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Polpenazze. Archivio della congregazione di carità e del cessato ente comunale di assistenza aggregato all’archivio comunale di Polpenazze. Inventario

Polpenazze. Archivio della congregazione di carità e del cessato ente comunale di assistenza aggregato all’archivio comunale di Polpenazze. Inventario (1439 - 1978)

342 unità archivistiche di primo livello collegate

Archivio

L'archivio del cessato ente comunale di assistenza (o ECA) di Polpenazze, aggregato all'archivio comunale, per ragioni derivanti dalla sua evoluzione istituzionale conserva la documentazione relativa a tutte le attività di pubblica assistenza erogate nel comune dalle istituzioni a ciò preposte, a partire dal tardo medioevo e fino alla soppressione dell'ECA stesso.
Tra le carte dell'archivio del cessato ECA di Polpenazze sono conservati i documenti prodotti dalla congregazione di carità e dagli enti in essa confluiti (cfr. profilo dell’ente) già a partire dal periodo napoleonico. Che tali carte siano senza ombra di dubbio di pertinenza dell'archivio dell'ECA e non di quello comunale (anche se in origine tali carte antiche ne facevano parte, visto che ospedale ed eredità erano amministrate dal comune tramite ufficiali a ciò espressamente preposti) è confermato da alcuni inventari ottocenteschi che sono giunti fino a noi. In primo luogo quello già citato altrove, del 1815 che, oltre alle carte del comune di Polpenazze (e dei cessati comuni di Puegnago e Soiano), descrive anche i "libri della congregazione": per quello che ci interessa segnala i libri del miglio (cioè del monte miglio eretto in Polpenazze), i libri dell'ospedale, quelli delle diverse eredità e quelli delle ville.
Siamo però in possesso di un altro inventario, molto più dettagliato, redatto nel 1860 dai responsabili dell'amministrazione di beneficenza che contiene l'inventario dell'archivio dell'ente stesso (1), suddiviso in tre parti: "Registri antichi", "Registri recenti" e "Altri atti e documenti". Ed è proprio in conseguenza diretta del fatto che i beni ed i documenti di questi enti assistenziali siano confluiti nella congregazione, che la documentazione relativa alla loro attività in epoca di antico regime sia stata ora compresa nell'archivio aggregato dell'ECA.
Naturalmente le carte relative all'ospedale e sue eredità e quelle relative alle ville, sono state collocate in serie appositamente costituite: tale separazione risultava del resto già chiaramente in essere all'atto dell'organizzazione delle nuove congregazioni, definita dalla legge costitutiva del 1862. Per preparare questa legge erano state richieste alle amministrazioni di beneficienza le informazioni necessarie alla sua elaborazione, e l'inventario generale del 1860 venne compilato probabilmente per rispondere a tali sollecitazioni. L'inventario è suddiviso in varie parti, la prima delle quali riguardava tutti gli atti dell'archivio che erano suddivisi in fase di descrizione in diverse porzioni recanti i titoli rispettivamente di "testamenti o fondiarie" cioè atti fondativi dei vari istituti compresi nella locale congregazione, "registri antichi", "registri recenti", "altri atti e documenti" raccolti in cartelle e relativi alla gestione patrimoniale ed amministrativa, come capitali, locazioni, amministrazione interna.
Tale elenco risulta importante per seguire l'evoluzione istituzionale degli istituiti ed è significativo anche dal punto di vista della consistenza documentaria; lo è purtroppo meno per effettuare riscontri precisi in quanto alcuni registri sono descritti collettivamente (per esempio "sette registri antichi dell'ospedale intitolati cassa crediti"); mancano poi del tutto gli estremi cronologici per cui diventa impossibile effettuare riscontri certi.
Per ciò che riguarda invece la documentazione relativa all'attività di erogazione della beneficienza, gli obblighi specifici dei vari istituti, previsti dai lasciti che li alimentavano, richiesero una gestione ed una contabilità separate: ospedale, ville ed eredità avevano infatti un proprio libro cassa, esazioni proprie ed un proprio fascicolo di instrumenti: questa l'immagine che si deduce dall'analisi dell'inventario del 1860.
Nella realtà invece la documentazione è stata conservata in maniera approssimativa: ci sono pervenute cartelle recanti titoli originali e contraddistinte da lettere dell'alfabeto e da numeri (A, B, BII, C, D, E, EII ecc.) contenenti affari omogenei, ma tale suddivisione (non si può infatti parlare di classificazione anche perché l'operazione sembra posteriore alla produzione delle carte contenute) è databile alla prima metà del secolo XIX, e non sembra essere rimasta in uso molto a lungo. Essa è inoltre relativa solo ad una porzione limitata dell'archivio e, soprattutto, venne scompaginata in epoca successiva (2). E che la gestione delle carte d'archivio fosse approssimativa è testimoniato anche dal fatto che sul registro di protocollo fino al 1836 vennero annotate le informazioni relative alla posizione d'archivio che però nella realtà non dava luogo ad una disposizione fisica corrispondente nella fase di archiviazione del carteggio.
Del resto non può risultare ininfluente il fatto che le vicende amministrative e patrimoniali della congregazione furono spesso soggette a richiami e interventi dell'autorità politica superiore: a titolo di esempio si può citare il fatto che i conti consuntivi dal 1868 al 1872 vennero "rifatti" come testimonia una lettera, mentre alcune note ipotecarie risultarono "misteriosamente" incendiate più o meno nello stesso periodo (3).
