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Miniere di Gorno *

Miniere di Gorno * (1863 - 1992)

2.731 unità archivistiche di primo livello collegate

Archivio

Consistenza archivistica: 2596 unità archivistiche (fascc. 1461, unità documentarie 868, regg. 267, escluse le unità conservate in Archivio di Stato di Bergamo)

Il complesso archivistico storicamente e comunemente denominato delle Miniere di Gorno identifica un deposito che si è generato nel corso del tempo presso gli uffici in località Campello di Gorno delle società industriali qui operanti mediante aggregazione e accumulo di fonti avvenuti nel corso degli ultimi due secoli.
L'archivio è stato prodotto da una serie di imprese industriali belghe, inglesi e italiane fra cui l’ultima è stata la SAMIM spa del gruppo ENI. Una delle direzioni distaccate per la divisione mineraria dell’alta Italia aveva sede nella frazione Campello in comune di Gorno. Queste aziende hanno operato nel corso dei secoli XIX e XX in quest’area, nel bergamasco, in alcune regioni del nord d’Italia e in Sardegna. L‘archivio è composto dalla documentazione superstite che si è conservata dopo la chiusura di tutte le attività estrattive avvenuta nel 1982. E' formato dagli atti dell'ultima società industriale titolare delle concessioni la SAMIM spa poi Nuova SAMIM spa e dalla documentazione ereditata dalle società titolari precedenti a partire dalla seconda metà dell'Ottocento. In archivio vi è anche la documentazione della Montedison spa, titolare direttamente o indirettamente tramite società controllate o partecipate, di altre concessioni minerarie nel Nord d'Italia.
Si tratta di un complesso lacunoso e incompleto soprattutto per quanto riguarda la parte amministrativa e societaria, mancano ad esempio i verbali del consiglio di amministrazione, delle assemblee, le scritture societarie e quelle di carattere economico come i bilanci, gli inventari, registri IVA, la gestione dei cespiti e ancora molti fascicoli del personale.
L'archivio è formato in prevalenza dalla corrispondenza della direzione e dalla documentazione geologica e tecnica prodotta dagli uffici Geologico, Tecnico e Topografico in cui sono predominanti i disegni dei rilievi sia geominerari che dell'impiantistica. La corrispondenza era principalmente intrattenuta con la direzione nazionale di Roma e in misura minore con il Distretto Minerario (1) e i fornitori.
In un ordine di servizio dell'AMMI (n. 207, 10/01/1973) si apprende che l'organico dell'Ufficio di Gorno era così composto:
capo ufficio, addetto al settore tecnico, addetto alla segreteria, addetto all'archivio (2). Inoltre si dispone che copia della corrispondenza che intercorre tra gli uffici di sede e le sezioni periferiche deve essere trasmessa alle rispettive direzioni delle unità periferiche.
Sono state rinvenute timbrature numeriche dei fascicoli solo per la società Vielle Montagne mantenute poi solo per pochi anni successivi all'abbandono delle miniere di Gorno e Oltre il Colle, forse riferite ad una classificazione che potrebbe rifarsi a quanto riportato in un documento rinvenuto fra gli atti della Vieille Montagne (3).
In archivio ci sono anche le carte delle società appartenenti alla Montedison spa e suddivise nelle due unità organizzative Unità Fluorite Lombardia e Unità Fluorite Trentino Alto Adige.

Elenco miniere distinte per raggruppamenti industriali documentate nell'archivio:
SAMIM spa
Concessioni Val Seriana e Val Brembana
Gorno, Oltre il Colle, Oneta, Parre, Premolo

MONTEDISON spa
Unità Fluorite Lombardia
Bovegno, Camerata Cornello, Colere, Collio, Dossena, Lenna, Paglio Pignolino, Pezzaze, Presolana, S. Giovanni Bianco, S. Pietro d’Orzio, Torgola (4)

Unità Fluorite Trentino−Alto Adige
Clanezza, Mezzolombardo, Monteneve, Nova Ponente, Prestavel (Val di Stava), Tesero−Varena, Vignola Falesine

Altre concessioni (5)
Calolziocorte, Lanzanico., Mineraria Sarda, Monteponi, Pestarena (oro), Racines − Ridanna (piombo e zinco), Raibl (idem), Monteponi (idem), Primaluna (barite − privato), Calolziocorte (bario), Iglesias (zinco e piombo), Niccioleta.

