Monte di Credito su Pegno di Bergamo (1557 - 1964)
270 unità archivistiche di primo livello collegateArchivio
Consistenza archivistica: Unità archivistiche 318, distinte in regg. 246, fascc. 71 e filza 1
L’archivio del Monte di Credito su Pegno di Bergamo è costituito da un piccolo fondo documentario attestante l’attività dell’ente, a partire dalla sua fondazione sino alla metà del XX secolo. Il fondo, che raccoglie solo un frammento dell’archivio originario, copre un arco cronologico che va dal 1557 al 1964 e consta di 246 registri, 71 fascicoli e una filza.
Storia archivistica:
Il verbale d’adunanza del Comitato di gestione della Banca del Monte di Lombardia delibera, il 23 gennaio 1990, il deposito dell’archivio storico del Monte di Credito su Pegno di Bergamo presso l’Archivio di Stato della città. Le carte e i registri, pervenuti alla Banca del Monte di Lombardia, a seguito della fusione del Monte bergamasco con la Banca del Monte di Pavia, costituiscono due nuclei:
1. Il primo formato da 34 registri contabili del periodo veneto e da un «fascicolo di carte del periodo napoleonico» (1);
2. Il secondo costituito da «documenti vari riguardanti la vita amministrativa del Monte della fine ‘800 e primi ‘900. (…) Trattasi di documenti di indubbio valore storico che fanno parte del patrimonio culturale della città di Bergamo e sono collaterali ed integrativi di documenti conservati presso altre istituzioni bergamasche, per cui è senza dubbio opportuno che detti documenti ricevano una collocazione che ne permetta la consultazione e lo studio da parte di storici e ricercatori».
Il verbale elenca, poi, i singoli registri, con l’indicazione dei titoli e degli estremi cronologici di ciascuno, e, in modo sommario, i contenuti dei faldoni (statuti e regolamenti, costruzione del Palazzo del Monte di Pietà in viale Vittorio Emanuele II, bilanci, cessazione della Banca del Monte di Pietà, impiegati ed uffici). Infine il Comitato dell’istituto bancario delibera all’unanimità l’affidamento delle carte, di cui conserva la piena proprietà, all’Archivio di Stato di Bergamo previa apposita convenzione di deposito a titolo gratuito. Il versamento avviene nel 1991.
Nota dell'archivista:
Notizie d’intervento
L’intervento ha previsto il riordino e l’inventariazione della documentazione, prodotta dal Monte di Pietà di Bergamo nel corso della sua attività; il fondo, che rivela notevolissime lacune, si distingue in tre sezioni:
1. Sezione I – Monte di Pietà di Bergamo, costituita da serie incomplete di registri e da una filza di “bollette” (ordini di pagamento), dal 1557 al 1805;
2. Sezione II – Monte di Pietà e Banca del Monte di Pietà di Bergamo, amministrati dalla Congregazione di Carità, contenente corrispondenza e registri della Congregazione, poi Ente Comunale di Assistenza, dal 1864 al 1938;
3. Sezione III – Monte di Credito su Pegno di Bergamo, con un lacerto di corrispondenza amministrativa e alcune serie di registri, dal 1939 al 1964.
Per quanto riguarda la prima e più antica sezione, l’osservazione e la lettura dei registri, nonostante le numerose lacune, ha permesso d’individuare serie e sottoserie, modulandone la struttura in:
1. Elemosine
2. Mastri
3. Giornali
3.1 Libri giornali
3.2 Libri giornali tratti dai libri dei tesorieri
4. Cassa
4.1 Libri di cassa [del tesoriere]
4.2 Libri di cassa
4.3 Scontri di cassa
5. Mandati
6. Contabilità
6.1 Registri diversi
6.2 Ordini diversi
Da rilevare la compresenza di sottoserie parallele tra i libri giornali e di cassa, compilati da figure amministrative diverse del Monte di Pietà, spesso non identificabili per mancanza di annotazioni sui frontespizi, che hanno permesso, in molti casi, l’attribuzione certa di alcune sottoserie.
