Gianni Caponi ([1959] - 2011)
1.266 unità archivistiche di primo livello collegateFondo
Consistenza e tipologia documentaria
Il fondo contiene documentazione raccolta dal restauratore nel corso della sua vita lavorativa e da lui donata volontariamente all’Associazione ed è composta prevalentemente da immagini di rilevante interesse storico−artistico per il ruolo che Gianni Caponi ha ricoperto nel mondo del restauro, organizzata in prevalenza in raccolte e album fotografici con negativi, positivi su carta e diapositive. Sono contenuti in misura inferiore anche autorizzazioni, preventivi e collaudi ed altri referti di analisi oltre ad una raccolta bibliografica che testimoniano visivamente l’attività svolta restauratore.
Complessivamente la documentazione schedata era raccolta in precedenza in scatoloni e in parte infaldonata e consisteva in:
• 57 faldoni
• 512 caricatori di diapositive 24×26 mm
• 14 cassetti metalli con 560 cartellette sospese
• 1 faldone con DVD e HD esterni – (esclusi dal presente progetto).
Le aggregazioni documentali sono state costituite dal restauratore su singoli interventi o affari (incarichi, commissione e altro) e sono principalmente formate da fascicoli, cartel−lette e caricatori di diapositive spesso con intitolazione e indicazioni topografiche e contenenti quasi esclusivamente raccolte, album e insiemi fotografici.
Obiettivi e risultati
Con questo progetto è stata eseguita la schedatura e l’inventariazione del fondo, che contiene quasi esclusivamente documentazione prodotta da Gianni Caponi nel corso della sua carriera lavorativa. La produzione dell’inventario rende ora il fondo facilmente consultabile, permettendone non solo la consultazione ma anche di fornire un importante contributo agli studi e alle ricerche riguardanti le opere d’arte sul suo ha operato. Questa documentazione è di fondamentale importanza, infatti, sia a fini teorici che tecnici, in quanto, ora che è consultabile, permette in specifico di studiare e conoscere:
• i metodi e le tecniche utilizzati nel restauro e spesso con livelli elevati di precisione e dettaglio;
• gli interventi di restauro eseguiti nel corso del tempo sulle opere d’arte, quelli solo preventivati o previsti e mai realizzati;
• la varietà delle opere d’arte su cui si è operato;
• l’attività editoriale (partecipazioni a pubblicazioni monografiche, riviste e periodici);
• le mostre e le esposizioni di opere d’arte a cui ha partecipato.
Questi fattori di conoscenza, assieme alle analisi dirette e alle comparazioni documentali, permettono:
• ai futuri eventuali nuovi restauri di essere eseguiti su opere d’arte con la piena consapevolezza del loro effettivo stato di conservazione;
• ai catalogatori ICCD delle schede OA opera d’arte di avere dati ed elementi certi, definiti e precisi per la compilazione delle stesse;
• al soggetto conservatore dell’opera di avere un’adeguata e corretta conoscenza del proprio bene anche allo scopo di predisporre una campagna di restauro, una esposizione oppure una pubblicazione;
• alle aziende, gallerie e collezionisti d’arte di integrare le expertise e le descrizioni delle opere private rendendole maggiormente ricche e dettagliate.
• alle scuole e al mondo accademico in generale di avere a disposizione informazioni per i casi di studio, progetti di ricerca e per esigenze didattiche;
• alle guide e agenzie turistiche di arricchire i contenuti delle descrizioni di opere d’arte restaurate per le visite guidate e la redazione di materiali divulgativi (stampa e video).
L’intervento ha prodotto come risultato finale un inventario, in formato pdf e una base dati archivistica, generata, gestita e pubblicata con il programma Archimista contenente circa 1350 record/unità archivistiche e una decina di oggetti digitali in prevalenza di immagini fotografiche oltre alle schede produttore, progetto, fonti, bibliografia e complesso archivistico.
Sono risultati documentati oltre 900 interventi in maggioranza di restauro, ma anche di conservazione in prevalenza effettuata in Toscana e Liguria su opere lapidee ma anche di terracotta e gesso.
Sono stati schedati oltre 1200 servizi fotografici realizzati con fotocamera 6×6 e 24×36 in bianco e nero e in diapositiva a colori che contengono oltre 2800 singole immagini di opere d’arte su cui Caponi e intervenuto.
