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Parco nazionale dello Stelvio. Sezione storica

Parco nazionale dello Stelvio. Sezione storica (1932 novembre 25 - 1982 settembre 11)

2.731 unità archivistiche di primo livello collegate

Sezione

Metri lineari: 44.4

Consistenza archivistica: fascc. 2612 in bb. 248, regg. 71 in bb. 6, regg. 48

La Sezione storica del complesso di fondi Parco nazionale dello Stelvio è costituita dai fondi prodotti sino al 1978 dall’Ufficio di amministrazione del Parco e dai posti di custodia soppressi incaricati della sorveglianza nei territori trentino, altoatesino e della Valfurva:

− Parco nazionale dello Stelvio. Ufficio di amministrazione;
− Posto di custodia di Martello;
− Posto di custodia di Prato allo Stelvio;
− Posto di custodia di Santa Gertrude d’Ultimo;
− Posto di custodia di Silandro;
− Posto di custodia di Rabbi;
− Posto di custodia di Malè;
− Posto di custodia di Cogolo;
− Posti di custodia di Madonna dei Monti e Santa Caterina Valfurva.

Storia archivistica:

Il complesso di fondi Parco nazionale dello Stelvio si costituì a partire dal 1995 in seguito alla soppressione dei posti di custodia del Parco nazionale dello Stelvio esistenti in area trentina e altoatesina, i cui archivi furono concentrati a Bormio, in via Monte Braulio 56, dove già era ospitato l’archivio dell’Ufficio di amministrazione del Parco, anch’esso formalmente soppresso in quell’anno, e un piccolo nucleo di documenti risalente agli anni ’60 prodotto dagli ex posti di custodia della Valfurva.
Per comprendere le vicende che portarono alla costituzione del complesso di fondi è necessario fornire alcune informazioni sommarie sulle riforme che coinvolsero il Parco dagli anni ’70 sino alla metà degli anni ’90, quando per l’ente si concluse un sessantennio di relativa stabilità amministrativa alle dipendenze dell’Azienda di Stato per le foreste demaniali (1935 – 1977) – ente statale costituito nel 1920 per la gestione del demanio forestale dello Stato – e della successiva Gestione ex Azienda di Stato per le foreste demaniali (1978 – 1995), ufficio istituito per gestire le residue competenze rimaste allo Stato dopo il trasferimento della materia alle regioni disposto nel 1977.
Risale al novembre 1993 l’istituzione del Consorzio di gestione del Parco, costituito da Stato, Regione Lombardia, Provincia autonoma di Bolzano – Alto Adige e Provincia autonoma di Trento, organo chiamato a garantire l’amministrazione condivisa dell’ente, in linea con una serie di norme emanate nei decenni precedenti (per un approfondimento su tali norme si rimanda alla scheda del soggetto produttore Parco nazionale dello Stelvio. Ufficio di amministrazione). Il Consorzio entrò effettivamente in funzione nell’ottobre 1995, dopo un periodo di transizione affidata al commissario Annibale Mottana (aprile – settembre 1995), che nell’agosto di quello stesso anno fu nominato primo presidente del Consorzio. Oltre alla figura del presidente, il Consorzio prevedeva un Consiglio direttivo e operava attraverso un Ufficio centrale di amministrazione, con sede a Bormio. Accanto agli organi centrali, figuravano tre Comitati di gestione per i settori del Parco.
Da quella data fino alla loro cessazione, giunta a inizio 2016, ciascuno dei quattro uffici produsse e conservò un proprio archivio, senza che si giungesse a un’integrazione o commistione con la documentazione pregressa. Dal punto di vista giuridico, l’archivio dell’ex Ufficio amministrazione del Parco e quelli dei posti di custodia soppressi passarono sotto il controllo del nuovo Consorzio, soluzione coerente con i principi sanciti sin dal decreto del Presidente della Repubblica 15 gennaio 1972, n. 11, concernente il Trasferimento alle Regioni a statuto ordinario delle funzioni amministrative statali in materia di agricoltura e foreste, di caccia e di pesca nelle acque interne e dei relativi personali ed uffici, che aveva stabilito il passaggio della documentazione prodotta dall’amministrazione forestale agli uffici regionali incaricati di occuparsi della materia.

