Congregazione di carità di Cantù ( 1865 - 1936 )
Tipologia: Ente
Tipologia ente: Ente di assistenza e beneficenza
Sede: Cantù
Codici identificativi
- MIDB001267 (PLAIN) [Verificato il 22/10/2013]
Profilo storico / Biografia
Le origini della Congregazione di carità di Cantù sono chiaramente delineate nel “proemio storico” dello statuto organico approvato il 5 dicembre 1907 (1). Da esso infatti si rileva che “la Congregazione di carità trae le sue origini dalle pie fondazioni della Scuola dei poveri sotto l’invocazione della Santissima Trinità e dell’Opera pia Negroni sotto il titolo della Misericordia, preesistenti al 1808”. In quell’anno “in esecuzione di reali decreti del 5 settembre e del 21 dicembre 1807” le pie fondazioni vengono unite coi legati Fossano, “sotto una sola amministrazione collegiale dal nome di Congregazione di carità, composta del Podestà amministratore del Comune, del Parroco proposto e di quattro altre persone, scelte tra le più probe del borgo”.
Con la riforma prevista dal dispaccio governativo del 24 agosto 1819, l’Amministrazione creata nel 1808 cessa e, a partire dal 1827, le istituzioni di beneficenza precedenti, con le nuove denominazioni prima di “Luoghi pii elemosinieri del borgo di Cantù”, poi di “Istituti pii elemosinieri”, vengono affidate ad un amministratore unico (2) e a due direttori (3).
Con legge 3 agosto 1862 n. 753, sull’amministrazione delle opere pie, viene istituita a Cantù, come in ogni Comune del Regno, la Congregazione di carità con lo scopo di curare l’amministrazione dei beni destinati all’erogazione di sussidi e altri benefici per i poveri. Le congregazioni sono anche incaricate dell’amministrazione delle opere pie preesistenti, la cui gestione sia loro attribuita dai rispettivi consigli comunali.
Dallo stesso “proemio” si evince che le due antiche istituzioni caritative vengono nuovamente concentrate nella Congregazione unitamente ai lasciti, legati e donazioni già ad esse storicamente appartenenti, anche se in parte costituiti da legati di culto.
Un tempo di pertinenza alla Scuola dei poveri di Cantù, della quale non si conosce né l’anno della fondazione né il nome del fondatore, confluiscono nella Congregazione i patrimoni dei seguenti legati e lasciti (riportati nell’ordine originario del “proemio”):
- Eredità di De Turati Francesco, disposta con testamento rogato il 27 settembre 1564 dal notaio Giovanni Paolo Marliani di Milano;
- Legato di Capiago Giovanni, canonico della Collegiata di Cantù, disposto con testamento rogato il 26 maggio 1630 dal notaio Vespasiano Carcano di Milano;
- Legato di Sola conte Gerolamo, disposto con testamento rogato il 3 febbraio 1663 dal notaio Carlo Antonio Rossetto di Milano, il cui scopo è la distribuzione di elemosine ai poveri di Cantù;
- Eredità di Veteri sac. Lodovico, disposta con testamento rogato il 4 marzo 1663 dal notaio Paolo Antonio Visconti, il cui scopo è l’erogazione di elemosine ai poveri della parrocchia di Montesolaro;
- Legato di Sola Francesco, disposto con testamento rogato il 27 maggio 1666 dal notaio Tommaso [Surzio], il cui scopo è la celebrazione di una messa annuale;
- Legato di Negroni da Ello Giacomo, colonnello del Reggimento di cavalleria Farnese di S.M. cattolica il Re di Spagna, disposto con codicillo del 24 gennaio 1791, rogato dal notaio Pietro Rusca di Milano, amministrato inizialmente dalla Parrocchia di S. Michele, il cui scopo è l’erogazione di soccorsi in denaro a poveri delle parrocchie di S. Michele e S. Paolo, con precedenza ai poveri della prima parrocchia;
- Eredità di Caldarini sac. Giacomo, proposto della chiesa di San Paolo di Cantù, disposta con testamento del 1 settembre 1813, rogato il 30 novembre 1813 dal notaio Baldassarre Valtellina di Cantù, il cui scopo è l’assistenza ai poveri della parrocchia di S. Paolo di Cantù;
- Legato di Maiocchi sac. Carlo Gerolamo, parroco della chiesa di San Michele, disposto con testamento del 19 marzo 1827, il cui scopo è l’assistenza ai poveri della parrocchia e dal quale trae origine l’Opera pia Maiocchi;
- Legato di Caldarini sac. Gioachino, disposto con testamento del 9 giugno 1827, rogato dal notaio Baldassarre Valtellina, il cui scopo è l’assistenza ai poveri di Cantù;
