Comune di Valbondione ( 1928 - )

Tipologia: Ente

Tipologia ente: Ente pubblico territoriale

Sede: Valbondione

Codici identificativi

  • MIDB001AD0 (PLAIN) [Verificato il 22/10/2013]

Profilo storico / Biografia

Con deliberazione podestarile del dicembre del 1926 veniva proposta l’istituzione del Comune di Valbondione, procedendo con la fusione dei Comuni di Bondione e Lizzola, a cui si prospettava l’aggiunta di Fiumenero. La proposta, indirizzata al prefetto e alla Federazione provinciale fascista, sottolineava come già in passato i comuni fossero stati uniti in Comunità, appartenendo tutti al territorio dell’antica Valle di Scalve. L’ipotesi non osteggiata neanche dai cittadini dei singoli comuni, era rafforzata dal fatto che all’epoca condividevano già il consorzio di segreteria, il servizio medico, il consorzio ostetrico, e i diritti di godere della beneficienza dell’ospedale civile di Vilminore di Scalve e dell’ospedale Milesi di Gromo.
Del resto, le direttive del Governo nazionale erano precise e si muovevano in direzione dell’accentramento e della semplificazione, soprattutto in vista di una “grandemente utile” sistemazione finanziaria degli Enti, tanto che con Decreto Reale del 24 aprile 1927 la fusione tra Bondione e Lizzola era di fatto operativa, con la creazione di un unico ente denominato “Bondione”. Il 17 giugno 1927 il podestà di Fiumenero, Battista Morandi, prevedendo l’unione anche con Fiumenero riproponeva per il nuovo comune il nome di “Valbondione”, premurandosi di sottolineare che avrebbe dovuto essere un nuovo ente, “senza distinzioni o privilegi di sorta”; mentre le scuole e il cimitero avrebbero dovuto essere conservati separati. A distanza di pochi mesi, con Decreto Reale del 26 agosto dello stesso anno il neonato comune di Bondione veniva aggregato a Fiumenero, sancendo l’effettiva nascita di Valbondione.
Il podestà Evangelista Fornoni, in occasione della nascita del nuovo comune, si preoccupava della gestione organizzativa degli uffici e del personale, che fino a fine anno mantennero tesorerie, messi e guardiaboschi separati; mentre fu immediata la fusione delle Congregazioni di Carità.
Le singole frazioni, pur costituendo a partire da quella data un unico ente, continuarono a mantenere proprie identità e peculiarità.
Nella frazione di Fiumenero, a parte le scuole di origine più antica, nel 1945 fu aperto dalle suore orsoline di Gandino un asilo infantile e nel ‘58 un nuovo complesso con le scuole elementari, l’asilo e un ambulatorio.
Mentre a Lizzola oltre la sede Municipale c’era una scuola elementare, e tra i confini del comune erano incluse “Casa Patti” e la frazione “Bondione”, chiamate poi “Lizzola Bassa”.
A Lizzola, inoltre, il 2 settembre 1960 fu inaugurata la scuola materna, capace di ospitare una cinquantina di bambini. Ma le difficoltà per entrambe le frazioni sono in ogni caso legate, ad oggi, al numero ridotto di alunni, che a distanza di tempo ha portato alla riduzione di classi e alla chiusura di alcune sedi.
La storia di Lizzola, in particolare, è stata contraddistinta fin dal secolo XVI dalla presenza di miniere, che hanno costituito una delle fonti di reddito degli abitanti della Valle, se pur con vicende altalenanti nel corso degli anni. Come si desume dalle carte d’archivio è infatti usuale incontrare il carteggio con le società che hanno gestito le miniere (dalla Franchi Gregorini alla Ferromin), e riferimenti specifici alla silicosi, piaga sociale dovuta alla respirazione delle polveri di silice.
Passando a Fiumenero i suoi ponti hanno origini antiche, ma a seguito dell’unione dei comuni gli interventi si sono ridotti, ricordiamo quello compiuto dalla ditta Crespi nel 1928/29 al ponte Rosso, che sostituì il legno con il cemento armato e nel ‘35 la sua ricostruzione.
La presenza di numerosi corsi d’acqua, oltre a contraddistinguere il territorio della Valle, ha nel corso degli anni visto l’attività di numerose imprese idroelettriche, tra cui non si può non menzionare la Benigno Crespi, la Franchi Gregorini e l’Orobia. Quest’ultima presente anche all’interno delle carte comunali ha costruito e, alternativamente gestito, le centrali di Dossi e Gavazzo e gli impianti idroelettrici del Barbellino.
In tempi più recenti l’intero territorio di Valbondione è contraddistinto dal turismo come si evince dalle numerose baite sparse per il territorio e dai frequenti lavori agli impianti sciistici.
Infine, non si può trascurare che il territorio comunale – come si deduce – in gran parte montuoso, fu funestato a distanza di pochi anni da ben due alluvioni (25 settembre e 10 novembre 1927) ed altrettanti incendi, uno l’8 marzo del 1934 nella contrada Piazza di Lizzola e il secondo nel 1941 presso la sede municipale, durante i quali gran parte della documentazione più antica è andata distrutta, rendendo lacunosa la ricostruzione di parti significative della storia locale.

Complessi archivistici

Soggetti produttori

Compilatori

  • Lavinia Parziale