Ospedale Fissiraga ( 1766 - 1978 )

Tipologia: Ente

Tipologia ente: Ente di assistenza e beneficenza

Sede: Lodi

Codici identificativi

  • MIDB001432 (PLAIN) [Verificato il 22/10/2013]

Profilo storico / Biografia

Antonio Fissiraga, discendente da nobile ed antica famiglia lodigiana, vedovo senza figli di Antonia Medici, morì nel 1766 destinando i suoi beni e la ricca rendita a favore di un piccolo e "separato nosocomio, ovvero autonomo soprattutto dall’Ospedale Maggiore di Lodi, che all’epoca riuniva sotto un’unica amministrazione tutti i preesistenti ospedali cittadini, da fondare presso la sua abitazione di via San Francesco, ora via Fissiraga, nel centro cittadino. Esso aveva infatti disposto con testamento olografo del 1761 e successivi codicilli, di lasciare erede universale “l’anima sua”, nominando a tal scopo quattro Deputati, tra cui il fratello Arnolfo, padre barnabita, incaricati di adempiere alle sue ultime volontà, soddisfacendo i legati pii e a favore di famigliari e congiunti e amministrando le rendite e i beni destinandoli principalmente alla fondazione del Luogo pio della carità Ospedale Fissiraga.“L’Istituzione di questo Spedale dovrà servire per ricevere e curare in esso poveri ammalati, ed infermi sacerdoti secolari di qualunque male curabile per medicina, e per chirurgia primariamente, come pure persone già costituite negli ordini sacri tanto nella città quanto nella Diocesi, come altresì dovrà servire per ricevere e curare altre persone della città primariamente, ed in sussidio anche della diocesi (intendendo sempre di maschi e non di femmine) le quali siano povere, preferendo alle persone popolari e plebee quelle di condizione civile ed onesta alle quali non convenga passare allo Spedale pubblico della città a prudente giudizio dei Signori Esecutori ed amministratori”, disponeva Fissiraga al capitolo 20 del testamento, precisando che i letti fossero portati fino a trenta, e di preferire, tra gli ammalati del contado, quelli provenienti da Galgagnano, località dove la famiglia deteneva da tempo terre e possedimenti. Antonio Fissiraga dispose infine di affidare la cura e l’assistenza (ospedaliera e spirituale) agli infermi ai Reverendi Padri Ospitalieri, Fatebenefratelli, dell’ordine di san Giovanni di Dio, escludendoli però dall’amministrazione dei beni e delle rendite.Poco passò dalla lettura del testamento, avvenuta pubblicamente il 20 dicembre 1766, che in città si aprì un dibattito in merito all’opportunità di concentrare il lascito Fissiraga nell’Ospedale Maggiore di Lodi, ma gli esecutori testamentari ben difesero il progetto fino ad ottenere l’approvazione da parte governativa con Sovrano rescritto 1 luglio 1733 di Maria Teresa d’Austria, e da parte ecclesiastica con Breve papale 21 aprile 1768 d’approvazione della convenzione con i Fatebenefratelli. Il testamento Fissiraga si ispirava infatti proprio al desiderio di consentire ai sacerdoti e alle persone di civile condizione, ma venute a trovarsi in difficoltà economica, di essere curate in un luogo più consono alla loro condizione rispetto al pubblico ospedale cittadino. Ma probabilmente l’opposizione alla fondazione dell’Ospedale nasceva non già dall’avversione al progetto, bensì dall’interesse suscitato dalle ricche rendite ad esso collegate.L’Ospedale iniziò subito, nel 1768, la sua attività, e prosperò grazie anche ai successivi lasciti testamentari che si aggiunsero a partire dal 1838 al principale istituito da Fissiraga, tra cui quelli di: Donna Teresa Marsili vedova Zumali, del suo secondo marito dott. Francesco Cavezzali, avv. Carlo Bertoletti, cav. Leopoldo Gorla, già presidente della Deputazione amministrativa dell’Ospedale, Antonio Lombardo, anch’esso membro della stessa deputazione, Giuseppe Arnoldi, cav. Pietro Bulloni ed altri ancora.L’Ospedale operò per oltre due secoli, estendendo la sua attività anche ad ammalati solventi o a carico di Comuni e Istituti pubblici d’assistenza, uomini e donne, conservando però sempre le fondamentali caratteristiche disposte con testamento dal fondatore. Durante il periodo napoleonico e i promi anni della restaurazione fu amministrato dalla locale Congregazione di carità (1807 – 1822) in un’unica sezione “sanitaria” insieme con il locale Ospedale Maqggiore. A seguito dell’Unità d’Italia, l’Ospedale Fissiraga fu retto secondo le norme previste dalla Legge sulle Opere pie del 1890, e rimase autonomo, nonostante continui tentativi di assorbimento nell’Ospedale Maggiore di Lodi, fino alla cessazione di ogni attività negli anni 1978 per istituzione del nuovo Servizio Sanitario Nazionale.

Complessi archivistici

Fonti

  • Gorla 1904 = Leopoldo Gorla, L'Ospedale Fissiraga in Lodi, Lodi, 1904
  • Radice, Mapelli 1991 = Gianfranco Radice, Agostino Mapelli, I Fatebenefratelli. Storia della provincia Lombardo-Veneta di S. Ambrogio dell'Ordine Ospedaliero di San Giovanni di Dio, Libro II - 1668 - 1787, Milano, 1991
  • Agnelli 1917 = Giovanni Agnelli, Lodi e il suo territorio nella storia, nella geografia e nell'arte, a cura della Deputazione storico artistica di Lodi, Lodi, 1917, pp. 259 - 260

Compilatori

  • Mauro Livraga (Archivista)
  • Mariasilvia Cortelazzi (Archivista)