La documentazione rimasta in capo al Raggruppamento carabinieri parchi. Reparto Parco nazionale Stelvio in Lombardia

All’atto pratico, tuttavia, la gestione della documentazione fu meno lineare del previsto. La riforma del 1995, infatti, comportò anche la separazione delle attività amministrative e gestionali del Parco da quelle di sorveglianza sul suo territorio, che rimasero in capo al Corpo forestale dello Stato, con la creazione di un apposito Cta – Coordinamento territoriale per l’ambiente del Parco nazionale dello Stelvio. Settore lombardo. A prescindere dalla titolarità della documentazione antecedente al 1995, essa rimase nei locali di via Monte Braulio, divenuti di pertinenza del Cta, mentre gli uffici del Consorzio traslocarono in una nuova sede. Questa circostanza, unita alla spartizione delle funzioni un tempo concentrate nell’Ufficio di amministrazione del Parco, produsse, in maniera quasi naturale, lo scorporo di alcune serie documentarie, ereditate dal Cta ed entrate a far parte integrante del suo archivio.
In estrema sintesi, fu integrata nell’archivio dell’allora Corpo forestale buona parte della documentazione risalente agli anni ’80 e primi ’90 relativa alle funzioni di verifica e controllo delle attività sottoposte ad autorizzazione, organizzata in fascicoli per località che continuarono a essere alimentati anche dopo il 1995. Lo stesso fenomeno si verificò per quasi tutti i fascicoli personali degli impiegati, compresi quelli relativi al personale cessato dal servizio, che hanno continuato di fatto a essere gestiti e alimentati dal Cta. La gestione diretta di questo nucleo di documenti è passata al Raggruppamento carabinieri parchi. Reparto Parco nazionale Stelvio in Lombardia, che nel 2016 subentrò al Cta, in occasione della soppressione del Corpo forestale dello Stato.

La documentazione ereditata dal Consorzio

Rimasero parte integrante del complesso di fondi Parco nazionale dello Stelvio ereditato dal Consorzio le restanti serie prodotte dall’Ufficio di amministrazione, compresa pressoché tutta la documentazione riguardante le autorizzazioni di quella che è stata individuata come sezione storica (1932 – 1978), e i seguenti fondi posti in essere dai posti di custodia: Martello (sezione storica e di deposito); Prato allo Stelvio, nel quale confluirono i fondi dei posti di custodia di Stelvio – Gomagoi, Glorenza e Tubre (sezione storica e di deposito); Santa Gertrude d’Ultimo (sezione storica e di deposito); Silandro (sezione storica e di deposito); Rabbi (sezione storica e di deposito); Malè (sezione storica e di deposito); Cogolo (sezione storica e di deposito); Madonna dei Monti e Santa Caterina Valfurva (solo sezione storica).

