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Museo diplomatico

Museo diplomatico (sec. VI - 1100)

Fondo

Altre denominazioni:

  • Archivio Diplomatico: Museo Diplomatico (O) | Annotazioni: Denominazione in GG II 903

Metri lineari: 4.08

Consistenza archivistica: scatole 24 (In GG: scatole 24)

Diplomi imperiali e regi, bolle pontificie, atti vescovili e atti "pagensi". L'atto più antico è un frammento papiraceo del VI secolo proveniente dalla Collezione Morbio, mentre altri atti datati 681, 713 e 714 sono in realtà copie. In particolare l'atto del 681 è una copia di falso prodotta da Carlo Galluzzi, falsario milanese della metà del Seicento; le copie del 713 e del 714 sono relative a fondazioni pavesi: San Pietro in Ciel d'Oro e il Monastero del Senatore. In fondo conserva anche per epoche successive copie coeve e posteriori.
La scatola n. 24 contiene un'appendice con pergamene dei secc. XI−XII e documenti in copia del sec. VII.

Il fondo conserva la "Cartola de accepto mundio", pergamena datata 12 maggio 721, considerata il più antico documento conservato in un Archivio di Stato italiano. Si tratta di un mundio, istituto del diritto longobardo secondo il quale un uomo aveva il diritto e il potere di amministrare i beni della donna considerata dal diritto longobardo incapace di agire, e di assisterla nel compiere atti giuridici anche nel caso di beni di proprietà della donna stessa. Il mundio era esercitato dal mundoaldo, in genere un parente maschio della donna (marito, fratello, anche un figlio minorenne nel caso di una vedova); senza l'approvazione del mundoaldo gli atti giuridici della donna non erano validi. L'istituto del mundio proviene dal diritto germanico che poneva la donna in condizione fortemente subalterna all'uomo; nell'editto di Rotari, col quale questo re mise sulla carta i principi del diritto longobardo, è ribadita l'impossibilità giuridica della donna di liberarsi dal mundio. La pergamena appartiene al periodo del re longobardo Liutprando ed è scritta in corsiva nuova italiana.

Ciascun pezzo è conservato in tre camicie prestampate risalenti all'ordinamento della Sezione storico diplomatica, ai tempi della direzione di Luigi Osio. Sul recto della prima sono riportati la denominazione del fondo ("Museo Diplomatico"), il secolo (VIII o IX o X o XI), gli estremi cronologici del documento, il numero progressivo del registro di protocollo e il numero progressivo dell'Indice Generale compilato dall'Osio, infine il nome della classificazione specifica (es. "Atti pagensi").
All'interno della prima camicia se ne trova una seconda, anch'essa prestampata: sul verso sono riportati a penna i dati essenziali della prima camicia e l'ente produttore del documento, sul recto una scheda denominata "Specifiche delle membrane" e divisa in 8 fincature che riportano gli estremi cronologici dell'atto, i nomi dei contraenti, l'"estratto del contenuto", la "qualità del documento" (ossia se autografo, copia etc.), le "pertinenze", e infine "osservazioni diplomatiche", "osservazioni economico−politiche" e "luogo e numero del documento".
La seconda camicia contiene una traslitterazione del documento conservato (a volte già di mano dell'Airoldi) e una terza camicia prestampata che segnala la provenienza del pezzo, gli estremi cronologici, l'oggetto (con regesto analitico), la qualità e lo spazio per altre osservazioni. All'interno di quest'ultima camicia si trova infine la pergamena.
Alcune pergamene si presentano in cattivo stato di conservazione, altre presentano tracce evidenti di interventi di restauro.
Alfio Rosario Natale, direttore dell'Archivio di Stato di Milano, curò tra il 1963 e il 1968 l'edizione delle pergamene fino al maggio 900, anche se la sua intenzione era di comprendere gli atti fino all'anno 1025 (Il museo diplomatico dell'Archivio di Stato di Milano).
Nell'opera i documenti sono trascritti secondo criteri paleografico − diplomatistici e riprodotti in copia fototipica.
Per ulteriori edizioni documentarie si rimanda al Codice diplomatico della Lombardia medievale (CDLM): edizioni di fonti documentarie prodotte da istituzioni ecclesiastiche e civili tra i secoli VIII e XII http://cdlm.unipv.it/.

