Giuseppina Pizzigoni ( 1870 - 1947 )

Tipologia: Ente

Tipologia ente: Stato

Sede: Milano, 23 marzo 1870 - Saronno, 4 agosto 1947

Profilo storico / Biografia

Giuseppina Pizzigoni nacque a Milano il 23 marzo 1870.
Lo stesso anno di nascita di Maria Montessori e di una delle sorelle Agazzi, Carolina; tre donne che hanno inciso in modo determinante nel cambiamento del pensiero educativo italiano. Figlia di Virginia Bossi e di Carlo Pizzigoni, professore, autore di romanzi d’ispirazione sociale e traduttore dal francese,la stessa Giuseppina proseguirà questa tradizione, pubblicando nel 1895 la traduzione del"Viaggio dalla terra alla luna" di Jules Verne per le edizioni Guigoni. Prima di quattro sorelle,la sua è una famiglia borghese e colta, da parte di padre discendeva dal pittore MartinoKnoller (1725-1804), riferimento che talune volte amava sottolineare, evidenziando così una predisposizione alla ricerca del bello. Carlo Pizzigoni partecipava all’ambiente intellettuale dell’epoca, legato a Felice Cameroni (1844-1913) e a un approccio fortemente positivistico.
Fin da giovanissima Giuseppina sperimentò una grande passione nei confronti del teatro, che avrebbe voluto come ideale sbocco professionale, ma le decisioni familiari la portarono ad aderire a un percorso formativo più tradizionale, che la vedrà diventare insegnante. In questo senso la forte figura materna, con la volontà di indirizzare le proprie figlie verso un futuro ritenuto più adeguato, ebbe un’indubbia importanza.
Nel 1888 conseguì il diploma magistrale,l’esame di patente, e fin dal 1889 ricoprì diversi incarichi: insegnante assistente soprannumeraria, maestra di seconda classe, fino a divenire nel 1904, vincendo un concorso per esami e titoli, maestra di prima categoria. Da subito l’ambiente scolastico, così com’era pensato in quegli anni, le risultò insopportabile: la costrizione degli alunni nei banchi, i programmi con contenuti astratti e distanti dalla vita reale, il ruolo dell’insegnante pensato come mero esecutore di un’autorità non criticabile la spinsero a interrogarsi su quali possibilità vi fossero per innovare la scuola. Per riuscire a “sopportare” questa professione,non scelta, si impegnò nelle potenzialità della trasformazione, inserendo l’arte, l’esperienza diretta dei bambini all’interno della scuola. Per approfondire le prime intuizioni pedagogiche da lei maturate sul campo, dettate da entusiasmo e passione, manifestò la volontà di riprendere gli studi con un diverso impegno, oltre a sentire la necessità di realizzare viaggi all’estero, al fine di conoscere e verificare sul campo le differenti modalità di insegnamento di cui aveva sentito parlare.
Nel 1909, infatti, andò in Svizzera e in Alsazia per vedere direttamente le “scuole nel bosco”. A partire da questi stimoli si procurò i programmi e i piani scolastici di: Inghilterra, Francia, Germania, Svizzera e America. Cogliendo il fermento che stava dilagando nel mondo pedagogico, s’interessò in particolare alle seguenti istituzioni educative: la Scuola di Abbotsholme di Cecil Reddie (1858-1932) in Inghilterra, le Landerziehungsheime (Case di educazione in campagna) di Hermann Lietz (1868 – 1919) in Germania, l’École des Roches di Edmond Demolins (1852 – 1907) in Francia, le molte Écoles libres e École nouvelles. Grazie a queste nuove conoscenze riprese, come si è precisato anche precedentemente, lo studio dei libri e dei testi di pedagogia, che, per sua stessa ammissione,aveva studiato in modo affrettato a scuola, per ricercarvi ora i riferimenti teorici e i suggerimenti concreti per il metodo che stava elaborando, che diventerà il suo metodo sperimentale. Per progettare, realizzare questo metodo cercò valorosi collaboratori e sostenitori, come: l’astronomo Giovanni Celoria (1842-1920), il fisiologo e psicologo Zaccaria Treves (1869-1911), il neuropsichiatra Eugenio Medea, (1873-1967), il fisico Temistocle Calzecchi (1853-1922), Angelo Mauri (1873-1936), ex ministro dell’Agricoltura, insieme a un gruppo d’industriali, tra i quali: Felice Bisleri, Marco De Marchi, Ercole Marelli e Innocenzo Vigliardi Paravia. Questi, uniti dalla passione per il progetto di una scuola nuova, divennero il primo comitato che consentì l’apertura della Scuola Rinnovata secondo il metodo sperimentale,inaugurata in un padiglione docker vicino alla vecchia scuola della Ghisolfa nel 1911.