Gli archivi dei posti di custodia

La documentazione prodotta dai posti di custodia, che per la sezione storica si articola in 8 distinti fondi, presenta una storia archivistica particolarmente difficile da ricostruire, sia a causa delle lacune documentarie riscontrate, sia per le particolari vicende istituzionali vissute dai diversi posti di custodia, presidi dell’Ufficio di amministrazione del Parco cui erano affidate attività di controllo, tutela, gestione forestale, cura e osservazione della fauna. Nel corso del tempo, essi mutarono spesso sede, subendo accorpamenti, soppressioni e ricostituzioni che portarono a smembramenti e fusioni dei rispettivi archivi.
I fondi in questione, inoltre, sembrano essersi costituiti solo a partire dagli anni ’50 e ancor di più negli anni ’60, mentre per il periodo precedente non si è rinvenuta traccia di complessi autonomi. Quest’ultimo dato non pare dipendere da eventuali perdite subite durante il Secondo conflitto mondiale, come accadde per l’archivio dell’Ufficio di amministrazione. Benché i “custodi” del Parco siano attestati sin dall’istituzione dell’ente, in origine probabilmente esercitavano le loro funzioni appoggiandosi ai locali uffici della Milizia nazionale forestale, prima, e del Corpo forestale dello Stato, in seguito. Quest’ipotesi è avvalorata dal fatto che almeno sino agli anni ’50 nel carteggio dell’Ufficio di amministrazione del Parco e nei relativi registri di protocollo compaiono esplicitamente solo i posti di custodia di Bormio (SO) e Cogolo di Peio (TN).
La presenza di una rete di posti di custodia più ampia, come accennato, è tuttavia attestata sin dalle origini del Parco. Per gli anni prebellici, il quadro forse più chiaro risale al 1937, quando figuravano in servizio i seguenti custodi: Giuseppe Valzer (Posto di custodia di Bormio, nella circoscrizione del distaccamento di Bormio, in provincia di Sondrio); Arcangelo Bagozza (Posto di custodia di Cogolo, Comune aggregato nel 1928 a Peio, nelle circoscrizioni del distaccamento di Malè e della stazione di Ossana, in provincia di Trento); Nello Pellati (Posto di custodia di Glorenza, nelle circoscrizioni del distaccamento di Malles-Venosta e della stazione di Prato allo Stelvio, in provincia di Bolzano); Giovanni Piccoli (Posto di custodia di Oris, comune aggregato nel 1929 a Lasa, nella circoscrizione del distaccamento di Silandro, in provincia di Bolzano); Tullio Nenzi (Posto di custodia di Silandro, nella circoscrizione del distaccamento di Silandro, in provincia di Bolzano); Carlo Blaas (Posto di custodia di Martello, nelle circoscrizioni dei distaccamenti di Laces e S. Valbruga d’Ultimo, in provincia di Bolzano).
Nella documentazione del Secondo dopoguerra il Posto di custodia di Oris non figura più, né si hanno notizie di un suo archivio. Al suo posto, nei decenni a seguire, ne comparirono altri. Tra quelli più stabili figurano il Posto di custodia di Rabbi (TN), il cui archivio contiene documenti a partire dal 1960 sino alla soppressione del 1995, e quello di Santa Gertrude d’Ultimo, nel Comune di Ultimo (BZ), la cui attività è attestata dal 1971 al 1995. Del Posto di custodia di Stelvio (BZ) si hanno documenti a partire dal 1953, anno nel quale il paese ritornò autonomo, staccandosi dal Comune di Prato allo Stelvio, al quale era stato aggregato nel 1929. Da metà anni ’70 l’ufficio fu denominato alternativamente Stelvio, Stelvio – Gomagoi o semplicemente Gomagoi, frazione nella quale aveva sede. Più breve fu l’esistenza del Posto di custodia di Tubre (BZ), istituito nel 1955 e aggregato al Posto di custodia di Stelvio nel 1969. I Posti di custodia di Stelvio e Glorenza furono soppressi nel 1978, con la costituzione del nuovo Posto di custodia di Prato allo Stelvio, che ereditò dunque i nuclei documentari dei due uffici, oltre alla documentazione di Tubre, e continuò la propria attività sino al 1995. Particolare, infine, il caso del Posto di custodia di Malè (TN), di cui si hanno documenti dal 1968 al 1970, anno della prima soppressione, che sarebbe durata sino al 1983, quando l’ufficio fu ricostituito, per proseguire la propria attività sino alla seconda soppressione. Per i Posti di custodia di Madonna dei Monti e Santa Caterina Valfurva, entrambi nel Comune di Valfurva (SO), si hanno documenti solo per un breve periodo sul finire degli anni ’60. Per lo stesso periodo è attestata anche la presenza di un Posto di custodia a Sant’Antonio Valfurva, del quale tuttavia non si sono rinvenuti nuclei documentari. La presenza di un generico Posto di custodia nel Comune di Valfurva è comunque attestata almeno a partire dai primi anni ’60 e anche dopo il 1968, ma per entrambi i periodi non si è rinvenuta documentazione.
Ricapitolando, sul finire degli anni ’70 risultavano attivi 8 posti di custodia – Bormio, Cogolo di Peio, Martello, Prato allo Stelvio (erede di Stelvio e Glorenza), Rabbi, Santa Gertrude d’Ultimo, Silandro e Valfurva –, ai quali nel 1983 si sarebbe aggiunto il ricostituito Posto di custodia di Malè.

