Società anonima piombo e zinco - SAPEZ [1942-1954] ( [1942 gennaio 3] - 1954 dicembre 10 cessazione formalizzata con rogito il 30 aprile 1955 )

Tipologia: Ente

Tipologia ente: Ente economico / impresa

Altre denominazioni:

  • S.A.P.E.Z. [1942-1954]
  • Società piombo e zinco [1942-1954]
  • Società mineraria piombo e zinco [1942-1954]

Condizione: privato [azienda a partecipazione statale, nel Gruppo Ammi]

Sede: Roma

Profilo storico / Biografia

Il 3 gennaio 1942 è costituita, con sede a Roma, la Società Anonima Piombo e Zinco (SAPEZ), frutto della risoluzione della controversia tra la società belga Vieille Montagne e l’Azienda Minerali Metallici italiani.
La SAPEZ è proprietaria dei siti minerari nei comuni di Gorno, Oneta e Oltre il Colle, impiega 350 operai su turni di 24 ore.
La produzione della SAPEZ, dunque, comincia durante gli anni centrali del secondo conflitto mondiale e la sua vicenda storica è fortemente condizionata dagli sconvolgimenti e le difficoltà di questo momento. Nel 1943, con l’occupazione nazista, la produzione subisce un considerevole calo. Il 30 settembre il “Mandatario Generale per l’Italia del Ministero del Reich per l’Armamento e la Produzione bellica” dispone che la produzione mineraria italiana passi interamente all’occupante.
Nel 1944, dopo la liberazione di Roma e di Firenze, la repressione nei confronti dei lavoratori diviene più forte e volta a scongiurare qualsiasi spinta sovversiva. Il generale Leyers controlla gli stabilimenti; con un dispaccio definisce SAPEZ ‘azienda protetta’ con numero distintivo 16057 Bg. L’ingegnere Luigi Noble favorisce i partigiani della formazione ‘Primo Maggio” aiutandoli a mimetizzarsi tra i giovani minatori, esonerati dall’arruolamento.
Tra il 17 e il 18 febbraio 1945 la brigata ‘XXIV Maggio’ rapina i magazzini della SAPEZ. Il controllo del Reich permane fino al mese di aprile. Finita la guerra la situazione delle società minerarie è molto difficile. Il CLN emana provvedimenti per la tutela dei lavoratori e le imprese. Grazie a queste misure, AMMI, tornata a Roma, e SAPEZ evitano la chiusura, limitandosi a ridurre personale e orari di lavoro. Alla SAPEZ rimangono 134 operai, mentre 556 dipendenti sono collocati “in integrazione zero ore”.
Nel 1946 il credito dell’AMMI verso la SAPEZ raggiunge i 140.000.000 di lire, avendo finanziato anche le miniere di Iglesiente in Sardegna.
La situazione rimane critica anche a causa di riserve di minerali invenduti, dopo la fine della guerra. La SAPEZ colloca 3.000 tonnellate di blenda in Francia e sollecita l’arrivo del carbone necessario per la calcinazione delle calamine già disponibili.
Nel 1947 il Governo italiano stanzia nuovi contributi per dare nuovo sostegno alle aziende del Gruppo AMMI. La SAPEZ assume un nuovo assetto azionario e cambio dirigenza.
Tra il 1947 e il 1948, con l’adesione italiana al Piano Marshall, la SAPEZ, riceve aiuti americani attraverso l’OECE, riprendendo slancio. Nel 1948 il progetto d’installazione di una nuova fonderia elettrolitica a Ponte Nossa, con capacità produttiva di circa 10.000 tonnellate annue di metallo, è inserito nel Piano Marshall.
Il 1949 conferma un aumento della produzione delle miniere. Il 1950, invece, è un anno di transizione in attesa della costruzione del nuovo impianto già in cantiere. Nel 1951 le tensioni sociali e gli scioperi colpiscono anche i lavoratori della SAPEZ. Dopo una discussione in Senato riguardo il costruendo stabilimento di Ponte Nossa, rilevando spese aggiuntive, si procede alla stipula di un contratto integrativo tra ERP e SAPEZ, firmato a Roma il 21 novembre. I firmatari sono: Dayton per ERP, il prof. Cianci consigliere delegato della SAPEZ, Bolaffi direttore generale del Ministero del Tesoro, Liguoro e Gambino consiglieri di amministrazione dell’AMMI.
Il nuovo stabilimento entra in produzione nel giugno del 1952. Nel 1953, a causa delle fluttuazioni della Borsa di Londra, il gruppo AMMI, SAPEZ compresa, è in grandi in difficoltà. Il prezzo dello zinco entra in crisi. In Senato si decide un nuovo aumento del capitale di AMMI. SAPEZ licenzia 300 operai impiegati presso le miniere sarde più deficitarie (Agruxian, Nebida, Masua e Acquaresi). Seguono scioperi e l’occupazione delle miniere.
Nel 1954 un provvedimento legislativo stabilisce un nuovo intervento dello Stato che assume il 60% per cento del capitale AMMI, mentre è deciso il destino SAPEZ procedendo, il 10 dicembre del 1954, alla fusione per incorporazione della SAPEZ nell’AMMI. Le azioni SAPEZ, ancora di Vieille Montagne, sono acquisite da AMMI. Infine, nel 1955 è formalizzato il passaggio tra le due società delle concessioni minerarie in Val Seriana e Val Brembana.

Complessi archivistici

Soggetti produttori

Fonti

  • Furia Miniere Bergamasca 2012 = Furia, Luigi, Le miniere di piombo e zinco della Bergamasca, Bolis edizioni, 2012
  • Baccanelli miniere di Zinco 2007 = Baccanelli, Amerigo, Il viaggio dello zinco : le miniere e lo stabilimento elettrolitico nella Valle del Riso, 2007
  • Terra_Della Valentina = Gianluigi Della Valentina, Terra, lavoro e società. Fonti per la storia del Bergamasco in età contemporanea, Il filo di Arianna, 1984
  • Valdelriso.it = Valderiso.it. Cultura e tradizioni (sito web), 2012
  • Zinco Canale5 2021 = Valle dello zinco (Mela Verde), 16/05/2021
  • Valle zinco = La valle della zinco, [1948-1950]
  • Minatori 2004 = Minatori, Comune di Premolo BG. Quaderni di InOltre, 2004

Compilatori

  • Inserimento dati: Silvia Giugno (archivista) - Data intervento: 13 gennaio 2020