|||
Sigilli

Sigilli (sec. XIV - sec. XIX)

Fondo

Altre denominazioni:

  • Sigilli (O) | Annotazioni: Denominazione in GG II 913

Metri lineari: 1.0

Consistenza archivistica: scatole 4 (in GG: 3 scatole)

Le 4 scatole conservano rispettivamente:
− Scat. 1: Sigilli pendenti e frammenti di sigilli pendenti contenuti in involucri cartacei numerati recanti spesso indicazione dei documenti da cui sono stati staccati (di cui i più antichi sembrerebbero del XIV secolo); tra questi si possono segnalare un sigillo imperiale di Carlo VI, un sigillo ducale di Vincenzo II Gonzaga, 4 sigilli arcivescovili, alcuni sigilli monastici, sigilli di uffici ecclesiastici. Vi sono inoltre numerosi frammenti, di cui non è possibile dare un'attribuzione sicura a causa della difficoltà di lettura dovuta alla scomparsa o quasi delle iscrizioni o delle figure.
− Scat. 2: Sigilli dal XVI al XIX secolo, ordinati in fascicoli, e circa 350 sigilli cerei aderenti provenienti dal Carteggio Sforzesco. Tra i sigilli del XVII secolo si ricordano un sigillo di Filippo III, 4 sigilli di Filippo IV, 3 sigilli di Carlo II, un sigillo di Carlo VI; tra i sigilli sforzeschi si possono menzionare Bona Sforza, Ippolita Maria Visconti d'Aragona, Galeazzo Maria, qualche sigillo degli Estensi (Borso, Sigismondo), sigilli di ufficiali ducali e ambasciatori.
− Scat. 3: 25 sigilli aderenti e pendenti, raccolti in involucri cartacei numerati, senza ulteriori indicazioni.
− Scat. 4: 10 involucri cartacei con sigilli estratti dallo Sforzesco (scat. 661).

Storia archivistica:

La collezione dei Sigilli fu creata da Luigi Osio, direttore dell’Archivio di Stato dal 1851 al 1873, con sigilli probabilmente già staccati o sul punto di staccarsi al momento della creazione della raccolta (GG II 913). L’Osio descriveva la raccolta come formata da “qualche migliaia d’impronte di sigilli cavate dal numerosissimo carteggio ducale e da altri atti d’Archivio e privati, le quali ordinate come ora sono per secoli, per categorie e per persone, giovano al servizio archiviale per le ricerche concernenti la sfragistica, l’araldica e la numismatica” (OSIO, Documenti diplomatici, pp. XIIIXIV). Proprio per facilitare la ricerca, Osio dispose che tutti i sigilli della raccolta “previa applicazione di un numero progressivo in doppio, al documento e al sigillo che contemporaneamente veniva distaccato, fossero con ordine cronologico registrati a protocollo con l’indicazione del nome, cognome ed ogni altra qualità degli individui e dei Corpi morali che ne fecero uso, data topica e cronica” (OSIO, ibidem). Nelle intenzioni dell’Osio, e in linea col vivo interesse che egli aveva per l’araldica e la sfragistica, lo studioso avrebbe così visto queste estrapolazioni come un mezzo per preservare i sigilli; in realtà i documenti e i sigilli non furono dotati di questi numeri doppi, con la conseguenza che risultò difficile ristabilire la corrispondenza tra gli uni e gli altri, in quanto erano sì presenti le descrizioni dei sigilli ma mancavano validi elementi per identificare i documenti di provenienza. Il tipo stesso di registrazione indicato dall’Osio non è sufficiente a identificare il documento da cui il sigillo fu staccato, perché non contiene l’indicazione precisa della provenienza; inoltre tale registrazione non risulta che sia avvenuta per tutti i sigilli della collezione. Con ogni probabilità l’Osio stesso previde le critiche che potevano essergli mosse per il distacco dei sigilli, sul piano storico-diplomatistico e archivistico, rispetto al concetto di unitarietà del documento che considera appunto il sigillo come uno strumento di validazione e non come semplice elemento decorativo del documento; l’Osio sembra quasi giustificare il suo operato quando dice che i documenti da lui trattati “esistono a centinaia e che per tali documenti formanti un estesissimo carteggio epistolare, se anche taluno dei suggelli levati dovesse andare smarrito […], ciò non sarebbe di alcun danno, potendosi agevolmente supplire a tale mancanza con altri eguali” (OSIO, ibidem; BAZZI, Sigilli in Lombardia: il catalogo di L. Osio, p. 106).
La raccolta è formata da 4 scatole. Le prime due (scatt. 1 -2) contengono sigilli (pendenti e aderenti) provenienti dall’Archivio Ducale, censiti e studiati da Andreina Bazzi (BAZZI, ibidem); la scat. 3 comprende sigilli aderenti e pendenti di cera (in teca e non), che provengono probabilmente dal fondo Araldica parte moderna degli Atti di governo (bb. 147 – 149), da qui appunto estratti dall’Osio a formare con gli altri questa collezione. L’ultima scatola conserva sigilli estratti da Sforzesco 661, come segnalato da una nota di Andreina Bazzi (1965) ivi contenuta.

Documentazione collegata:

AS MI, Miscellanea Storica, b. 112, Luigi OSIO, “Impronte di sigilli pubblici e privati del sec. XV”, dispensa I, Milano 1861; contiene testi e fotografie raccolte dall’Osio per la creazione della collezione dei sigilli

Codici identificativi:

  • MIBA00260F (PLAIN) | Annotazioni: Verificato il 18/10/2013
  • asmi2580 (ASMI Anagrafe) | Annotazioni: Verificato il 18/10/2013

Soggetti conservatori

Soggetti produttori

Progetti

Fonti

  • BAZZI, Storia dei sigilli di Francesco Sforza = BAZZI Andreina, "Contributo alla storia dei sigilli di Francesco Sforza", in «Quaderni ticinesi. Numismatica e antichità classiche», VI (1977), pp. 401 - 408
  • BAZZI, Sigilli in Lombardia: il catalogo di L.Osio = BAZZI Andreina, "Contributi allo studio dei sigilli in Lombardia. Il catalogo di Luigi Osio e la collezione dei sigilli staccati dell'Archivio di Stato di Milano", in «Arte Lombarda», 49 (1978), pp. 105 - 111
  • OSIO, Documenti diplomatici = OSIO Luigi (a cura di), "Documenti diplomatici tratti dagli archivi milanesi e coordinati per cura di Luigi Osio", Milano 1864 - 1872
  • MICA0002A0 = Sigilli, 1978

Compilatori

  • Prima redazione: Daniela Bernini (archivista) - Data intervento: 21 ottobre 1998
  • Rielaborazione: Flora Santorelli (archivista) - Data intervento: 01 maggio 2006