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Opere pie e beneficenza

Opere pie e beneficenza (1524 - 1936)

292 unità archivistiche di primo livello collegate

Serie

Nel titolo è raccolta tutta la documentazione afferente alla Congregazione di Carità di Melegnano, già Luogo Pio Elemosiniero, e la documentazione del Comune inerente la beneficenza pubblica.

La parte più rilevante quantitativamente è rappresentata dagli atti della Congregazione, tanto che il titolo costituisce un piccolo fondo a sè nell'archivio generale del Comune; il carteggio comunale è presente in questo titolo in minima quantità ed evidenziato nell'intitolazione dei fascicoli con la dicitura "assistenza comunale".

Gli atti della Congregazione comprendono carteggio molto composito ed eterogeneo, proprio perchè comprensivo di documentazione riguardante tutta l'amministrazione dell'ente (istituzione con le fondiarie, acquisizione ed amministrazione di legati e lasciti testamentari, erogazione della beneficenza, gestione delle condotte medico−chirurgiche, amministrazione generale, gestione del personale, deliberazioni del CdA, contabilità ecc.).

Relativamente all'acquisizione e all'amministrazione di legati e lasciti testamentari si segnala la presenza di istrumenti, pateat, testamenti olografi con atti di deposito e registrazione, corrispondenza con gli eredi dei legatari e con i legali in caso per controversie sull'applicazione delle disposizioni.

Inoltre, sono raccolti atti inerenti la concessione di doti, la distribuzione di farmaci gratuiti, l'assistenza medica per gli infermi indigenti, l'assistenza ai poveri, la fondazione ed amministrazione dell'Ospedale Predabissi, l'istituzione della Società operaia locale.

Riguardo all'amministrazione delle condotte medico−chirurgiche da parte del Luogo Pio, soprattutto per il periodo anteriore al subentro del Comune nell'amministrazione del servizio, si rileva la presenza dei fascicoli personali dei medici e le pratiche sulla ripartizione territoriale delle condotte.

Gli estremi cronologici dei fascicoli riguardanti la contabilità della Congregazione, qui suddivisa per anno contabile, sono stati rilevati a prescindere dalla datazione delle approvazioni tutorie dei consuntivi, rilasciate in modo regolare nell'anno successivo a quello di riferimento; tale documentazione contiene, con una certa regolarità, i prospetti delle imposte versate annualmente (tassa di manomorta, di ricchezza mobile ecc.) e le relazioni morali accompagnate al consuntivo.

Storia archivistica:

L’archivio della Congregazione di Carità oggi costituisce una serie dell’archivio storico del comune di Melegnano.

L’archivio della Congregazione conserva anche tutta la documentazione prodotta e acquisita dal Luogo Pio, poi Congregazione di Carità di Melegnano, per un arco cronologico che va dal 1524 al 1897 e susseguenti.

Il fondo, in quanto prodotto da un Ente autonomo rispetto al Comune è considerato archivio aggregato a quello comunale e separato fisicamente dalla documentazione prodotta dal Comune.

L’anomalo e inesatto inserimento di questo fondo nell’archivio comunale di Melegnano pare risalire all’intervento di riordino del 1953. Prima di quella data non è attestatabile, infatti, la presenza di atti congregatizi tra le carte comunali, né negli elenchi-inventari comunali, già citati, né tra gli elenchi di scarto proposti nel 1934, 1939 e 1953/54: gli unici incartamenti relativi alla Congregazione si riferivano alla nomina dei membri del Consiglio d’amministrazione, che, infatti, era di spettanza comunale.

Durante il presente lavoro è, inoltre, emerso che tutti i fascicoli di carteggio amministrativo afferenti alla Congregazione erano già stati fascicolati in precedenza in camicie intestate all’Ente Comunale d’Assistenza, riodinati e classificati secondo il titolario di quell’istituzione. Tale intervento ha provocato anche smembramenti di pratiche.

All’interno di tali fascicoli la presenza di copertine originarie è riscontrabile per circa un quarto dei casi; su fascicoli e documenti ci sono tracce coeve di segnature archivistiche (numeri di cartelle), anche doppie. Non sono presenti frammistioni di atti comunali e congregatizi all’interno dello stesso fascicolo.

Probabilmente, fino al 1953, l’archivio della Congregazione della Carità veniva conservato a parte ed era accorpato all’archivio dell’ECA, al cui quadro di classificazione era stato impropriamente riportato. Probabilmente la fisionomia originaria del fondo era già stata pregiudicata.

La STEM separò le due sezioni, fondendo l’archivio congregatizio con quello comunale, nel titolo “Opere Pie e beneficenza” e poi nella Cat. 2 “Opere pie – beneficenza”, e ordinando e inventariando il fondo dell’ECA in 44 buste, di cui compilò un elenco di consistenza.

In occasione del presente intervento, sono stati reperiti alcuni registri della CdC, accorpati agli atti dell’ECA alla cessazione dell’Ente dopo il 1978; sono stati estrapolati e inseriti in questo inventario.

