Cotonificio Legler S.A. [ragione sociale riconosciuta (a partire al 1919)] ( 1875 ottobre 1 - 1995 1993 - data della vendita alla famiglia Polli )
Tipologia: Ente
Tipologia ente: Ente economico / impresa
Altre denominazioni:
- Legler Hefti e C. [dal 1875 al 1900]
- Legler e C. [dal 1900 al 1919]
- Cotonificio Legler S.A. [dal 1919 al 1949]
- Cotonificio Legler spa [dal 1950 al 1966]
- Legler industria tessile spa [dal 1967 al 1981]
- Leglertex [dal 1981]
Condizione: privato
Sede: Ponte San Pietro
Abstract
Le origini del Cotonificio di Ponte San Pietro nascono dalla famiglia Legler, che originaria di Diesbach (parte meridionale del cantone svizzero di Glarus), nel 1875 avviò i lavori per la costruzione di un cotonificio sul territorio orobico. Inizialmente orientata alla produzione del cotone per la biancheria da casa, nel giro di pochi anni inizia a produrre tessuti per la camiceria. Anni di snodo sono gli anni ‘60 per la collaborazione con l’alta moda e gli anni ‘70, con l’acquisto dello stabilimento di Crespi d’Adda per la conversione al denim. La fine degli anni ’70 fu caratterizzata da una maggiore diversificazione dei prodotti; al denim vennero affiancati tessuti più leggeri quali cord e cotone per camiceria. Gli anni ’80 videro i primi segnali di crisi e la decisione di cedere al gruppo Polli, cessione realizzatasi effettivamente nel corso del 1993.
Profilo storico / Biografia
Sede operativa – Ponte S. Pietro, Brembate di Sopra
Sede legale – Milano
Le origini del Cotonificio di Ponte San Pietro nascono dalla famiglia Legler, che originaria di Diesbach (parte meridionale del cantone svizzero di Glarus), nel 1875 – unitamente al socio e finanziatore Jakob Becker-Hefti – avviò i lavori per la costruzione di un cotonificio sul territorio orobico, partendo con i reparti di filatura e tessitura, come da progetto dello studio di Lucerna Largii e Grossman 1. Lo stabilimento entrò in funzione nella primavera del 1877 con 200 telai, 6.000 fusi e impiegando 200 operai 2, sotto la ragione sociale di Legler Hefti e C. 3. Ben presto, la produzione andò a comprendere non solo le iniziali tele grezze, ma anche, vista la maggior richiesta, i tessuti tinti e candeggiati. Per far fronte a questa rapidissima crescita della produzione, venne raddoppiata la capacità produttiva della filatura e della tessitura, vennero acquistati nuovi terreni lungo entrambe le rive del Brembo e realizzate le due centrali elettriche di Paladina e Briolo 4. Fu il decennio Novanta a rappresentare un momento di grande crescita per l’impresa. Con l’inizio del Novecento l’azienda cambiava ragione sociale in Legler e C. 5. Contestualmente la famiglia Legler avviava anche il progetto sociale che porterà, a partire da questi anni, alla costruzione del primo nucleo di case operaie, all’apertura della scuola svizzera di Ponte San Pietro e, nel 1901, all’incentivazione della nascita della Cooperativa di consumo Legler 6. Quest’ultima fu avviata proprio grazie a un contributo personale da parte di Mathias Legler, diventando presto un punto di riferimento sul piano cooperativistico nazionale 7.
Gli anni precedenti allo scoppio della Grande guerra sono stati, invece, caratterizzati dall’avvio da parte della Legler e C. della produzione di tessuti più fini e di velluti. Era un’epoca in cui due sole ditte in Italia trattavano la lavorazione del velluto, articolo che richiedeva macchinari specifici e particolari capacità tecniche 8.
Nel 1919 la denominazione mutava nuovamente, l’impresa passava da Legler & C. a Cotonificio Legler S.A , dotata di un consistente capitale sociale, pari a L.15ml 9. A partire dagli anni ’20 – fino al Secondo conflitto mondiale -, la Legler, tuttavia, si trovò a confrontarsi con una congiuntura non sempre favorevole, alla quale rispose mettendo in campo nuovi progetti e, soprattutto, diversificando la gamma produttiva.
