Scuola di avviamento professionale "Casa del Sole" ( 1928 - )

Tipologia: Ente

Tipologia ente: Ente di istruzione e ricerca

Altre denominazioni:

  • Corso di avviamento professionale [Dal 1933]
  • Regio Corso biennale di avviamento professionale [Dal 1937]
  • Regia Scuola secondaria di avviamento professionale [Dal 1938]
  • Corso di avviamento professionale [Dal 1948]
  • Scuola statale di avviamento professionale "Casa del Sole" [Dal 1953. Non sempre è presente "Casa del Sole"]
  • Scuola media statale "Casa del Sole" [Dal 1963]

Condizione: pubblico

Profilo storico / Biografia

Con il decreto legge n. 1341/1928 l’istruzione professionale, fino ad allora alle dipendenze del Ministero dell’economia nazionale, diviene appannaggio del Ministero dell’educazione che la aggrega all’istruzione tecnica; questo passaggio di competenze ministeriali conduceva necessariamente ad un complessivo riordino delle scuole e dei corsi professionali allora in vigore, che furono assorbiti in un unico indirizzo di studio atto a fornire un’istruzione a carattere secondario. Con il testo unico n. 577/1928 si sanciva così la Scuola di avviamento e se ne disciplinava l’ordinamento attraverso le leggi del 15 giugno 1931, n. 889 e la successiva del 22 aprile 1932, n. 490.
I corsi di avviamento professionale annessi alla Scuola elementare all’aperto “Umberto di Savoia” di via Giacosa 46, sorgono nell’ottobre del 1930 grazie al sostegno del Comune di Milano (vedasi circolare Direzione centrale del Comune di Milano 2 ottobre 1930 con decreto legge 6 ottobre 1930, n. 1379), con una utenza registrata di 122 alunni (64 maschi e 58 femmine) e con un nutrito gruppo docenti composto da 4 insegnanti titolari e 9 insegnanti specialisti. Le classi degli alunni erano sistemate nelle aule di padiglioni diversi, in condivisione con le aule delle classi elementari. I corsi, di durata inizialmente biennale, erano organizzati in due sezioni: la sezione femminile definita “a tipo industriale” e la sezione maschile “a tipo agrario”. Accanto alle tradizionali materie che venivano impartite agli alunni delle due sezioni, quali quelle a carattere scientifico (matematica e scienze), umanistico (italiano, storia, geografia), della lingua francese e delle altre discipline come calligrafia, canto, disegno, religione ed educazione fisica, erano previsti solo per gli alunni maschi, alcuni insegnamenti speciali come lo studio degli elementi di scienze applicate, di agricoltura e di industria agraria, di zootecnica, di contabilità agraria. Queste particolari nozioni erano finalizzate a fornire strumenti teorici per intraprendere la professione del coltivatore e dell’allevatore, a cui la scuola sostanzialmente indirizzava. Grazie all’Azienda agricola annessa alla scuola, gli scolari potevano inoltre misurarsi dal vivo con l’allevamento di suini, mucche, ovini e dedicarsi alla cura di polli e conigli, confezionare burro e formaggi prodotti nel piccolo caseificio presente nella fattoria, coltivare su scala ridotta grano e segale, e altri cereali che venivano piantati in alcune porzioni del giardino, e verdura e frutta nelle zone destinate ad orto.
I corsi femminili, diversamente, non indirizzavano le alunne verso una precisa professione, ma tendevano a modellarle in perfette donne di casa e madri di famiglia; esercitazioni pratiche di cucina, di ricamo e di lavoro a maglia, elementi di economia domestica, di puericultura e di igiene rappresentavano le principali materie impartite; tutti questi insegnamenti venivano poi concretamente sperimentati dalle alunne nella gestione della “Casa modello” e della “Culla materna”, entrambe ubicate dentro i padiglioni scolastici. Anche le scolare comunque non mancavano di cimentarsi in attività di tipo manuali come il giardinaggio, l’allevamento dei bachi da seta e l’accudimento di piccoli animali da cortile e delle api, grazie all’installazione di modesti impianti utilizzati per la produzione del miele.
L’utenza della scuola aveva una età compresa tra gli 11 e i 13 anni e proveniva per la maggior parte dalla elementare “Umberto di Savoia” di via Giacosa 46, da scuole elementari di altri rioni e da scuole di avviamento site in diverse zone di Milano (Trenno, Affori, Baggio, via Alzaia Naviglio), come si evince dalla documentazione d’archivio. Due erano i connotati che accomunavano gli alunni delle classi: l’appartenenza alle classi povere o “poverissime” (chi frequentava era in linea di massima esonerato dalle tasse scolastiche e poteva accedere alla refezione gratuitamente grazie alla convenzione tra Stato e comune di Milano) e la gracilità fisica, condizione accertata mediante le accurate visite mediche eseguite sugli alunni dai medici dell’Ufficio di igiene e sanità del Comune.