La seconda sezione, individuata a partire dall’affidamento dell’amministrazione del Monte di Pietà alla Congregazione di Carità di Bergamo (1864), contiene carteggio della Congregazione, poi ECA, protocollato da un doppio numero di registrazione (il numero del protocollo generale della CdC e il numero di protocollo interno del Monte di Pietà – MP) che testimonia e salvaguarda l’autonomia del Monte, ma sotto il più ampio controllo della Congregazione cittadina, e classificato secondo un titolario non reperito e non ricostruibile completamente in base alle sole segnature presenti sulle carte e sulle camicie originali.
Le voci di titolario ricorrenti, spesso confuse, non attribuite con rigore e in molti casi corrette con nuove classificazioni sovrascritte (2), forse per l’introduzione di un nuovo titolario, sono:
I o I.1 Statuto e regolamento
I ½ – Impiegati ed uffici (3)
II – Beni e case – Affittanze
III – Mutui – Interessi – Esattorie
IV e V – Azienda dei pegni
VIII – Materie diverse
Pertanto si è ricostruita la struttura del fondo, esemplandola, per la serie relativa alla Corrispondenza, in base alle classificazioni presenti sulle carte; sono state aggiunte le serie particolari dei registri e serie e sottoserie hanno ricevuto una nuova numerazione indipendente dalla classificazione originaria, che però è puntualmente rilevata per ogni unità della corrispondenza nell’omonimo campo.
Le serie e le sottoserie si strutturano come segue:
1. Corrispondenza
1.1 Statuto e regolamento
1.2 Impiegati ed uffici
1.3 Beni e case – Affittanze
1.4 Contabilità
1.5 Azienda dei pegni
1.6 Stati patrimoniali
1.7 Bilanci e conti
1.8 Materie diverse
2. Registri
2.1 Protocolli della corrispondenza
2.2 Copialettere
2.3 Libri giornali
2.4 Libri di cassa
2.5 Libri giornali dell’Esattoria consorziale di Stezzano – Zanica
2.6 Registri diversi
L’attenta analisi delle carte ha rivelato una prassi amministrativa consolidata: la camicia del fascicolo presenta un titolo manoscritto, corredato dalla classificazione d’archivio e dalla registrazione puntuale di tutti i numeri di protocollo e delle annualità della documentazione contenuta, che costituisce la pratica. Nel corso del riordino si è cercato di ricomporre, là dove possibile, le pratiche originali, riconducendo carte sciolte e ricostruendo le serie dei numeri di protocollo contenuti in origine e annotati sulle papele.
La modalità di sedimentazione delle carte all’interno di ogni fascicolo consiste nell’avvolgere o meglio “incamiciare” il documento più antico con quelli sempre più recenti, creando veri e propri plichi di documenti avvolti uno nell’altro.
Il carteggio era contenuto in buste originali, in pessimo stato di conservazione, di cui si è deciso di conservare i soli dorsi, in coda al fondo.
Le ricorrenti lacune del carteggio sono spesso giustificate da annotazioni manoscritte che attestano il passaggio delle carte agli Affari Generali della Congregazione di Carità, vale a dire al fondo archivistico principale della Congregazione, oggi conservato presso la Biblioteca civica Angelo Mai, non riordinato e non inventariato.
L’assenza di strumenti di corredo analitici rende impossibile trovare conferma agli interrogativi sorti nel corso del riordino, ma un elenco provvisorio dei registri censiti presso la sezione storica dell’archivio comunale di Bergamo in via Tasso, ha rivelato la presenza della serie pressoché completa dei protocolli della corrispondenza del Monte di Pietà.
Nell’ambito dell’archivio storico della Fondazione MIA – Congregazione della Misericordia Maggiore di Bergamo, conservato presso l’Archivio di Stato, sono stati ritrovati spezzoni d’archivio del Monte che sanano in parte alcune lacune del fondo (4). Nelle presentazioni in testa alle serie e/o sottoserie si segnalano i rimandi alle unità archivistiche inventariate a cura di Gianluca Perondi (5).
La terza sezione contiene un lacerto del carteggio amministrativo del Monte di Credito su Pegno e cinque sottoserie di scritture gestionali che si configurano secondo la seguente struttura:
1. Corrispondenza
2. Registri
2.1 Mastri
2.2 Giornali
2.3 Registri dei pegni
2.4 Registri d’entrata e uscita dei pegni
2.5 Registri di tassazione sui pegni
Tutti i registri provengono dalla Fondazione Famiglia Legler di Brembate di Sopra (BG), depositati presso l’Archivio di Stato di Bergamo.