L’archivio della Congregazione della Carità, prima Luogo Pio Elemosiniero, si andò costituendo a partire dalla fondazione ufficiale del Luogo Pio nel 1775, in seguito alla soppresione di alcune istituzioni religiose e assistenzali, di cui assorbì parte delle sostanza. In quell’occasione, con il passaggio dei beni immobili, l’Ente acquisì anche l’archivio annesso al patrimonio.

L’amministrazione ebbe cura particolare delle proprie carte, preoccupandosi di riporle ordinate in cartelle su scansie e scaffali, in modo da procurarsi “una maggiore facilità nel richiamo delle carte occorribili, e per la loro indispensabile conservazione”(1). Il disbrigo delle faccende amministrative mise, anzi, in evidenza dispersioni e lacune nel patrimonio documentale, imputabili alla mancanza di locali e mobili deputati alla conservazione delle carte e a sede dell’Ente, ai molteplici cambi di mano degli atti nel corso dei secoli e infine a non meglio ricostruibili vicende amministrative: nel 1843, in occasione del recupero da parte del Luogo Pio di messe inadempiute, l’amministrazione rilevò la mancanza di atti attestanti i benefici probabilmente persi “per la disgraziata circostanza che tutte le antiche carte furono preda delle fiamme nell’incendio avvenuto molti anni sono nell’archivio di questa parrocchiale” (2). Ancora nel 1857 si cercò di recuperare documentazione mancante, cercandola inutilmente tra le carte della cessata municipalità che nel 1815 vennero ritirate dalle autorità austriache, forse insieme a quelle della allora vigente Congregazione di Carità, il cui presidente in epoca napoleonica era appunto il Podestà del Comune (4).

La mancanza di una sede determinò il periodico trasferimento dell’archivio dai locali dalla Parrocchia, agli uffici comunali, all’abitazione dei presidenti e amministratori alternatisi alla guida dell’istituzione, anche dopo la costituzione della nuova Congregazione di Carità nel 1861.

Il repertorio degli atti compilato per il passaggio amministrativo attesta l’esistenza di un archivio ordinato in 43 buste (bb. 1-26 di carteggio amministrativo dal 1510 al 1861; bb. 27-43 di consuntivi dal 1806 al 1860), ripartito per materie (“Fondiaria del L.P. e documentazione relativa”, conservante gli atti più antichi; “Capitali a mutuo”; “Capitali impiegati in cartelle del R. Monte” “Livelli in corso”; “Legati di beneficenza”; “Legati di culto”; “Causa Pia Visconti”, ecc.) (3). Inventari periodici delle carte redatti nel 1866, 1875, 1877 e 1892, nonché i registri di protocollo dell’epoca, confermano l’uso di assegnare gli atti per materia, distribuiti in cartelle, materialmente ordinate e numerate; documenti e fascicoli venivano a loro volta elencati negli inventari (4).

Il lungo articolo 5° del Regolamento di ammistrazione e servizio della Cdc compilato nel 1877 dettava le norme per la tenuta dell’archivio e l’archiviazione, riconoscendone come responsabile il Presidente (5).

L’archivio era conservato presso gli uffici comunali, “per gentile assenso della Giunta Municipale”, dove rimase ancora nel 1937, “in un armadio di legno di ragione del Comune”, quando venne consegnati alla subentrante amministrazione dell’ECA (6).

(1) Ibidem, Carteggio anteriore al 1898, Tit. 2-Opere pie e beneficenza, b. 13, fasc. 11, Richiesta di autorizzazione all’I.R. Delegazione provinciale per la costruzione di uno scaffale d’archivio dell’8 maggio 1828.

(2) Ibidem, Carteggio anteriore al 1898, Tit. 2-Opere pie e beneficenza, b. 14, fasc. 12, Lettera del 7 ottobre 1843 a don Luigi Patelani quale Promotore dei LL.PP. di Milano.

(3) Ibidem, Carteggio anteriore al 1898, Tit. 2-Opere pie e beneficenza, b. 23, fasc. 9, Repertorio dei documenti consegnati con verbale del 9 agosto 1861 datato 16 febbraio 1962.

(4) Ibidem, Carteggio anteriore al 1898, Tit. 2-Opere pie e beneficenza, b. 26, fasc. 4, tutto il fascicolo contenente gli inventari.

(5) Ibidem, Carteggio anteriore al 1898, Tit. 2-Opere pie e beneficenza, b. 23, fasc. 8, Bozza del Regolamento amministrativo del 20 novembre 1877; la bozza, a differenza del documento finale, permette di recuperare, tra le parti cancellate, alcune notizie sull’ubicazione dell’archivio: “Non trovandosi conveniente di tenere un apposito locale per l’Archivio, esso venne collocato negli uffici comunali per gentile assenso della Giunta Municipale”.

(6) Archivio dell’Ente Comunale di Assistenza, b. 3, fascicolo relativo all’istituzione dell’ECA, in particolare il verbale di consegna del 12 luglio 1937.

Codici identificativi:

  • MIBA0033F3 (PLAIN) | Annotazioni: Verificato il 18/10/2013

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