È con gli anni Cinquanta, in ogni caso, che iniziarono i primi contatti internazionali, come si evince dalla documentazione di promotion e dalle fotografie, che portarono l’azienda a collaborare con famosi sarti d’alta moda del calibro di Givenchy, Pierre Cardin e più avanti Biki, Capucci e Veneziani. La documentazione ci parla anche del progetto di prendere parte alle sfilate fiorentine di Giorgini, nonostante la Legler di fatto non producesse abiti ma esclusivamente tessuti 10.
Con il decennio successivo, tuttavia, il rapido cambiamento del mercato tessile, molto concorrenziale e orientato verso una produzione di alto volume per abbattere i costi, costrinse anche la Legler a ripensare la propria strategia di mercato, rivolgendosi consapevolmente al mutamento dei gusti dei consumatori, sempre più orientati all’acquisto di capi confezionati. In questa direzione, nel luglio del 1970, il presidente Federico Alfredo Legler presenta al Consiglio la proposta di fusione, approvata, per l’incorporazione nella Legler di: ICAM spa – industria confezioni abbigliamento moda con sede in Ponteranica; Manifattura Ercole spa con sede in Alzano; Nordica spa con sede in Palermo; Legler commerciale spa con sede in Milano e Premier spa con sede in Madone 11. Inoltre, sempre nei primi anni Settanta, in direzione di un deciso cambiamento di produzione fortemente voluto dal presidente – a fronte dei numerosi contatti e viaggi con l’America -, venne acquistato lo stabilimento di Crespi con la finalità di modificare ed ampliare la produzione. Con la costituzione, nell’ottobre 1972, delle consociate Inditex spa e Addafilo per la produzione del tessuto greggio, entrambe con sede in Milano, le due costituende società acquistarono da Manifattura Rossari & Varzi in liquidazione il complesso industriale di Crespi il 22 dicembre 1972 (alla cui scheda soggetto produttore si rimanda) 12. Negli anni successivi venne completata l’installazione e l’avviamento degli impianti presso gli stabilimenti di Crespi d’Adda, specializzati nella produzione del denim “greggio”, che subiva gli ultimi procedimenti di finissaggio nella sede di Ponte San Pietro.
Con la conversione al denim, la Legler andava a rispondere alla domanda europea di tessuto jeans che prima di allora aveva avuto solo fornitori americani; a metà anni ’70 l’azienda deteneva il 25% della produzione europea ed era interlocutore privilegiato di aziende quali Carrera, Fiorucci, Benetton.
La fine degli anni ’70 fu caratterizzata da un’ancora maggiore diversificazione dei prodotti; tanto che al denim vennero affiancati tessuti più leggeri quali cord e cotone per camiceria.
Gli anni ’80, però, videro i primi segnali di crisi; gli effetti di un mercato sempre più eroso dalla concorrenza portata da nuovi produttori internazionali sommati a tendenze di mercato che andavano in direzioni diverse portarono la famiglia Legler a decidere per la vendita dell’intera impresa. Già nel maggio del 1979 era operativa la cessazione della divisione filatura di Brembate, che seguiva quella della divisione tessitura di Paesana di marzo, per il conferimento della stessa a nuova società, nel luglio dello stesso anno. L’anno successivo cessava anche la divisione commerciale di Brembate Sopra, e veniva istituita una divisione operativa “Divisione Marine” l’8 giugno del 1981, conferita alla “Leglertex” (come da rep. del notaio Mascheroni di Roma) l’anno successivo. Lo stesso anno il 13 luglio, il CdA deliberava l’atto di fusione mediante incorporazione della “Inditex s.p.a.” con sede in Capriate San Gervasio, fusione che si sarebbe verificata a distanza di poco 14.
Alla fine degli anni Ottanta, veniva presa la decisione di cedere l’azienda al gruppo Polli, cessione realizzatasi effettivamente nel corso del 1995, con l’effettiva uscita della famiglia Legler dall’impresa, che dal 1989 affiancava i nuovi proprietari 15.
1 M. Gelfi, L’Ottocento: il secolo della seta e del cotone, in Lungo il filo della storia, p. 110.
2 Ivi, p. 114.
3 Archivio notarile di Bergamo, notaio S. Locatelli, 23 maggio 1877.
4 Legler: Storia di un’impresa famigliare. Incontro con il dott. Fredy Legler, Università degli Studi di Bergamo, tesina degli studenti del Dipartimento di Scienze economica della Facoltà di economia, a. 2000, p. 6.
