"Scritture per la fontana al palatio appresso li signori dugali in Salò" (1). (1579 febbraio 16 - 1639 luglio 4)
Unità
Tipologia: fascicolo o altra unità complessa
Segnatura definitiva: b. 149, fasc. 6
Il 1581 aprile 6 gli intervenienti del comune fanno un sopralluogo nelle cantine della casa del dottor Alessandro Rozza e della casa confinante di Giovan Pietro Arrighi di Fasano, abitante in Salò, per verificar la causa della diminuzione della portata d’acqua della fontana pubblica vicino alla Piazza. L’Arrighi aveva fatto lavori di scavo al di sotto del livello della conduttura d’acqua che ha origine nella cantina confinante del dottor Rozza, alterando così l’origine della falda e danneggiando la fontana pubblica; l’Arrighi sostiene tale scarsità d’acqua essere invece dovuta a cause naturali di siccità stagionale, sottoponendosi comunque al giudizio di periti degni di fede e, in caso di riconosciuto suo difetto, si dichiara disponibile al risarcimento del danno. Gli eletti per il comune, Bartolomeo Ugoni, Giacomo Cavallari, Giulio Calsoni e Bartolomeo Bertelli relazionano sulle cause della cessata emissione d’acqua e la attribuiscono ai lavori di scavo eseguiti in casa dell’Arrighi in contrasto con gli statuti criminali, escludendo cause di siccità perché risulta che nella fossa scavata nella casa Arrighi è confluita gran quantità d’acqua. l’Arrighi nega che il canale passasse nel luogo dove era stato effettuato lo scavo. Il 1581 aprile 29 il provveditore e capitano Nicolò Longo sentenzia che l’Arrighi debba provvedere a sue spese a ricondurre l’acqua nella fontana attraverso il canale che ha origine nella cantina del dottor Rozza, nella quantità d’acqua stabilita dai periti. L’Arrighi fa ricorso a Venezia (1582 marzo 8), la causa viene discussa per molto tempo presso la quarantia civil nuova, dopo la promessa delle parti (1582 marzo 30) di considerare nullo ogni atto precedente e di comunicare ogni contenzioso per il futuro.
Copie autentiche esemplate il 1682 aprile 20 della causa intentata dal comune di Salò (1637 marzo 23) a Gioacchino Arrighi, nipote ed erede di Giovan Pietro, affinché provveda a far scavare i canali, che transitando attraverso la sua proprietà, fanno confluire le acque nell’acquedotto del comune. Il provveditore Alvise Gabriel emette la sentenza (1639 luglio 1) a favore del comune contro l’Arrighi, il quale si oppone al mandato di esecuzione che viene poi annullato dal provveditore.
Cronologia con precedenti dal 1575 novembre 13 e seguiti s.d.
Copie autentiche e semplici.
NOTA AL TITOLO
1) Sulla camicia orig. in cartone; sul dorso della stessa: " Processi e scritture per la fontana al palazzo" (titolo del Muracca).
2) Il mazzo si compone di tre regg. con all.: 1) “Processus et sententia pro fonte spectabilis comunis Salodii contra dominum Ioannem Petrum Aricum de Fasano”, num. orig. cc. 30; 2) “Pro magnifico communi Salodii”, num. orig. cc. 1-18, num. 1995 cc. 19-36 (all. cc. 17); 3) Causa del comune di Salò contro Gioacchino Arrighi, num. 1995 cc. 12.
N. corda 6. Livi n. 113 C. Busta 149.
Descrizione estrinseca:
Mazzo latino e volgare. Cons. discreta.
Codici identificativi:
- MIUD0FD9EE (PLAIN) [Verificato il 28/05/2012]
Immagini
Link risorsa: http://lombardiarchivi.servizirl.it/groups/****/fonds/36490/units/514760