Consorzio per la tutela del vermut italiano e dei vini aromatizzati ad aromatizzazione amara ( 1968 luglio 26 - [1973 ?] )

Tipologia: Ente

Tipologia ente: Ordine professionale, associazione di categoria

Altre denominazioni:

  • Consorzio per la tutela del vermut italiano
  • Consorizo di tutela del vermut italiano

Condizione: privato

Sede: Milano, Via San Vittore al Teatro 3, presso Unione Italiana Vini

Abstract

Nato nel 1968 come organizzazione comune tra imprenditori nel contesto di una difficile situazione del mercato del vermut, il Consorzio per la tutela del vermut italiano e dei vini ad aromatizzazione amara ebbe come obiettivo principale la normalizzazione della concorrenza nel settore del vermut bianco, rosso e chinato, di consumo corrente, attraverso un’autodisciplina dei consorziati tesa ad evitare forme di concorrenza anomale.
La sua attività proseguì fino alla primavera del 1972 quando, a seguito delle dimissioni di alcuni soci, il Consorzio, pur giuridicamente ancora esistente, aveva sostanzialmente sospeso la sua attività.

Profilo storico / Biografia

Il Consorzio per la tutela del vermut italiano e dei vini aromatizzati ad aromatizzazione amara si costituì a Milano il 26 luglio 1968, davanti ad Ambrogio Roncoroni fu Daniele notaio in Milano, quale organizzazione comune di imprenditori per l’autodisciplina, la tutela e la valorizzazione del vermut e dei vini aromatizzati ad aromatizzazione amara.

La costituzione del consorzio avvenne nel quadro della tutela della professione degli imprenditori vinicoli perseguita dall’Unione Italiana Vini società cooperativa e nell’ambito dei soci dell’Associazione Nazionale Commercianti e Produttori – Commercianti di vini liquorosi, spumanti aromatizzati aceti e alcoli, sindacato facente parte dell’Unione Italiana Vini – Federazione nazionale del Commercio Vincolo.
A significare maggiormente il deciso intervento dell’Unione Italiana Vini alla nascita del Consorzio, il fatto che promotore dell’iniziativa e figura di notevole importanza politica e organizzativa dello stesso fu Antonio Niederbacher, allora direttore dell’Unione Italiana Vini e de Il Corriere Vinicolo. Oltretutto sede dell’ente furono gli uffici dell’Unione, a Milano in Via San Vittore al Teatro 3.
Il consorzio entrò in funzione il 1 agosto 1968; notizia della costituzione del Consorzio di Tutela del Vermut italiano è data su Il Corriere Vinicolo n. 31 del 5 agosto 1968

Secondo il testo dello Statuto del Consorzio, approvato dall’assemblea dei soci del 13 dicembre 1968, finalità del Consorzio furono:

a) Disciplinare la produzione e la vendita del vermut e dei vini aromatizzati ad aromatizzazione amara;
b) Valorizzare la produzione e il commercio di detti vini, even­tualmente anche attraverso un marchio consorziale istituito insieme all’unione Italiana Vini;
c) Attuare ogni altra iniziativa utile alle aziende consorziate, ivi compresi gli interventi a favore dei consorziati presso i fornitori, la clientela, il pubblico e le autorità.

Formatosi dunque nel contesto di una difficile situazione del mercato del vermut e dei vini ad aromatizzazione amara, il Consorzio ebbe come primo obiettivo la normalizzazione della concorrenza nel settore del vermut bianco, rosso e chinato, attraverso un’autodisciplina dei consorziati tesa ad evitare forme di concorrenza anomale; occorre a questo proposito notare che tale consorzio differiva nella sua principale finalità dai consorzi per la tutela dei nomi di origine del vino che allora andavano diffondendosi dopo l’emanazione del DPR 930/1963, Norme per la tutela delle denominazioni di origine dei mosti e dei vini.

Oggetto di intervento del Consorzio furono i vermut di consumo corrente e non altri prodotti allora altamente reclamizzati o i vini aromatizzati di maggior costo; non era altresì nell’interesse del consorzio la questione dell’esportazione di marsala speciali.

Alla sua costituzione il consorzio raccolse un gruppo di industrie allora largamente note sui mercati nazionali e che si ipotizzava rappresentassero insieme circa l’80% della produzione nazionale di vermut di consumo corrente. I consorziati si accordarono per ripartire in quote fisse aziendali la complessiva quantità di vermut e di vini ad aromatizzazione amara da esse vendibile annualmente in Italia. Tale quotizzazione avrebbe dovuto rendere del tutto controproducente la vendita del prodotto sottocosto, scoraggiando così la vendita a prezzi anomali, senza la necessità dell’imposizione di un prezzo minimo da rispettare.
Secondo statuto, erano ammesse al Consorzio le imprese industriali e commerciali socie dell’Unione Italiana VIni soc. coop. che avessero una vendita complessiva annua minima di 1.000 ettolitri di vermut o vini aromatizzati in genere. L’adesione al Consorzio impegnava l’impresa consorziata per qualsiasi ditta, azienda o marca di sua pertinenza.

Il consorzio venne in origine costituito dalla società Sante Stefanini srl (Lugo di Ravenna), La Canellese di Sconfienza Oreste snc (Canelli), e dai signori Francesco Beccaro (ditta Fratelli Beccaro di Acqui Terme) e Giacomo Sperone (ditta Sperone Giacomo di Cusano Milanino). Oltre ai suddetti soci fondatori, riunitisi davanti al notaio per la costituzione del Consorzio, furono soci promotori dell’ente anche le società e ditte: Fratelli Tombolini snc (Loreto Marche), Pippione Giovanni (Castagnole Lanze), Saven spa – Fratelli La Grassa (Conegliano Veneto), International Wine e Food Company sta (Milano), IVLAS spa (Asti, frazione Porta Camaro), Ba-No Ballarino e Nosenzo srl (Canelli), Giorgio Barbero e Figli sas (Canale, Cuneo), Bosca Giovanni (Canelli), Figli di Angelo Benso (Castagnole Lanze), Giovanni Curone spa (Cascina Nuova di Bollate), Irvas – Filippetti spa (Canelli), Robba Rocco spa (Canelli).

Nella primavera del 1972, il Consorzio di tutela del Vermut, pur giuridicamente esistente, aveva sostanzialmente sospeso la sua attività, in seguito anche alle dimissioni di alcuni dei soci.

Complessi archivistici

Soggetti produttori

Fonti

  • CV 1950 - = Il Corriere Vinicolo, organo dell'Unione Italiana Vini, Unione Italiana Vini, 1950 - corrente (settimanale)

Compilatori

  • Prima redazione: Francesco Emanuele Benatti (archivista) - Data intervento: 27 novembre 2023