5. Ibid.; si veda anche Il cotonificio Legler-Hefti & C.: un’azienda svizzera in Italia dagli anni del protezionismo alla prima Guerra mondiale (1875-1915). Imprenditorialità e culture aziendali a confronto, tesi di Francesco Schutz, a cura del prof. Marzio Romani, Università commerciale Luigi Bocconi, Facoltà di economia, a.a. 1985-86, p. 161.
6 Dal momento che la Cooperativa è ancora vivente e conserva il proprio archivio storico si forniscono in questa sede delle sintetiche indicazioni relative alla sua storia. Nell’archivio storico della Legler è infatti conservata un’unica unità afferente al personale della Cooperativa dal 1962 al 1968, a dimostrazione del forte legame tra le due entità.
La Cooperativa Legler, è fondata in seno al Cotonificio nel luglio 1901; scopo della Cooperativa è l’acquisto all’ingrosso di derrate alimentari per la rivendita a dipendenti, soci e non soci a prezzi calmierati. Nel 1919 lo statuto sociale viene modificato e assume la denominazione di “Cooperativa di consumo fra gli addetti del Cotonificio Legler S.A.”, il numero dei soci aumenta e viene aperta una succursale a Brembate di Sopra. Durante la guerra l’edificio della Cooperativa è pesantemente danneggiato dai bombardamenti; la nuova sede, ricostruita sulle macerie della precedente, è inaugurata nel 1956. Nel 1962 la Cooperativa assume la forma di un moderno supermarket, uno dei primi in Italia, passando dalla bottega tradizionale a un self service a tutti gli effetti. Dagli anni ‘80 in avanti la Cooperativa continua a crescere, aprendo nuove filiali in diversi comuni della provincia bergamasca, lecchese e milanese. Si veda Imberg – Archivio della CCIAA di Bergamo, serie Registro ditte c/o Fondazione famiglia Legler, scheda “Cooperativa di Consumo fra gli Addetti al Cotonificio Legler S. A.”; e la scheda presente in Lombardia beni culturali “Cooperativa Legler”, redatta da Geoffrey Pizzorni per il Censimento delle imprese storiche di Bergamo e provincia del Centro Cultura d’impresa.
7 Il cotonificio Legler-Hefti & C.: un’azienda svizzera in Italia dagli anni del protezionismo alla prima Guerra mondiale (1875-1915), cit., pp. 180-181.
8 Si veda: Cotonificio Legler 1875 – 1950, pubblicato in occasione del 75° anniversario di fondazione.
9 Ibid.
10 L. Parziale, Biki: l’aspetto imprenditoriale di una “sarta” milanese, in La donna italiana da Salò alla prima Repubblica, a cura di Romain H. Rainero, pp. 157-144, Milano, CUESP, 2010.
11 Verbali del CdA, 14 luglio 1970.
12 Circa l’acquisto dello stabilimento Crespi si rimanda alla scheda soggetto produttore di “Cotonificio Benigno Crespi”, e a Ascal, “Atto di costituzione della società Inditex spa con sede in Milano”, 24 ottobre 1972, b. 41 in 4b. Da specificare inoltre che solo nel 1976 la Legler acquisirà le azioni di Addafilo spa, come da: Verbali del CdA, 10 maggio 1976.
13 Imberg – Archivio della CCIAA di Bergamo, serie Registro ditte c/o Fondazione famiglia Legler, scheda “Cotonificio Legler Società Anonima”, n. di iscrizione 231.
14 Cfr. Lombardia beni culturali, scheda redatta da Geoffrey Pizzorni per il Censimento delle imprese storiche di Bergamo e provincia del Centro Cultura d’impresa “Legler industria tessile spa [numero REA: 231 Bg]”.
Funzioni e occupazioni
- Azienda tessile
Complessi archivistici
- Archivio storico Cotonificio Legler (1879 - 1975)
Soggetti produttori
- (collegato a) Cotonificio Benigno Crespi 1877 - 1972
Compilatori
- Prima redazione: Lavinia Parziale - Data intervento: 21 marzo 2016
- Aggiornamento scheda: Lavinia Parziale - Data intervento: 20 marzo 2017
Link risorsa: http://lombardiarchivi.servizirl.it/creators/7594