Storia archivistica:

Depositato nella sede della Direzione in Campello di Gorno e negli uffici della laveria di Riso dopo la cessazione delle attività estrattive del 1982, l’archivio completamente disordinato è stato per anni abbandonato e oggetto di furti, sottrazioni e soggetto al degrado. Al deposito originario formato con la documentazione delle miniere della Val del Riso e di Oltre il Colle sono stati aggiunti fondi dell’archivio Montedison qui trasferiti dalla sede di Milano della RIMIN spa nell’ambito di un progetto, mai realizzato, che mirava ad avere una direzione generale centralizzate Alpi proprio in Gorno.
Alla fine degli anni Ottanta del secolo scorso su interessamento di alcuni privati del luogo, ex minatori, del geologo Daniele Ravagnani di Ardesio e del Distretto Minerario (v. verbale di consegna all’Archivio di Stato di Bergamo di carte provenienti dalla miniera di Gorno, 1990 – http://dati.san.beniculturali.it/SAN/strumento_SIAS_san.cat.strRic.9970 ), allo scopo di arrestare il deterioramento ed evitare ulteriori dispersioni e danneggiamenti l’archivio venne trasferito in tre depositi bergamaschi: l’Archivio di Stato di Bergamo, il Museo Etnografico di Ardesio e la parte più consistente in un magazzino comunale in via Madonna a Gorno e successivamente nel 2004 presso l’attuale sede museale comunale. La documentazione si trovava in una stato di notevole disordine, sfascicolata e in parte raccolta in scatole e pacchi confusamente accatastati. La maggior parte degli atti aveva perso i legami e i vincoli originari anche a seguito di trasferimenti e rovistamenti subiti durante i passaggi di proprietà e per l’abbandono in locali non abitati e inidonei soprattutto dopo la chiusura del 1982. Prima dell’intervento del 1990 che ha consentito il suo salvataggio e il trasferimento negli attuali depositi non risultano verbali di trasferimento, elenchi o altri strumenti di corredo. A ciò si aggiunga che non è più consultabile l’archivio del Distretto Minerario di Bergamo in quanto risulterebbe disperso durate un trasferimento.
L’archivio della SAMIM non è conservato nell’archivio storico dell’ENI e non è noto dove sia depositato, forse è andato disperso oppure frammentato in qualche archivio della Sardegna come in quella della IGEA.