Sappiamo che a partire dagli anni Trenta del Novecento l’Avviamento contava circa un centinaio e poco più di iscritti (ogni classe per legge non poteva superare i trentacinque alunni) divenuti negli anni Cinquanta ben oltre 200 con un numero di docenti e di insegnanti specialisti, raddoppiati rispetto all’avvio della scuola. L’unico periodo in cui si assiste ad una significativa contrazione della popolazione scolastica è quello del conflitto bellico della seconda guerra mondiale, durante il quale la comunità degli alunni e degli insegnanti a causa dei continui bombardamenti inferti alla città di Milano è costretta a “sfollare” nel 1943 a Seregno presso i locali della scuola elementare “L. Cadorna”. Qui la scuola, che viene intitolata a “Padre Reginaldo Giuliani” (1887-1936), cappellano medaglia d’oro al valor militare, è obbligata ad organizzare classi miste proprio a causa del limitato numero delle presenze degli alunni. Solo nel settembre del 1947, al termine della ricostruzione dei padiglioni scolastici danneggiati, potrà ritornare nella propria sede in via Giacosa.
Negli anni Cinquanta per la scuola si introducono novità importanti: a partire dall’a.s. 1951/52 i corsi diventano triennali in linea con le altre scuole milanesi e secondo i dettami ministeriali; gli allievi di via Giacosa potevano frequentare l’ultimo anno presso la scuola professionale di Crescenzago (non si conoscono le motivazioni di tale scelta e non si hanno elementi al riguardo). Dall’a.s. 1953/54, in concomitanza probabilmente con il passaggio della scuola alle dipendenze del Ministero della pubblica istruzione, la conclusione del ciclo degli studi poteva essere effettuata dagli alunni in via Giacosa.
Un dato di interesse che emerge dalle statistiche compilate per il Ministero è il calo della frequenza degli alunni al passaggio dal primo al secondo anno. Tale fenomeno è riconducibile molto probabilmente a situazioni di marginalità e a motivazioni di carattere familiare: le ragazze in particolare erano spesso chiamate all’accudimento dei fratelli minori o di parenti malati e gli alunni erano spinti a trovare occupazioni e mestieri saltuari in botteghe e officine piegati dalle condizioni di povertà delle famiglie.
Nel decennio degli anni Sessanta gli insegnamenti e i programmi scolastici dell’Avviamento rimangono sostanzialmente immutati e si assiste in generale ad una maggiore apertura della scuola di via Giacosa alla scoperta del territorio e del mondo esterno, attraverso le gite di istruzione in città e fuori Milano, le visite ai musei, le partecipazioni a spettacoli teatrali e a proiezioni cinematografiche. La direzione didattica intesse inoltre una fitta rete di relazioni con ditte, enti, associazioni, privati finalizzata alla vendita e all’acquisto di animali e prodotti provenienti dalla fattoria della scuola, i cui proventi vengono versati nelle casse scolastiche della “Casa del Sole”. Questa fitta corrispondenza e i legami con l’esterno mirano inoltre ad agevolare l’inserimento lavorativo degli alunni dopo il conseguimento della licenza.
La riforma scolastica del dicembre 1962, che darà vita alla media unificata triennale, coinvolge anche la scuola di via Giacosa. Nonostante il riconoscimento statale della Scuola e il mantenimento dei compiti delicati e importanti quali il servizio trasporto, la refezione, il servizio medico, l’assistenza sociale e le azioni di Patronato assolti dal Comune, si verifica nell’arco del decennio (1960-1970) una contrazione dell’utenza e di conseguenza una riduzione considerevole del numero degli insegnanti.
A partire dall’a.s. 1969/70 fino al settembre 1975 il Ministero dispone alla scuola media l’aggregazione della Scuola speciale per epilettici di via Stefanardo di Vimercate 14 intitolata a "Paolo e Larissa Pini” anziché alla Scuola media “F. d’Assisi”; inoltre nell’a.s. 1974/75 le viene aggregata la succursale di via Pimentel 7 (già succursale nell’a.s. 1973/74 della Scuola media statale “G. Rinaldi”).
Direttori scolastici: Luigi Cremaschi (1933-1956), Angelo Brighenti (1937-1944), Bice Libretti Baldeschi (1956-1963); presidi Gian Giuseppe Moroni (1963-1965), Franca Angioi Pernetti (1965-1967), William Carreri (1967-1968), Fausta Mazza Guaitani (1968-1976) a cui subentra a partire dall’ a.s. 1976/77 Lydia Franceschi Buticchi.

Complessi archivistici

Soggetti produttori

Compilatori

  • Aggiornamento scheda: Enrica Panzeri (Archivista)
  • Aggiornamento scheda: Nadia Carrisi (Archivista)
  • Aggiornamento scheda: Marina Regina (Archivista)