Criteri metodologici
Secondo quanto previsto nel progetto è stata effettuata schedatura, la verifica, ricostruzione e descrizione dell’ordinamento originario e la produzione dell’inventario finale del fondo Gianni Caponi. Le attività hanno seguito queste fasi secondo un cronoprogramma concordato con l’Associazione:
1. censimento generale della documentazione;
2. individuazione di eventuali altri soggetti produttori;
3. rilevazione di originarie separazioni e aggregazioni delle carte;
4. individuazione di eventuali classificazioni originarie adottate;
5. individuazione e ricostituzione di sezioni e collezioni documentarie originarie;
6. schedatura delle unità archivistiche (fascicoli e registri) con il programma Archimista web (non sono stati eseguiti in quanto non previsti nel progetto: l’utilizzo della scheda unità documentaria, la cartulazione e paginazione delle fotografie, album e dei registri).
7. schedatura archivistica sempre con il programma Archimista dei servizi, insiemi e aggregazioni fotografiche del fondo e digitalizzazione di una selezione delle immagini;
8. generazione di un nuovo riordino logico virtuale del fondo;
9. rilevazione e segnalazione di eventuali criticità dello stato di conservazione della documentazione;
La schedatura delle unità e delle altre schede archivistiche (complessi, produttori, conservatori, progetto) è stata effettuata seguendo gli standard descrittivi previsti dalle norme ISAD, ISAAR e NIERA con il programma Archimista e la base dati prodotta è caricata nel gruppo del progetto ASRI sul sito web regionale Lombardiarchivi installata sui web server della Regione Lombardia
Sono stati utilizzati i tracciati delle schede archivistiche di questo programma conforme agli standard internazionali e che consente l’esportazione delle base dati nei formati di interoperabilità previsti dalla DGA e adottati dall’ICAR.
Le unità riunite nelle rispettive serie archivistiche sono state mantenute nell’ordinamento originario assegnato dal restauratore che ha utilizzato sigle alfanumeriche e numeriche per la segnatura delle singole unità. Ogni unità riportava una marcatura sulle camice dei fascicoli e sui contenitori delle fotografie come segno evidente della organizzazione originaria assegnata dal restauratore. Sono stati rinvenuti nel fondo elenchi con queste sigle relativi alle diapositive e alle cartellette sospese delle cassettiere. Questi elenchi sono stati trascritti e utilizzati per la schedatura delle unità e la redazione dell’inventario.
L’ordinamento delle unità che si è ottenuto è esattamente corrispondente a quello originario impostato da Caponi. Si è intervenuti soltanto in quei pochi casi in cui, con evidenza diretta, le unità si trovavano in una collocazione non corretta rispetto alla segnatura originaria.
Di fondamentale importanza soprattutto per le datazioni degli interventi ma anche per le identificazioni delle opere è stato il curriculum vitae redatto nel 2011 dallo stesso Caponi. Il testo, seppur purtroppo lacunoso e incompleto, fornisce dati essenziali degli interventi ed in specifico:
Anno di esecuzione
Ubicazione
Autore
Oggetto
Committente
Ditta incaricata
Un utile riferimento, soprattutto per la schedatura della documentazione sciolta e disordinata, è stato l’elenco, detto “Fondo al versamento”, compilato con foglio elettronico poco dopo la donazione del fondo a cura dello staff di ASRI prima di questo intervento.
Le schede unità sono state compilate seguendo le norme redazionali del progetto ASRI che prevede i seguenti contenuti:
Campo titolo
In questo campo viene riportata l’ubicazione geografica e topografica (comune, città, frazione) e l’edificio in cui si trova l’opera (con l’opzione non identificato).
Estremi cronologici
Qui si indicano le date di apertura e chiusura desunte o presunte, attribuite e/o, incerte. È stata compilata una tabella con i dati cronologici del curriculum che riporta le date degli interventi distinte per luogo e per regione. Con questa tabella si è stati in grado di utilizzare intervalli cronologici più ristretti e maggiormente attendibili principalmente per i casi in cui la documentazione non conteneva alcuna indicazione temporale.
Spesso la data del curriculum differiva da quella riportata nelle didascalie delle fotografie o nella documentazione dei fascicoli ma è stata ritenuta ugualmente datante e caricata negli estremi cronologici dell’unità. Nei casi in cui invece la datazione è stata ricavata solo dal curriculum lo si è indicato nel campo note alla data.
