza di Castelcovati - ECA ( 1937 - 1977 )

Tipologia: Ente

Tipologia ente: Ente di assistenza e beneficenza

Sede: Castelcovati

Codici identificativi

  • MIDB0010B2 (PLAIN) [Verificato il 22/10/2013]

Profilo storico / Biografia

La commissione amministratrice dell’Eca di Castelcovati tenne la sua prima seduta il 24 luglio 1937 (1). A quella data essa era composta dal podestà Guido Angelini, che ricopriva la carica di presidente, Franco Tomasoni, delegato del segretario del fascio, Caterina Carmeli, segretaria del fascio femminile. Successivamente, dalla seduta del 27 giugno del 1938 (2), presero parte alla commissione anche i rappresentanti delle organizzazioni sindacali.
Inizialmente l’ente cercò di far fronte alle necessità dei bisognosi attraverso la distribuzione regolare di pasti, generi alimentari, capi di vestiario e legna. L’assistenza in denaro era ammessa solo in via straordinaria e a titolo di concorso al pagamento degli affitti.
Così nel periodo compreso tra il primo luglio 1938 e il 30 giugno 1939 furono spese 1500 lire per somministrare refezioni calde a 120 bambini ammessi al “Rancio del popolo”; 8.494,05 lire per distribuire pane, pasta e carne a 413 bisognosi; 500 lire per acquistare la legna necessaria alla confezione delle minestre per i bambini frequentanti l’asilo d’infanzia. Ancora, il programma dell’attività assistenziale da svolgersi nel periodo compreso tra il luglio 1940 e il giugno 1941, oltre agli interventi suddetti, prevedeva la distribuzione di pacchi viveri in riso e farina di granoturco (a circa 450 persone) e di buoni latte (a 20), l’erogazione di sussidi in denaro a titolo di concorso per il pagamento degli affitti a indigenti, disoccupati e alle famiglie dei richiamati, nonché “spese speciali” dettate dallo “stato di emergenza”.
Con l’8 settembre e la successiva formazione della Repubblica di Salò, gli Eca vennero trasformati negli Enti di assistenza fascista (EAF). “Con circolare del commissario federale dell’11 dicembre 1943, emanata sulla base delle disposizioni del partito fascista repubblicano, venivano indicate le condizioni per il passaggio dell’assistenza ai combattenti e alle loro famiglie, ai sinistrati, agli sfollati, ai rimpatriati, ai meno abbienti, al costituendo Eaf. Si ordinava che al partito dovevano <<essere trasferiti, oltre ai servizi e ai relativi impianti, tutti i fondi o attività>> destinati all’assistenza generica. […] Ma già il 29 luglio 1944, con telegramma di Stato n. 449/ass., venne ordinato il passaggio delle attività assistenziali svolte dall’Ente di assistenza fascista all’Ente comunale di assistenza” (3) .
Dopo la caduta del regime, il r.d.l. 14 aprile 1944, n. 125, stabilì che ai comitati d’amministrazione degli Eca dovessero sostituirsi dei comitati su designazione della giunta municipale, con l’approvazione del prefetto. Tra i membri del comitato di amministrazione dell’Eca veniva scelto il presidente, che era rappresentato di solito dal sindaco dei comuni di appartenenza.
Nella seduta del 5 ottobre 1945 (4) il nuovo comitato amministrativo dell’Eca risultava formato da Guglielmo Festa, presidente, don Angelo Reccagni, Leopoldo Allocchio, Giacomo Amighetti e Antonio Onger, membri.
L’assistenza che l’ente erogava ordinariamente ai bisognosi consisteva nell’erogazione di sussidi mensili in denaro; straordinariamente sovveniva i ricorrenti con buoni viveri, indumenti e, ancora, con sovvenzioni in denaro per acquistare medicinali, pagare gli affitti e i trasporti agli ospedali. L’individuazione dei bisognosi avveniva mediante la formazione di elenchi che il comitato amministrativo rivedeva periodicamente al fine di aggiornarli quando si fosse verificata qualche variazione nello stato economico degli assistiti o fosse sopraggiunta qualche nuova istanza.
Al gennaio 1958 l’Eca corrispondeva mensilmente a 22 famiglie sussidi in denaro di entità compresa tra le 200 e le 1000 lire; inoltre, con una spesa mensile di 12.972 lire, sovveniva 23 famiglie a titolo di “maggiorazione del trattamento assistenziale” (5).
A quel tempo, già da molti anni, l’ente non amministrava più l’Asilo d’infanzia Quinto Capitanio che nel gennaio 1939 era stato decentrato e dotato di una propria commissione amministratrice. Amministrava invece il Ricovero vecchi “Spazzini Fabeni”, che aveva istituito con la sostanza lasciata da Alice Spazzini vedova Fabeni al fine di erigere una casa di ricovero per i vecchi indigenti del comune. Inaugurato il 25 ottobre 1853, inizialmente accoglieva soltanto donne di età superiore ai 65 anni ed era diretto da una religiosa appartenente alla famiglia delle Piccole suore della sacra famiglia. Al 1958 i ricoverati, uomini e donne, erano 10 e la direzione restava affidata alle sorelle Maria e Cesarina Mondini che non percepivano alcuna retribuzione in denaro ma godevano di vitto e alloggio gratuiti.
Ai sensi dell’art. 25 del d.p.r. 24 luglio 1977 n. 616, e della l.r. 9 marzo 1978 n. 23, gli Enti comunali di assistenza vengono soppressi e le loro funzioni, competenze, personale e beni sono trasferiti al comune in cui l’ente stesso ha sede.
Il 27 ottobre 1978 il Consiglio comunale di Castelcovati deliberava di istituire una Commissione consultiva provvisoria presieduta dall’Assessore all’assistenza per definire nei minimi particolari il passaggio dell’Eca al Comune (6).

Note
1. In Archivio dell’Ente comunale di assistenza (da questo momento AECA), unità 15.
2. Ibidem.
3. Le carte dei poveri. L’archivio della Congregazione di carità e la beneficenza a Chiari in età moderna e contemporanea, a cura di Sergio Onger, Grafo, 1999, Brescia, p.102
4. Ibidem, unità 197.
5. In Archivio storico comunale (ASCC), unità 283.
6. Verbale del Consiglio comunale, 27 ottobre 1978, unità 208.

Complessi archivistici

Profili istituzionali

Soggetti produttori

Fonti

  • Lepre 1998 = S. Lepre, Archivi diversi conservati negli archivi comunali, "Rivista storica del Lazio", VI/8, Roma, Gangemi editore, 1998
  • Antoniella 1979 = A. Antoniella, L'archivio comunale postunitario. Contributo all'ordinamento degli archivi dei comuni, Firenze, Giunta regionale toscana e La Nuova Italia, 1979

Compilatori

  • Debora Piroli (Archivista)
  • Roberta Gallotti (Archivista)