Deposito al Museo MEtA di Ardesio
La documentazione depositata presso il Museo di Ardesio, dove venne trasferita anche una parte dell’arredo dell’Ufficio Topografico e Geologico di Campello di Gorno, comprende gran parte dei disegni e delle mappe prodotte e acquisite da questo ufficio e da quello di Oltre il Colle. Negli anni 1991-1992 questa documentazione fu schedata analiticamente da Daniele Ravagnani, geologo di Ardesio, Cristina Bigoni e Luigi Furia, un appassionato ricercatore storico di Gorno già sindaco del comune e figlio di un minatore. Le schede cartacee manoscritte compilate in quegli anni sono tuttora conservate presso la segreteria del Museo di Ardesio. Con questo intervento, effettuato volontariamente con la collaborazione dell’allora conservatore del museo Angelo Pasini si assegnò un numero progressivo ai disegni e ai fascicoli (denominato convenzionalmente “coll.” riferito alla collocazione) senza effettuare alcun riordino. Le schede contengono informazioni dettagliate del contenuto (nome delle miniere, delle concessioni, cantieri e toponimi, tipologia dei rilievi, definizione cartografica, dimensioni e consistenza), gli estremi cronologici, la provenienza, la committenza e i nomi dei disegnatori e autori. Spesso riportano note di collegamento ad altre unità, rilievi, brevi annotazioni e osservazioni.
Questa numerazione, ancora oggi presente, è stata mantenuta e utilizzata nella successiva schedatura informatizzata effettuata dalla cooperativa Archimedia negli anni 1999-2001 nell’ambito di un progetto finanziato dalla Regione Lombardia che prevedeva la schedatura anche di tutti i reperti del Museo (6). Gli schedatori della cooperativa, Annalisa Zuccarelli e Silvia Beretta, mantennero la segnatura del catalogo del 1992, aggiunsero alcune unità rimaste escluse, completarono e integrarono le descrizioni di alcune tipologie documentarie e dopo un riordino prevalentemente cronologico, assegnarono una nuova segnatura numerica assoluta (convenzionalmente detta “def” in riferimento a definitiva). Di fatto le schede della cooperativa, in totale 1165 contengono gli stessi dati e le stesse informazioni delle schede del 1992. Per l’occasione si selezionarono 400 disegni del deposito di Ardesio che vennero digitalizzati da una ditta specializzata (GEDA di Melegnano) e caricati come immagini associate alle schede unità nel database proprietario realizzato appositamente per il progetto (applicativo Archivista sviluppato con Delphi 4). A conclusione dell’intervento la cooperativa consegnò al Comune di Ardesio una presentazione digitalizzata interattiva delle schedature effettuate che comprendeva oltre ai documenti dell’archivio minerario, i reperti materiali e le attrezzature (100 schede), i manufatti e gli imbocchi delle miniere (90 schede) (7) oltre alla stampa dell’inventario della documentazione dei due depositi.
Le basi dati originarie della cooperativa Archimedia, prodotto con un software molto vecchio e non più esistente, sono state elaborate negli anni 2017 e 2018 dalla ditta Asim di Bernardino Pasinelli e con un lungo e minuzioso lavoro di squadra, importate nel nuovo programma applicativo open source Archimista adottato dalla Regione Lombardia. Con questo programma sono state revisionate e integrate tutte le schede unità, redatte quelle dei nuovi soggetti produttori, conservatori e progetto. Identicamente si è fatto per tutte le immagini dei disegni e delle mappe digitalizzate. Sono state recuperate e associate alle rispettive schede unità. Si è operato sull’installazione server di Aria spa gratuitamente messa a disposizione della Regione Lombardia. Sempre su questa installazione è oggi consultabile online l’inventario dell’archivio in edizione provvisoria virtuale e incompleta.