Storia archivistica:

Il nucleo originario del fondo fu creato presso l’Archivio diplomatico nella prima metà del 1800 da Ercole Carloni e Paolo Airoldi, addetti all’Archivio, con le pergamene più antiche (fino al sec.XI); Paolo Airoldi procedette ad una suddivisione per anni, regioni, località e provenienza, pose sul dorso delle pergamene stesse la segnatura e trascrisse su appositi quinterni, oltre alle notizie suddette, un transunto del contenuto dell’atto. Ferrario e Cossa continuarono tale attività, creando elenchi distinti per provenienza delle pergamene dal XII secolo. Nei loro lavori di ordinamento gli archivisti si avvalsero delle segnature settecentesche, assegnate dagli addetti ai singoli archivi ecclesiastici, da cui in massima parte questa documentazione proviene, in particolare da Ermes Bonomi dell’abazia di Chiaravalle e Lorenzo Giorgi di Sant’Ambrogio.
Durante questi lavori Airoldi creò un indice delle pergamene fino all’XI secolo, indicandone data, regesto e provenienza; il suo lavoro fu riunito in un’opera in due volumi, il Museo Diplomatico dell’Archivio Diplomatico di Milano, che contiene regesti di pergamene dall’anno 712 al 21 febbraio 799 e dal 1001 al 1005.I documenti del secolo XI compresi in questo registro e spettanti ai diversi monasteri di Modena furono restituiti all’Archivio Regio di Modena a partire dall’anno 1860.
Nel 1852, quando l’Archivio diplomatico fu deposito in San Fedele, il Museo diplomatico costituì una delle parti della Sezione storico-diplomatica degli Archivi governativi creata da Osio. A quell’epoca il Museo diplomatico, arricchito con acquisti fatti da Osio, era formato da 30 cassette grandi con atti dall’VIII all’XI secolo; le carte anteriori al 1000 furono edite nel XIII volume dei “Monumenta historiae patriae” (1873).
Lo stesso Osio riprese l’indice di Airoldi e lo integrò creando l’Inventario, che, con quale modifica apportata nel 1990, è attualmente disponibile in Aula di studio (Inventario di sala D 1).
Il fondo fu compreso nella Sezione diplomatica dal direttore dell’Archivio di Stato di Milano Luigi Fumi (1908-1920).

Documentazione collegata:

AS MI, Bolle e brevi, Bolle e brevi

Codici identificativi:

  • MIBA002AAC (PLAIN) | Annotazioni: Verificato il 18/10/2013
  • asmi3020 (ASMI Anagrafe) | Annotazioni: Verificato il 18/10/2013

Soggetti conservatori

Soggetti produttori

Progetti

Fonti

  • Archivio di Stato di Milano, Il museo diplomatico = Il museo diplomatico dell'Archivio di Stato di Milano, a cura di A.R. Natale, parte I e II, Archivio di Stato di Milano, Milano 1970.
  • MANARESI, Rapporto = MANARESI, C., Rapporto (...) sulle condizioni generali delle Pergamene (Fondo di Religione) e riordinamenti compiuti nell'anno 1910, in «Annuario del Regio Archivio di Stato in Milano per l'anno 1911», pp. 63-90.
  • NATALE, Lezioni di archivistica = NATALE, A.R., Lezioni di archivistica, parte II (...). Archivio di Stato di Milano. Avviamento scolastico alle ricerche storiche, Milano 1974
  • BORTOLOTTI, Archivio diplomatico = BORTOLOTTI, Archivio diplomatico in Archivi italiani. Archivio di Stato di Milano, Ministero per i beni e le attività culturali, Betagamma editrice, Viterbo, 2001
  • OSIO, Documenti diplomatici = OSIO Luigi (a cura di), "Documenti diplomatici tratti dagli archivi milanesi e coordinati per cura di Luigi Osio", Milano 1864 - 1872
  • Bazzi, Il restauro dei cisterciensi = BAZZI A., Il restauro dei Cisterciensi, Milano, 1975
  • MICA0002CF = Museo diplomatico, 1990
  • MICA0002D0 = Museo diplomatico dell'Archivio diplomatico di Milano, XIX sec. prima metà
  • MICA0002D1 = Indice generale delle pergamene, 1860
  • MICA000461 = Pergamene per fondi: Capitolo di San Giorgio al Palazzo di Milano, 1911
  • MICA00066A = Il museo diplomatico dell'Archivio di Stato di Milano

Compilatori

  • Prima redazione: Eleonora Saita (archivista) - Data intervento: 13 gennaio 1999
  • Integrazione successiva: Carmela Santoro (archivista di Stato) - Data intervento: 01 febbraio 2006