Ciò detto va sottolineato come dall'analisi della documentazione non emergono elementi certi riguardanti la tenuta dell'archivio, anche se no n pare di rilevare tracce di altri interventi sistematici o durevoli (4); inoltre la documentazione non è stata trovata in condizioni ottimali: a parte le buste recanti la classificazione originaria per lettere e numeri, le altre carte sono state recuperate nel solaio della sede municipale in condizioni grottesche. E' stato solo in seguito ad una paziente opera di pulizia e analisi che si sono potute individuare le carte relative all'archivio ECA e dividerle da quelle del comune o della commissaria Biolchi.
E le modalità di conservazione non proprio perfette unita alla mancanza di elementi certi o continuativi di classificazione delle pratiche e degli esibiti hanno reso particolarmente difficile articolare l'ordinamento dell'archivio: il solo elemento caratteristico e distintivo è risultati essere infatti la partizione in cartelle, sia quelle originali dei primi anni dell'ottocento (di cui abbiamo già parlato), sia quelle posteriori che al loro interno presentavano un minimo di coerenza tematica e cronologica. In mancanza di al tro si è dunque deciso di tenere come punto di riferimento l'accorpamento originale in buste o cartelle (quando esistente) e di accorpare la restante documentazione per analogia. Naturalmente si sono costituite delle serie individuate tenendo presente da un Iato le principali funzioni ed attività svolte dalla congregazione e dall'ECA, dall'altro le tipologie documentarie legate a tali attività: l'archivio è stato dunque cosl articolato:
Serie 2.1 Statuto, deliberazioni, nomine dei membri e amministrazione
Serie 2.2 Patrimonio e gestione
Serie 2.3 Attività di beneficienza
Serie 2.4 Bilanci preventivi e conti consuntivi
Serie 2.5 Registri vari
Serie 2.6 Atti confluiti: ospedale ed eredità, ville e monte miglio.
La prima serie raccoglie la documentazione relativa all'organizzazione dell'ente, alle funzioni istituzionali ed alla sua amministrazione in generale (personale, esattoria, rapporti con le autorità superiori ecc.).
La seconda riguarda la gestione del patrimonio mobiliare ed immobiliare dei vari enti succedutisi e nello specifico contiene documentazione relativa a immobili, ma soprattutto a capitali, censi e livelli che costituivano la fonte principale delle rendite della congregazione e dell’ECA, rendite utilizzate poi per le opere di assistenza e beneficienza proprie dell'ente.
La terza serie infatti raccoglie le poche carte relative alla fornitura di servizi assistenziali generici che, in dipendenza dei legati testamentari, erano costituiti soprattutto da distribuzione di aiuti alle famiglie, sotto forma di denaro o di generi alimentari di prima necessità, o più tardi da distribuzioni gratuite di medicinali alla famiglie più povere (che sono conservate in alcuni casi fra le carte allegate ai conti consuntivi).
Benché relative al periodo di antico regime, le polizze e gli elenchi delle dispense effettuate da ospedale, eredità e ville sono state collocate in questa serie in quanto reperite condizionate in buste originali simili a quelle contrassegnate da lettere, riconducibili ad un tentativo di riordino effettuato agli inizi del secolo XIX e di cui si è già dato conto.
La quarta serie raccoglie, oltre ai conti preventivi ed ai consuntivi veri e propri, la documentazione contabile accessoria. La serie quinta è di natura composita in quanto a causa del limitato numero dei registri (14 in tutto) non si è ritenuto utile creare serie specifiche per i protocolli, per i registri delle delibere (conservati in parte nella serie 3.1) o per i registri dei crediti.
L'ultima serie contiene infine tutta la documentazione relativa agli enti che vennero concentrati nella prima congregazione all'inizio del secolo XIX; risulta importantissima in quanto, come già detto, tutta la documentazione relativa alle attività di beneficienza ed assistenza erogate nel comune a partire dal tardo medioevo conflul nell'archivio della congrega7ione: come sarà meglio spiegato nella introduzione alla se rie, si tratta di carte relative all'ospedale (fondato nel 1439, uno dei più antichi della provincia), alle eredità da questo amministrate ed alle ville ovvero frazioni del comune che quali gestivano beni ricevuti in eredità a favore dei poveri della villa stessa.
Come si potrà notare nell'analisi delle varie unità, la documentazione rivela lacune abbastanza vistose soprattutto per la fine del secolo XIX e per il XX: vista la mancanza di elementi di comparazione e controllo, quali inventari o protocolli degli esibiti, risulta difficile indicare se tali lacune siano dovute ad una effettiva diminuzione della produzione documentaria in seguito alle cambiate condizioni istituzionali oppure se siano da imputare a scarti inconsulti c incuria nella conservazione. Non è impossibile ipotizzare che parte della documentazione del cessato ente comunale di assistenza sia conservata frammista alle carte dell'archivio comunale relativo al XX secolo, come a volte avveniva nei piccoli comuni. La consistenza totale dell'archivio del cessato ECA è di 342 unità contenute in 156 buste.

NOTE:
(1) Si veda l'unità in b.1 fasc. 3.
(2) Come dimostra il fatto che a volte il contenuto non coincide, o coincide solo parzialmente col titolo originale delle cartelle.
(3) Cfr. rispettivamente le note alle unità in b. 65 fasc. 2 e b. 83, si vedano anche le unità b. 14 fasc. 1, b. 81 e b. 74 per le anomalie connesse all'approvazione dei conti ed ai disordini amministrativi .
(4) La risposta inviata all'archivio di stato di Brescia circa le condizioni di conservazione e la consistenza dell'archivio dell'ECA (cfr. unità b. 6) dimostrano una mancanza di conoscenza quasi assoluta circa la documentazione in proprio possesso da parte degli amministratori; va rilevato tra l'altro che con ogni probabilità a quel tempo i documenti più antichi erano conservati assieme all'archivio storico del comune, presso i quali sono stati trovati in occasione del presente intervento

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