Deposito nel Museo minerario di Gorno
La parte più consistente dell’archivio minerario, formata quasi esclusivamente dal carteggio è stata trasferita nel 2004 nell’attuale deposito di Gorno dalla precedente sede di via Madonna. Alla parte proveniente da Campello di Gorno è stata aggiunta nuova documentazione recuperata una prima volta nel 2004 e successivamente nel 2009 dalla laveria di Riso e dall’edificio in loc. Turbina.
Fra il 2004 e 2006 Amerigo Baccanelli, ex dipendente comunale, appassionato ricercatore di storia locale e delle attività minerarie della Val del Riso, viene incaricato (senza compenso) dall’amministrazione comunale di riordinare il fondo e di compilare l’inventario. L’intervento eseguito senza il parere della direzione dell’Archivio di Stato di Bergamo consentì di rendere consultabile la documentazione che altrimenti, visto lo stato di forte disordine in cui si trovava, era praticamente inaccessibile.
Baccanelli divise il fondo in quattro parti principali assumendo come criterio di riferimento le concessioni minerarie e la loro delimitazione geografica per cui nella prima parte sono state riunite le unità archivistiche delle concessioni Valle Seriana e riunite Valle Seriana e Brembana, nella seconda quelle della Val Brembana, nella terza quelle appartenenti ad altre concessioni e nella quarta la stampa periodica mineraria. Sotto queste sezioni non vi sono altri livelli e sono state sommariamente schedate le unità da lui formate spesso aggregando pratiche diverse pluriennali raramente ordinate cronologicamente. La scheda unità è formata dalla descrizione sintetica, più corrispondente ad un titolo che a un contenuto, dalla segnatura archivistica (cartella e fascicolo) e dagli estremi cronologici. Nel 2006 conclude il primo intervento che riguarda complessivamente 106 buste e nel 2010 riceve un nuovo incarico dal Comune per riordinare e integrare il precedente inventario con la nuova documentazione recuperata nel 2009. Baccanelli riordina la documentazione, ne effettua la schedatura con lo stesso criterio e metodo di quello precedente e compila un nuovo inventario che riguarda le bb. 107-192. In questo secondo volume suddivide questo raggruppamento documentario in otto sezioni questa volta sulla base dell’organizzazione industriale di riferimento:
1. Unità Fluorite Lombardia
2. Unità Fluorite Trentino Alto Adige
3. Mineraria Sarda
4. Varie
5. Stabilimento elettrolitico di Ponte Nossa
6. Miniere di Gorno
7. Miniere di Gorno – Laveria Riso
8. Varie miniere di Gorno e non.
Sulla base di quanto riportato nell’inventario non sembra che Baccanelli abbia consultato né la schedatura del 1992 (“catalogo 1992”) né l’inventario Archimedia 2001 di cui forse non ne era a conoscenza, per cui non si trovano in esso riferimenti ai depositi di Ardesio e dell’Archivio di Stato di Bergamo.
Nel 2013 a seguito di una segnalazione fatta nell’ambito del censimento archivistico degli archivi storici della Valle Seriana (8) il Comune di Gorno informava la Soprintendenza Archivistica del presenza del deposito *dell’archivio minerario presso un locale del museo. Si giunse quindi nel 2015 alla stipula di un accordo di comodato fra il Comune e la direzione dell’Archivio di Stato di Bergamo sulla base del quale il comune affidava l’incarico del presente progetto di riordino ed inventariazione. Nel 2020, scaduto il comodato venne siglato un nuovo accordo fra le parti a cui si aggiunse anche il Comune di Ardesio detentore della parte dell’archivio depositata nel Museo etnografico MEtA.

Deposito nell’Archivio di Stato di Bergamo
Gli atti conservato presso l’Archivio di Stato di Bergamo, titolare dell’archivio, sono stati schedati senza effettuare un riordino in 207 unità archivistiche dall’intervento della cooperativa Archimedia negli anni 2000-2001. Comprendono fascicoli, registri e unità documentarie che appartengono a diverse sezioni e serie dell’archivio. Hanno un segnatura archivistica assegnata con il “coll.” dalla schedatura del catalogo 1992 e il numero “def” assegnato con la schedatura della cooperativa Archimedia. Anche queste schede sono state recuperate dal database originario (Delfi 4) e trasferite nello stesso database archivistico del programma Archimista senza però essere stare revisionate e corrette. L’intervento di riordino non prevedeva di intervenire anche su questo deposito.