- Donazione di Salterio Antonio, disposto con atto tra vivi del 3 novembre 1833, “senza precisa determinazione di scopo”;
- Legato di Montanara Tranquillino, disposto con testamento del 6 luglio 1831, il cui scopo è la distribuzione di medicinali ai poveri di Cantù e in particolare di Vighizzolo;
- Legato di Macchi sac. Carlo Gerolamo, canonico della Collegiata di S. Paolo di Cantù, disposto con testamento del 27 giugno 1831, “senza precisa determinazione di scopo”;
- Legato di Lambertenghi Maria vedova Montorfano, disposto con testamento dell’8 gennaio 1820, il cui scopo è l’assegnazione annua di una dote a fanciulle di Cantù;
- Legato di Salterio Daniele, disposto con testamento del 5 luglio 1840, “senza precisa determinazione di scopo”;
- Legato di Pogliani Giovanni Maria, disposto con testamento del 3 maggio 1845, il cui scopo è l’assistenza ai “bisognosi cronici” di Cantù che abbiano superato sessant’anni d’età;
- Legato di Villa Giuseppina in Pogliani, disposto con testamento dell’11 febbraio 1848, il cui scopo è l’assistenza ai poveri della parrocchia di S. Michele di Cantù;
- Legato di Pogliani Luigi, disposto con testamento del 25 gennaio 1845, a favore della parrocchia di S. Michele;
- Legato di Cabiati Giovanna, vedova Pogliani, disposto con testamento del 12 novembre 1852, per l’assistenza ai poveri della parrocchia di S. Michele;
- Legato di Carminati sac. Bartolomeo, coadiutore titolare della parrocchia di S. Paolo di Cantù, disposto con testamento del 7 maggio 1854, a favore delle parrocchie di S. Paolo, di S. Michele e di S. Teodoro di Cantù e per l’assistenza ai poveri infermi delle tre parrocchie;
- Eredità di Carpani Teresa vedova Porta, disposta con testamento orale e “ricevuto negli atti dell’I.R. Pretura di Como dei giorni 21 e 30 gennaio 1858”, per l’assistenza ai poveri della parrocchia di S. Michele di Cantù.
Anche l’altra storica istituzione di beneficenza canturina preesistente alla Congregazione di carità, l’Opera pia Negroni di Cantù, è oggetto di numerosi e cospicui lasciti e legati a proprio favore.
Istituita da Carlo Antonio Negroni da Ello, canonico della chiesa collegiata di San Paolo di Cantù, con testamento del 28 aprile 1760 rogato dal notaio Federico Rainoni di Milano, la pia causa persegue scopi assistenziali in diversi ambiti. Per quanto riguarda l’istruzione deve “fare scuola pubblica, erudire nella lingua latina ed insegnare a leggere, scrivere e far conti a dodici poveri fanciulli” e “istruire nella lingua latina i figli de’ gentiluomini e benestanti sino a che sieno abili alle scuole di Milano”. A favore delle “zitelle povere” prevede l’erogazione di otto doti di lire cinquanta ciascuna all’anno, ed ancora l’elargizione di elemosine ai poveri del borgo di Cantù.
Per il raggiungimento degli scopi originari altri benefattori conferiscono all’Opera pia parte dei loro patrimoni attraverso i seguenti legati e lasciti (nell’ordine del proemio):
- Legati di Negroni da Ello Colonnello Giacomo e Monsignor Carlo Francesco, disposto il 5 dicembre 1795 ad integrazione dei legati già previsti dal suo testamento e su incarico del fratello Carlo Francesco, per la somma di lire 3.000 senza specificazione di scopo, e per suo conto per la somma di lire 25.000, se non utilizzabili per l’erezione di una Cappellania sussidiaria presso la chiesa della Beata Vergine dei Miracoli di Cantù;
- Legato di Macchi Francesco, istituito con atto rogato il 18 agosto 1825 dal notaio Baldassarre Valtellina, con scopo, oltre a opere di culto, la distribuzione delle rimanenti rendite a favore degli “infermi miserabili nel giorno del Venerdì Santo”;
- Eredità di Rho Rosa Teresa, monaca benedettina del soppresso Monastero di Santa Maria in Cantù, disposta con testamento olografo del 1 settembre 1825, con scopo, oltre a opere di culto, la distribuzione delle rimanenti rendite a favore dei poveri di Cantù ed in particolare della parrocchia di S. Teodoro;
- Legato dei fratelli Longhi sac. Andrea, parroco porzionario di S. Paolo in Cantù, e sac. Giovanni, canonico della medesima chiesa, disposto definitivamente con testamento di Andrea Longhi del 6 ottobre 1830, per opere di culto e per la distribuzione delle rimanenti rendite a favore dei poveri di Cantù, in particolare della parrocchia di S. Paolo.