Contenuto
Qui sono caricati i seguenti dati:
• ubicazione dell’opera (comune, edificio, sede specifica);
• autore dell’opera (indicato nella fonte o identificato oppure con la sigla “s.a.” se non è riportato);
• denominazione dell’opera (indicata, desunta, descritta sommariamente e/o non identificata); questa informazione è replicata per le altre eventuali opere nella stessa sede oggetto del medesimo intervento;
• tipologia (affresco, lapideo, tela, ecc.);
• fotografie e allegati.
Descrizione estrinseca
Contiene le indicazioni della tipologia documentaria (senza la consistenza).
Note
Indicazione della presenza di relazioni, collaudi, verbali, analisi, schede.
Segnatura provvisoria
Allo scopo di non alterare l’ordinamento originario delle unità il campo numerico segnatura provvisoria è stato utilizzato per assegnare una numerazione progressiva crescente ad ogni scheda corrispondente e in parallelo alla sequenza delle unità. In questo modo il campo è stato utilizzato come unico ed esclusivo criterio di ordinamento di ogni serie del fondo.
Segnatura definitiva
La segnatura definitiva (b., fasc.) delle unità archivistiche, è stata assegnata con nume−razione progressiva in serie aperta.
Altre segnature
Campo utilizzato per riportare le sigle alfanumeriche e numeriche originali di Caponi e i riferimenti al curriculum e al fondo al versamento.
In conclusione a questa fase si è potuto definire l’albero con la struttura del fondo che risulta quindi articolato nelle seguenti serie originarie:
1. Documenti biografici e personali
2. Fascicoli sciolti
3. Diapositive nei caricatori
4. Cassettiere con cartellette sospese
4.1 A – Pisa
4.2. G – Lucca e Parma
4.3. L − Lucca
4.4. M – Massa
4.5. O – Pisa
4.6. S – Sulmona
4.7. – Senza sigla
5. Opera a stampa
Da un’analisi comparata della documentazione delle serie risulterebbe che Caponi abbia intenzionalmente voluto dividere e mantenere divise le carte e le fotografie dei restauri che ha eseguito e di queste le stampe fotografiche dalle diapositive. Infatti per ogni intervento vi sono spesso fascicoli e servizi fotografici quasi sempre coevi e complementari nelle 3 principali serie originarie (cl. 2, 3, 4):
1. Documenti biografici e personali: serie che contiene pochissimi documenti relativi alla vita privata di Caponi.
2. Fascicoli sciolti: serie formata in prevalenza con i fascicoli del carteggio generale (schede, relazioni, collaudi, ecc.).
3. Diapositive nei caricatori: serie riferita alla collezione delle diapositive a colori delle immagini conservate in copia per il proprio archivio e di quelle scartate dei servizi fotografici realizzati per la Soprintendenza e il committente.
4. Cassettiera con cartellette sospese: serie dei fascicoli raccolti in cassettiere con i positivi fotografici b/n dei restauri selezionati e conservati con la stessa modalità delle diapositive. È divisa in 6 sottoserie originarie contraddistinte con lettere alfabetiche.
Soggetti conservatori
Soggetti produttori
- Caponi, Gianni 1943 giugno 29 - 2023 dicembre 25
Progetti
- ASRI fondo Gianni Caponi (2024-2025)
Fonti
- Elenchi diapositive Caponi = Gianni Caponi, "Diapositive vecchia archiviazione"
- Tiano 1981 = Pietro Tiano, Alterazioni biologiche legate alle opere d'arte. Dalle lezioni del dott. Piero Tiano al corso triennale di restauro dell'Opificio delle pietre dure. Redazione di Loretta Dolcini, Edizione Polistampa, 1981
- Curriculum Caponi 2011 = Gianni Caponi - Restauratore, "Curriculum vitae", 2011
- Gaspari, Gelli, 2018 = Davide Gasperi, Annica Gelli, Il parco e la villa Prini Aulla Mazzarosa, uno spazio da scoprire, Wikimedia, 2018
- Atto donazione Caponi 2021 = G. Caponi, L. Secco Suardo, "Atto di donazione", 2021
- Calepa camposanto 2024 = Antonio Caleca, Gli affreschi del camposanto di Pisa. Cinque secoli di pittura, ETS, 2024
Link risorsa: http://lombardiarchivi.servizirl.it/groups/UniPV_Cen-/fonds/128587