Riordino virtuale
L’inventario prodotto è virtuale e provvisorio per tale ragione le unità non sono state riordinate.
Il riordino non è stato eseguito in quanto non si è intervenuti sulle unità conservate presso l’Archivio di Stato di Bergamo che erano non comprese nell’incarico e su una serie di nuovi documenti rinvenuti durante il periodo di tempo in cui è stato effettuato. Le serie dell’archivio perciò oltre ad essere probabilmente incomplete sono lacunose. Non sono state redatte inoltre le introduzioni alle serie e non sono state completate le verifiche per le unità che hanno problemi di datazione, descrizione e associazione. In alcune serie le unità sono schedate per macro aggregazioni (es. pluriennale, fascicoli di personale, tematiche) mentre altre richiederebbero descrizioni ancora più analitiche con le sottounità.
I soggetti produttori sono stati collegati solamente alla scheda complesso archivistico di primo livello, “Miniere di Gorno”. Servirebbe una verifica più approfondita per collegarli distintamente ai due fondi di SAMIM e MONTEDISON.
Sarebbe indispensabile inoltre, prima di eseguire il riordino fisico, effettuare una ricognizione sulla documentazione presente nell’archivio dell’ENI a Roma (4 bis) e una verifica e comparazione con l’inventario della miniera Torgola nel bresciano pubblicato nel 2017 relativo alla stessa documentazione qui conservata. Dall’analisi della documentazione si ha ragione di credere che questa documentazione appartenga ad un unico archivio prodotto prevalentemente dalla Fluormine e da altre società del gruppo Montedison.
Il lavoro di riordino è stato reso particolarmente impegnativo e difficile per lo stato di forte disordine originario, per la manomissione fatta alla documentazione con la sottrazione ed aggiunta di atti e dal riordino di Amerigo Baccanelli, che, se da un lato ha reso accessibile e consultabile gli atti, non ha fornito indicazioni in merito alla precedente organizzazione archivistica assegnata dai vari soggetti produttori che si sono succeduti nel corso del tempo. Altrettanto, seppur in misura molto inferiore, hanno fatto le schedature del catalogo 1992 e quelle successive della cooperativa Archimedia del 2001 sulla documentazione dei depositi di Ardesio e di Bergamo che non hanno tenuto conto di partizioni o articolazioni originarie. Le schede del catalogo 1992 non rispecchiano un ordinamento cronologico né tematico mentre quelle di Archimedia sono prevalentemente in ordine cronologico crescente.
Su indicazione del direttore dell’Archivio di Stato, il dr. Mauro Livraga, è stata ricostruita virtualmente quella che doveva essere l’originaria struttura dell’archivio in considerazione del fatto che il suo produttore era una società industriale e che la documentazione rappresenta la manifestazione della sua vita e delle sue attività e relazioni.
Per tale ragione l’albero che è stato ricostituito riproduce l’originaria configurazione amministrativa, societaria e organizzativa di un’azienda industriale del settore. Dapprima vi sono quindi gli atti costitutivi e degli organi di governo e la direzione, seguono poi il personale, l’organizzazione funzionale (uffici e servizi), il patrimonio e la contabilità, le attività produttive, le unità produttive particolari a gestione separata e le serie particolari con i documenti cartografici e quelli omogenei.
Il riordino dell’archivio che prevederebbe la suddivisione della documentazione rispetto ai soggetti produttori originari che si sono succeduti nel corso del tempo non risulta né sostenibile né accettabile in quanto comporterebbe la divisione di serie formate in ordine cronologico trasversale agli stessi soggetti e che gli stessi hanno mantenuto.
Al fondo principale formato dagli atti delle società che hanno avuto in concessione le miniere di piombo e zinco della Valle Seriana e in parte della Valle Brembana sono stati associati atti di fondi del gruppo Montedison riguardanti le miniere delle concessioni di fluorite del nord Italia qui trasferiti negli uffici della direzione di Campello di Gorno o dopo la loro cessazione o perché il direttore le aveva portate con sé o per altre ragioni di cui non si è trovata traccia (5). La diffusa e consistente frammentarietà degli atti delle altre società minerarie, precedenti o coeve, collegate alla SAMIM spa e Montedison spa è la testimonianza del loro utilizzo e della conseguente loro riorganizzazione funzionale operata nel corso del tempo. I riferimenti alle società pertinenti sono sempre stati riportati nel contenuto delle unità per il fondo SAMIM spa mentre per la Montedison che ha mantenuto con continuità il possesso delle attività minerarie sono state indicate le società partecipate.
La sezione delle Serie particolari è formata da serie documentarie originarie ed omogenee in parte rinvenute sparse e frammiste ad altre aggregazioni relative a tutte le società titolari delle concessioni ad esclusione di quelle della sezione Aggregati.
Sono stati riunite in una serie unica nella sezione Aggregati gli atti di altre miniere non rientranti nelle concessioni AMMI e SAMIM della direzione di Campello di Gorno e relative all’estrazione di altri minerali di cui non risulta evidente il loro nesso archivistico con l’archivio minerario principale.
Le unità hanno una segnatura archivistica formata da una numerazione unica progressiva per il carteggio mentre per le serie della sezione Serie particolari con il numero progressivo del catalogo 1992 (coll.) ad esclusione dei disegni non identificati. Le lacune nella numerazione del carteggio sono generate dalle aggregazioni delle unità in quanto appartenenti alla stessa pratica. Nelle serie particolari invece sono presenti nei precedenti strumenti di corredo.
Le segnature precedenti del catalogo 1992 e Archimedia 2001 e quelle originarie sono state riportate nei rispettivi campi in “Altre segnature” per ogni unità archivistica.
Non sono stati indicati i metri lineari delle serie e sottoserie in quanto il dato non è rilevabile con il riordino virtuale. Infatti le unità non sono ordinate rispetto all’albero della struttura e subordinatamente a questo in sequenza cronologica ma mantengono prevalentemente l’ordinamento precedente.