- Legato di Macchi canonico Gerolamo, canonico della Collegiata di S. Paolo di Cantù, disposto con testamento del 27 giugno 1831, “senza precisa determinazione di scopo”;
Successivamente alla istituzione della Congregazione di carità del 1862, pervengono alla nuova istituzione altri legati, lasciti ed eredità, anche dettagliati nel “proemio” allo statuto. Essi sono (nell’ordine del proemio):
- Eredità di Malchi sac. Giuseppe, parroco della chiesa di S. Michele di Cantù, disposto con testamento olografo del 16 agosto 1858, il cui scopo è la distribuzione di elemosine a infermi, indigenti e vedove “di buona condotta religiosa e morale”;
- Legato di Bussola sac. Gaetano, proposto della chiesa di S. Paolo di Cantù, disposto con testamento del 28 dicembre 1878, rogato il 7 marzo 1879, dal notaio Agostino Amadeo di Cantù, il cui scopo è l’erogazione di una dote per una nubenda povera della parrocchia di S. Paolo in Cantù;
- Legato di Resta Maddalena, disposto con testamento pubblico del 25 maggio 1893, rogato dal notaio Angelo Colnaghi, il cui scopo è l’erogazione di sussidi “una tantum” ai poveri della parrocchia di S. Paolo in Cantù;
- Legato di Orsenigo Giovanni, disposto con testamento segreto del 7 maggio 1903, rogato dal notaio Gaetano Agliati di Cantù, il cui scopo è l’erogazione di sussidi “una tantum” alla Congregazione di carità di Cantù.
Con l’entrata in vigore della legge del 17 luglio 1890, n. 6972, sulle istituzioni pubbliche di beneficenza, e del successivo regolamento emanato con decreto reale del 5 febbraio 1891 n. 99, si concentrano nella Congregazione di carità altre “istituzioni elemosiniere” (o “di beneficenza”) per facilitarne l’effettiva capacità di adempimento dei fini per i quali erano sorte. La Congregazione di carità di Cantù le incamera in seguito ai decreti reali del 6 aprile 1893 e del 23 febbraio 1902:
- Legati di Fossano Ginevrina e di Fossano Angelo, disposti, il primo con testamento del 20 febbraio 1376 il cui scopo è la distribuzione di pane alla vigilia di Pentecoste, nonché la distribuzione di pane ai coloni di Vighizzolo in occasione del Venerdì Santo; il secondo disposto con codicillo rogato il 22 dicembre 1608 dal notaio Benedetto Maruto Carcano, il cui scopo è la distribuzione di pane ai coloni di Vighizzolo in occasione del Venerdì Santo;
- Legato di Mazzucchelli Luigi, disposto con testamento del 15 marzo 1841, amministrato inizialmente dalla Parrocchia dei SS. Pietro e Paolo di Vighizzolo, il cui scopo è la distribuzione di medicinali agli infermi della medesima parrocchia;
- Legato di Pietrasanta mons. abate Pietro, disposto con testamento del 1 aprile 1790, rogato dal notaio Federico Raimondi di Milano, amministrato inizialmente dagli eredi del testatore, il cui scopo è la fornitura di doti a sei nubende povere di Cantù;
- Legato di Tagliabue canonico Cesare, disposto con testamento del 7 marzo 1773, rogato dal notaio Giovanni Battista Argenti, il cui scopo è la distribuzione di elemosine a famiglie povere della parrocchia di S. Paolo;
- Legato di Tagliabue sac. Giacomo, disposto con testamento del 20 aprile 1672, rogato dal notaio Giovanni Angelo Argenti, il cui scopo è la distribuzione di “mistura in pane” ai poveri della parrocchia di S. Michele, il giorno dopo la festa del Santo stesso;
- Legato di Negroni da Ello Colonnello Giacomo, disposto con codicillo del 24 gennaio 1791, rogato dal notaio Pietro Rusca di Milano, il cui scopo è la distribuzione di elemosine ai poveri con prevalenza per quelli della parrocchia di S. Michele di Cantù;
- Legato di Malchi Francesco, disposto con testamento del 28 agosto 1676, rogato dal notaio Antonio Baciocchi, amministrato inizialmente dalla Fabbriceria parrocchiale della chiesa santuario della Beata Vergine dei Miracoli, il cui scopo è la fornitura di doti a sei nubende povere di Cantù, Vighizzolo e Cucciago;
- Legato di Carcano Origoni Giulio Cesare, disposto con testamento olografo del 10 dicembre 1828, amministrato inizialmente dagli eredi del testatore, il cui scopo è la fornitura di dote a una nubenda povera della parrocchia di S. Michele, con precedenza alle figlie dei coloni che lavorano i fondi della proprietà Carcano Origoni;
- Legato di Pogliani Giovannina, vedova Giusti, disposto con testamento segreto, rogato il 31 ottobre 1876 dal notaio Angelo Colnaghi di Cantù, il cui scopo è l’erogazione di aiuti ai poveri della parrocchia di S. Michele in Cantù;
- Legati di Archinto mons. vescovo Filippo e Crivelli Giovanni Battista, disposti, il primo con testamento del 6 novembre 1614, rogato dal notaio Benedetto Maruto Carcano di Milano, il cui scopo è l’erogazione annuale ai poveri di Cantù di medicinali per una somma di lire 300 annue; il secondo disposto con testamento del 16 gennaio 1617, rogato dal notaio Giuseppe Montani, il cui scopo era concorrere nelle rendite necessarie all’erogazione di uno stipendio per “un medico comunale”;
- Legato di Marelli Carlo, disposto con testamento del 9 novembre 1673, rogato dal notaio Alberto Grassi di Milano, amministrato inizialmente dalla famiglia Grassi di Milano (e discendenti), il cui scopo è la fornitura di una dote ad una nubenda povera di Cantù e del territorio circostante.