Gli obiettivi del presente intervento sono stati:
- La verifica dell’integrità del fondo;
- L’inventariazione delle unità archivistiche, con una descrizione analitica dei contenuti, la segnalazione di indicazioni cronologiche e una nuova numerazione dei pezzi;
- Il riordino dei registri e dei fascicoli in base al primo estremo cronologico;
- L’elaborazione delle schede del soggetto produttore e del complesso archivistico, alla luce dell’inventariazione analitica, in base alle norme ISAD (G) e ISAAR (CPF);
- L’etichettatura e il ricondizionamento delle carte e dei registri.
Criteri di descrizione delle unità archivistiche
L’inventario descrive i singoli fascicoli o registri, unità archivistiche di base.
Per ciascuna unità sono stati compilati i seguenti descrittori:
- Numero di unità
Il software Archimista attribuisce automaticamente un’unica numerazione di corda a tutti i pezzi schedati.
- Classificazione
È indicato l’indice di classificazione, risultato della strutturazione del fondo in sezioni, serie e sottoserie.
- Titolo
I titoli sono stati mutuati da quelli presenti sui registri e sui fascicoli o, in assenza di titoli originali posti tra virgolette, ricavati dai contenuti.
- Estremi cronologici e Note alla data
Si sono indicate le date delle annotazioni dei registri e della documentazione conservata nei fascicoli; in caso di documentazione non datata, gli estremi cronologici sono stati attribuiti, se possibile, e indicati tra parentesi quadre.
Nelle note è segnalata la presenza di eventuali antecedenti o susseguenti agli estremi cronologici principali.
- Contenuto
Descrizione dei contenuti dei registri e delle carte conservate in ciascun fascicolo.
- Note
Nelle note sono stati indicati:
- presenza di documentazione inserta o allegata al contenuto principale del fascicolo;
- indicazione di pubblicazioni a stampa;
- eventuali rimandi archivistici.
- Descrizione estrinseca
Per i registri sono stati rilevati i seguenti elementi:
- misure;
- descrizione delle coperte;
- numero delle carte;
- presenza di cartulazione e carte bianche.
- Segnatura definitiva
Si tratta delle nuove numerazioni dei registri e dei fascicoli, progressive da 1, per ogni sezione e della numerazione delle buste, progressiva da 1 per tutto il fondo.
Stato di conservazione
Le carte sono in discreto stato di conservazione.
Note
(1) Molto probabilmente questo fascicolo è la filza di ordini di pagamento d’epoca francese, emessi dal cancelliere e dal segretario del Monte di Pietà per la liquidazione di forniture e lavori, datata 1796 giugno 1 – 1798 febbraio 28.
(2) Alcuni esempi: III sovrascritto a IV.2; III.4 sovrascritto a VI.5; IV.1 sovrascritto a VII.1 e IV.3 sovrascritto a VII.3.
(3) Sulle carte più antiche questa serie è classificata V/7 C.
(4) Sono 72 unità distinte in 39 fascicoli e 33 registri, datati 1798 marzo 12 – 1939: Ordini diversi (2 fascicoli, 1798 marzo 12 – 1805 agosto 9), Conti consuntivi e bilanci di previsione (25 registri, 1847 – 1939), Reversali (2 fascicoli, 1906), Mandati (34 fascicoli, 1906 – 1933), Iscrizioni ipotecarie (un registro, 1809 luglio 21 – 1834 maggio 31) e Registri di cassa (8 registri, 1870 – 1917).
(5) Vedi Inventario della Fondazione MIA – Congregazione della Misericordia Maggiore di Bergamo – Archivio storico, sezione moderna, a cura di Gianluca Perondi, aprile 2020.
Soggetti produttori
- Monte di Pietà di Bergamo 1557 - 1864
- Monte di Pietà di Bergamo, amministrato dalla Congregazione di Carità 1864 - 1938
- Monte di Credito su Pegno di Bergamo 1938 - 1985
Compilatori
- Schedatura: Dilda, Giovanni Luca (archivista) - Data intervento: 04 maggio 2023
Link risorsa: http://lombardiarchivi.servizirl.it/groups/UniPV_CentroMano-/fonds/188096