Schede unità archivistiche
Le schede delle unità archivistiche che formato il presente inventario sono state recuperate, corrette e integrate dalla base dati di Archimedia 2001 per la sezione serie particolari che si trova nel Museo di Ardesio e redatte ex novo per la sezione del carteggio in deposito nel Museo di Gorno. Le schede delle unità conservate presso l’Archivi di Stato di Bergamo, redatte da Archimedia 2001 non sono state revisionate.
La documentazione del deposito di Gorno era stata schedata e riordinata da Amerigo Baccanelli che aveva prodotto un inventario sommario di cui si è riferito qui sopra. Le schede unità di questo strumento oltre ad essere datate in modo approssimativo hanno spesso il contenuto non corrispondente al contenuto e sono state formate con aggregazioni cumulative di più unità. Il presente riordino ha ripristinato le unità originarie per quanto è stato possibile e ha prodotto nuove unità archivistiche nelle quali è sempre stata riportata la segnatura dell’inventario Baccanelli.
Le schede delle unità del Museo di Ardesio sono state recuperate mediante una migrazione dal vecchio programma della cooperativa Archimedia e importate in Archimista. Le schede di Archimedia, come già riferito, sono state integralmente ricopiate dal catalogo 1992. Entrambi gli interventi non hanno effettuato un riordino ma le schede compilate sono molto precise, dettagliate e correttamente datate. Per tale ragione con il presente riordino è stato fatto un minuzioso lavoro di revisione analitica e puntuale di tutte le unità e sono state apportate alcune modifiche e integrazioni al loro contenuto principalmente per allinearle a quelle del deposito di Gorno.
Il campo titolo delle schede unità di Ardesio compilate da Archimedia conteneva spesso più titoli corrispondenti a unità o sottounità distinte descritte cumulativamente in una solo scheda. In altri casi il titolo assegnato non era corrispondente al contenuto oppure era equivoco.
Gli estremi cronologici secolari e quelli in bianco sono stati sciolti in date puntuali approssimative riferite agli estremi dei periodi di tempo in cui le società erano titolari delle concessioni minerarie. Gli estremi cronologici attribuiti o incerti posteriori al 1982, anno della chiusura e cessazione di tutte le attività industriali, sono stati corretti con questa data. Altri riferimenti cronologici sono stati riportati nel contenuto (ad es. per gli allegati) e nel campo “Note alla data”.
Il contenuto delle schede unità di Ardesio è stato uniformato a quello delle schede di Gorno per i fascicoli del carteggio e viceversa per i disegni e le altre serie particolari. In questo campo è sempre stata indicato il nome della società titolare e per i disegni e alcune tipologie documentarie l’ufficio di provenienza (Uffici geologico, topografico e tecnico) e l’autore.
Anche la descrizione estrinseca è stata uniformata e i disegni di entrambi i depositi sono stati tutti controllati, conteggiati e per ognuno di essi sono stati indicati la tipologia, le dimensioni, la scala e lo stato di conservazione.