Dagli atti d’archivio sono individuabili due altre cause pie che non vengono riportate nel “proemio” dello statuto:
- Legato di Tagliabue, Carlo Giuseppe, già a favore della Confraternita di San Paolo in Cantù, disposto nel 1744 con testamento rogato dal notaio Federico Rajnoni, il cui scopo è l’erogazione di soccorsi in denaro ai poveri;
- Eredità di Pogliani Isabella, vedova Amadeo, disposta alla fine del secolo XIX, il cui scopo è la realizzazione di una casa di ricovero e assistenza per donne anziane di Cantù.
Oltre alla Scuola dei poveri, all’Opera pia Negroni ed ai legati, lasciti ed eredità sopra citati, alla Congregazione di carità di Cantù viene affidata anche l’amministrazione dell’Opera pia Ricovero di vecchiaia G. Garibaldi, in forza dell’art. 4 dello statuto organico.
Questa pia opera trae origine dal testamento di Erminio Valtellina del 1 giugno 1890, rogato dal notaio Angelo Colnaghi di Cantù. Il testatore dispone una pensione vitalizia a favore di Margherita Conconi, prescrivendo che “al di lei decesso lire 10.000 del capitale fruttante tale somma (l’ammontare della pensione) sieno passate all’Opera pia del nome di Giuseppe Garibaldi, avente per scopo l’istituzione di un ricovero per la vecchiaia in Cantù”. Il capitale legato, in seguito alla liquidazione della sostanza “abbandonata”, viene versata dagli eredi Valtellina alla Congregazione di carità nel 1892, con l’obbligo di corrispondere “i relativi frutti” alla Conconi, “vita sua naturale durante”. L’opera pia viene eretta in ente morale con decreto del 29 maggio 1898.
La Congregazione di carità di Cantù appronta nel 1907 il proprio statuto organico in ottemperanza alla legge istitutiva e secondo i successivi regolamenti.
Organi della Congregazione sono il Presidente ed il Consiglio d’amministrazione, composto da otto membri (artt. 6 – 8). Per l’erogazione delle doti del Legato Malchi si aggiunge agli otto un membro del Santuario della Beata Vergine dei Miracoli, in osservanza all’art. 5 bis dello statuto e all’art. 5 della Legge 17 luglio 1890, n. 6792 sulle opere pie.
Gli articoli 3 e 5 dello statuto dettagliano beni e rendite di cui la Congregazione può disporre, nonché gli oneri patrimoniali (costituiti in larga parte da oneri corrisposti alle istituzioni religiose del territorio derivati dai legati di culto amministrati) e le modalità di erogazione della beneficenza (con norme speciali per le doti elargite con i fondi dei vari legati). Gli articoli dal 6 al 9 prendono in considerazione specificatamente la composizione, le modalità di elezione e la durata in carica del Consiglio nonché i compiti da svolgere da parte del Presidente e dello stesso Consiglio. Le “attribuzioni” e i “doveri” della Congregazione e del Presidente sono regolamentati dagli articoli 17 e 18.
Con la Legge 3 giugno 1937 n. 847, che entra in vigore il 1 luglio dello stesso anno, le Congregazioni di carità vengono abrogate. I loro compiti ed il patrimonio vengono pertanto trasferiti al rispettivo istituendo Ente comunale di assistenza (E.C.A.).
Note:
1. Cfr. cart. 1, fasc. 1
2. L’amministratore unico è di nomina governativa.
3. I due direttore sono individuabili nel Primo deputato amministrativo del Comune e nel Parroco preposto.
Complessi archivistici
- Congregazione di carità di Cantù (1552 - 1936)
Profili istituzionali
Soggetti produttori
- (precede) Ente comunale di assistenza di Cantù - ECA 1937 - 1978
Compilatori
- Domenico Quartieri (Archivista)
Link risorsa: http://lombardiarchivi.servizirl.it/creators/1599