La riforma del 2016

L’assetto istituzionale del Parco mutò nuovamente nel febbraio 2016, quando il Consorzio cessò le proprie funzioni, in linea con quanto stabilito nell’Intesa siglata tra lo Stato e i tre enti interessati l’11 febbraio 2015. Si giunse pertanto alla definitiva separazione della gestione dei tre settori tra Regione Lombardia, Provincia autonoma di Bolzano – Alto Adige e Provincia autonoma di Trento, che affidarono l’incarico rispettivamente a Ente regionale per i servizi all’agricoltura e alle foreste – Ersaf. Direzione Parco nazionale dello Stelvio – Lombardia (con sede a Bormio); Ufficio Parco nazionale dello Stelvio, dipendente dalla Ripartizione natura, paesaggio e sviluppo del territorio (con sede a Glorenza); Ufficio Parco dello Stelvio, facente parte del Servizio sviluppo sostenibile e aree protette – Dipartimento territorio, agricoltura, ambiente e foreste (con sede a Cogolo di Peio).
Ciascun ufficio iniziò a produrre e gestire autonomamente la propria documentazione. Per garantire un raccordo tra le tre amministrazioni e ribadire la natura unitaria del Parco, l’Intesa del 2015 stabilì tuttavia l’istituzione di un Comitato di coordinamento e indirizzo. Per il primo quinquennio la presidenza del Comitato fu attribuita al rappresentante di Regione Lombardia, al quale nei successivi quinquenni seguiranno, nell’ordine, i colleghi altoatesino e trentino. Al fine di evitare i rischi di dispersione della documentazione si stabilì inoltre che l’Archivio storico del Parco nazionale dello Stelvio dovesse rimanere a Bormio, per essere gestito e conservato da Regione Lombardia, con il compito di ricevere anche in futuro le scritture prodotte dal Comitato di coordinamento, decorso un decennio dalla loro archiviazione (articolo 6, comma 3 dell’Intesa). Lo Statuto di Ersaf, approvato con delibera del Cda n. III/283 del 10 luglio 2017, all’art. 16 bis, comma h, dispose che la gestione dell’Archivio venisse assicurata dal direttore del settore lombardo del Parco dello Stelvio.
Attualmente, dunque, esistono diversi nuclei documentari di pertinenza del Parco, destinati in futuro a confluire in un unico archivio: l’attuale complesso di fondi denominato Parco nazionale dello Stelvio, diviso in Sezione storica (1932 – 1978) e Sezione di deposito (1979 – 1995), entrambe oggetto dell’intervento di riordino realizzato nel corso del 2019, che ha portato alla realizzazione del presente inventario per la parte storica e di un elenco di consistenza per quella di deposito; il fondo del Commissario del Consorzio_, costituito da pochi metri lineari di documentazione prodotta nel 1995, anch’esso conservato a Bormio nella sede di via Monte Braulio 56; l’archivio dell’_Ufficio centrale di amministrazione del Consorzio (1995 – 2016) e quello del Comitato di gestione per la Regione Lombardia (1995 – 2016), entrambi conservati presso l’attuale sede di Bormio del Parco e presso il Centro visitatori di Sant’Antonio Valfurva; la documentazione prodotta dal Comitato di coordinamento e indirizzo del Parco (2016 – ). Al momento non si hanno informazioni dettagliate sui fondi prodotti dal Comitato di gestione per la Provincia autonoma di Bolzano – Alto Adige e per la Provincia autonoma di Trento (1995 – 2016), rimasti sotto il controllo degli uffici provinciali incaricati di amministrare i due settori del Parco a partire dal 2016.

Lingua della documentazione:

  • ita
  • ger
  • eng
  • fre

Soggetti titolari:

  • Ente regionale per i servizi all’agricoltura e alle foreste - Ersaf. Direzione Parco nazionale dello Stelvio - Lombardia

Condizione di accesso:

parzialmente accessibile

Soggetti conservatori

Soggetti produttori

Progetti

Compilatori

  • Schedatura: Marco Lanzini (archivista) - Data intervento: 18 maggio 2019