Nota dell'archivista:

  • Edizione virtuale provvisoria incompleta

I disegni della sezione Serie particolari, conservati nel deposito di Ardesio, non sono stati virtualmente divisi con gli stessi criteri del carteggio conservato in Gorno e cioè sulla base delle società e dell’argomento/materia ma sono state riordinate rispetto al numero di collocazione (coll.) assegnato con il Catalogo 1992.
Solo le unità schedate nel 1992 e i disegni delle unità conservate in Gorno hanno compilato il campo definizione estrinseca. I valori sono stati verificati corretti e integrati.
(1) In una lettera del 27 gennaio 1972 dell’AMMI Italminiere spa di Roma, viene elencata la documentazione da inviare a Roma e che quindi fornisce un’indicazione del carteggio che veniva prodotto e ricevuto:
A. Dati giornalieri.
B. Preventivo mensile (745 – produzioni e rese; 748 – grezzo e discariche; 750 – investimenti).
C. Rapporto quindicinale.
D. Rapporto consuntivo mensile (744 – personale e rendimenti; 744 bis – situazione del personale; 745 – produzioni e rese; 746 – riepilogo esercizio; 747 – riepilogo investimenti; 748 – grezzo e discariche; 750 bis – ricerche, grandi preparazioni; 750 ter – impianti; 751 – consumi di materiale per la laveria; elenco ore straordinarie; 749 – trattamento.
E. Piano di produzione preventivo
F. Consuntivo di produzione.
(2) Ed inoltre che i compiti dell’Ufficio Immobiliare erano i seguenti:
- cura del contenzioso relativo a terreni e fabbricati;
- acquisto di beni immobili;
- progetti e proposte per la migliore utilizzazione di fabbricati e terreni;
- impostazione e cura delle procedure relative agli adempimenti afferenti imposte e tasse di carattere patrimoniale;
- stipula e gestione dei contratti di affitto di immobili appartenenti a terzi;
- pagamento di canoni dovuti ad amministrazioni o enti sia pubblici che privati per concessioni ed occupazioni di aree con la sola esclusione delle concessioni minerarie;
- risarcimenti e riparazioni per danni causati a terzi dall’esercizio industriale;
- procedure ed adempimenti concessi ad azioni di esproprio,
- perfezionamento di convenzioni immobiliari con enti pubblici o privati.
(3) In specifico sono stati rinvenuti due volumi con dei titoli in italiano e in francese abbinati a codici di classificazione numerici progressivi dattiloscritti anonimi probabilmente della Vieille Montagne che potrebbero corrispondere alle segnature numeriche timbrate su alcune cartelle di fascicoli e singoli documenti.
I titoli sono i seguenti:
0 – Direzione
1 – Capitale finanziario
2 – Capitale fisso
3 – Spese generali
4 – Conti principali e contenziosi
5 – Studi e ricerche
6 – Esercizio
7 – Forniture
8 – Contabilità
9 – Mano d’opera.
(4) Per la miniera di Torgola nel bresciano, appartenente all’Unità organizzativa Fluorite Lombardia, la documentazione più importante e consistente si trova nell’archivio bresciano conservato nella sede della Comunità Montana Valle Trompia.
(4 bis) Le responsabili dell’archivio ENI Lucia Nardi e Anna Landolfi confermano purtroppo che si conservano soltanto fascicoli della Fluormine e Samaveda prevalentemente di carattere sindacale. In merito all’archivio SAMIM spa Mario Mincricca, ex responsabile del personale, ha riferito in una intervista telefonica, che non si sa dove sua finito e che per anni dopo la cessazione delle attività minerarie la documentazione è stata trascurata e abbandonata.
(5) In una lettera 21 febbraio 1973 dell’AMMI spa di Roma, si riferisce dell’organizzazione dell’ufficio immobiliare che gestisce il patrimonio immobiliare delle sezioni periferiche che ha giurisdizione sulle seguenti unità: Iglesias: Monteponi, S. Gavino, Villasalto, Filiale Iglesias, Masua, Portovesme.
Gorno: Gorno, Ponte Nossa, Monteneve, Scurelle, S. Michele, Calolziocorte.
Raibl: Cave del Predil, Marghera, S. Giorgio di Nogaro.
L’ufficio di sede: Pestarena, Domodossola, Manciano e Montemarano.
(6) Intitolato: Realizzazione di una banca dati per la storia delle miniere e catalogazione della cartografia mineraria presso il Museo Etnografico dell’Alta Val Seriana e il collegamento alla Rete Culturale Regionale e finanziato con una somma di L. 100.000.000. Il progetto finalizzato alla realizzazione di un Centro di documentazione del Museo Etnografico Alta Valle Seriana era riferito al progetto generale di rete dei centri di documentazione della provincia di Bergamo (che interessava la Val Cavallina, Val Imagna e l’alta Val Brembana).
(7) Il censimento dei siti e delle strutture minerario è stata effettuata da Alessandra Pellegrini (per gli edifici), Tiziana Carrara (strutture minerarie), Daniele Ravagnani (consulenza scientifica), Mario Imberti (cartografia) e Luigi Furia (consulenza mineraria).
(8) Il censimento, finanziato dalla Comunità Montana Valle Seriane e dalla Regione Lombardia è stato attuato nell’ambito del progetto Archivi di Valle progettato e curato dall’archivista Sergio Primo Del Bello.
(9) Si ha notizia che parte degli atti amministrativi della miniera di Torgola sono stati trasferiti dall’unità locale ad altre sedi societarie (v. Inventario della Miniera di Torgola di Collio in Val Trompia in LombardiaBeniCulturali).
(10) Le unità formate da più disegni sono state schedate singolarmente inserendo la loro singola descrizione nel campo contenuto posposta al testo della stessa unità. Questa schedatura non è stata fatta nel caso in cui i disegni erano superiore in numero superiore a 20.
(11) In una lettera 21 febbraio 1973 dell’AMMI spa, Roma, si riferisce dell’organizzazione dell’ufficio immobiliare che gestisce il patrimonio immobiliare delle sezioni periferiche che ha giurisdizione sulle seguenti unità:
Iglesias: Monteponi, S. Gavino, Villasalto, Filiale Iglesias, Masua, Portovesme.
Gorno: Gorno, Ponte Nossa, Monteneve, Scurelle, S. Michele, Calolziocorte.
Raibl: Cave del Predil, Marghera, S. Giorgio di Nogaro.
L’ufficio di sede: Pestarena, Domodossola, Manciano e Montemarano.

Lingua della documentazione:

  • ita
  • fre

Soggetti titolari:

  • Archivio di Stato di Bergamo

Documentazione collegata:

Parte della documentazione dell’archivio è stata versata nel 1990 presso l’Archivio di Stato di Bergamo e presso il Museo Etnografico di Ardesio.
La documentazione conservata in Ardesio riguarda esclusivamente i rilievi geominerari, topografici e trigonometrici. Le schede prodotte in precedenza con il Catalogo 1992 e da Archimedia 2001 sono state importate in Archimista e analiticamente revisionate e aggiornate con questo progetto di riordino dell’archivio.
Nel nuovo inventario questi atti sono stati tutti classificati nella sezione Serie particolari. La documentazione conservata in Archivio di Stato è stata schedata da Archimedia nel 2001 con un software proprietario ma non riordinata. Le schede sono state importate in Archimista senza alcuna revisione e non sono state pubblicate.

Condizione di accesso:

liberamente accessibile

Note alla condizione di accesso:

L’accesso è consentito previa richiesta da inoltrare al comune di Gorno o di Ardesio

Condizione di riproduzione:

libera

Stato di conservazione:

buono

Soggetti conservatori

Soggetti produttori

Progetti

Fonti

  • Archivio ENI = Archivio storico ENI spa, 2006
  • Baccanelli inventario 2006 = Inventario dell'archivio della documentazione minerarie del Comune di Gorno (cartt. 1-166), Comune di Gorno, 2006
  • Baccanelli inventario 2010 = Comune di Gorno. Provincia di Bergamo. "Inventario nr. 2 della documentazione mineraria" (cartt. 107-189), Comune di Gorno, 2010

Compilatori

  • Schedatura: Sergio Primo Del Bello (archivista)
  • Revisione: Sergio Primo Del Bello (archivista)
  • Revisione: Lorenzo Serafini