Si trattava solo di due classi prime, con sessantaquattro bambini, gestite da lei e dall’amica Maria Levi. Questa piccola scuola sperimentale aveva ottenuto l’approvazione e il sostegno del ministro dell’istruzione Credaro e della Cariplo, uniti al Comune di Milano, che aveva concesso l’autorizzazione a iniziare un esperimento di riforma del metodo d’insegnamento. Con il passare del tempo le sezioni aumentarono fino a comprendere tutta la popolazione scolastica della Ghisolfa. Nel 1917 fu istituito il tirocinio speciale presso la Rinnovata; mentre è, invece,del 1922 il testo fondante del metodo: Linee fondamentali e Programmi della Scuola Rinnovata.
A fronte dell’interesse suscitato da queste nuove proposte pedagogiche e del successo di questa scuola così particolare, si rese necessaria la costruzione di un nuovo edificio,inaugurato il 30 ottobre 1927. In questa nuova scuola pedagogia e architettura dialogano ancora apertamente; il pensiero di Giuseppina Pizzigoni, infatti, qui trovò la sua piena concretizzazione con l’aiuto dell’ingegner Erminio Valverti e Amerigo Belloni. È del 1927 la trasformazione, da parte del ministero della Pubblica Istruzione, dell’associazione per la diffusione del metodo Pizzigoni in Ente morale opera Pizzigoni. Lo statuto fu approvato il 28settembre 1933. Nel 1929 Giuseppina Pizzigoni si ritirò dalla direzione della scuola,continuando però l’attività di propaganda, organizzando e svolgendo il “corso annuale ai Maestri d’Italia”. Del 1931 è il volume Le mie lezioni ai maestri d’Italia, che traccia sinteticamente le sue linee programmatiche per le varie discipline. Nel 1934 presso la scuola"Rinnovata" si trovavano: un corso elementare completo, una scuola di avviamento, due o più sezioni di grado preparatorio e un nido per lattanti. La pedagogista morì in povertà presso l’ospizio “S. Anna” di Saronno il 4 agosto 1947.
Inizialmente sepolta nel cimitero Maggiore di Milano, è stata traslata il 21 maggio 1958, per volontà del Comune presso cimitero Monumentale, dove ora riposa nella galleria sinistra adiacente al Famedio.
Nell’opera di riordino e di inventariazione dell’Archivio dell’Associazione Opera Pizzigoni sono emersi come illuminanti del pensiero di questa maestra, direttrice, pedagogista moltissimi documenti che mostrano le relazioni continue con numerose personalità quali:Andrea De Ritis, Carlo Foà, Giovanni Gentile, Maria Levi, Serafina Gasparo, Ettore Graziani,Carlo Marrubini, Eugenio Medea, Ada Negri, Pier Francesco Nicoli, Ermenegildo Rompato, Margherita Sarfatti, Guglielmo Strata, Lombardo Radice, contessa Matilde Zaccaria, podestà duca Visconti Di Modrone, tra gli altri.
Anche il lavoro di documentazione e conservazione di tutto il materiale raccolto negli anni,unito ai registri di visita degli ospiti che qui accorrevano da ogni parte del mondo, mostra la consapevolezza del valore e dell’importanza di questo nuovo metodo e la scelta e la necessità di mantenerne una traccia esplicita e duratura.Numerosi gli scritti autografi di Giuseppina Pizzigoni, nello specifico legati anche ai programmi e ai materiali didattici.Un lavoro di studio dettagliato dei documenti conservati in questo archivio permetterà di valorizzare il pensiero di questa pedagogista e di rendere finalmente una piena valorizzazione a un percorso pedagogico innovativo e di questa figura.

Complessi archivistici

Soggetti produttori

Fonti

  • Pizzigoni (1906) = Giuseppina Pizzigoni, Programma Didattico Particolareggiato per le prime quattro classi elementari., Società Tipografica Succ. Wilmant., 1906
  • Boranga P., Gasparo S. (1955). = Boranga Pierina, Gasparo Serafina, La Scuola Rinnovata "Pizzigoni", La Scuola Editrice, 1955
  • Chistolini (2009). = Sandra Chistolini, L’asilo infantile di Giuseppina Pizzigoni. Bambino e scuola in una pedagogia femminile nel Novecento., Franco Angeli, 2009
  • Cimmino A., Ferrari E. & Marmieri, A. (1993) = Cimmino A., Ferrari E. & Marmieri, A., Giuseppina Pizzigoni e la «Rinnovata» di Milano, Ufficio di propaganda dell’Opera., 1993
  • De Bartolomeis (1953) = F. De Bartolomeis, Giuseppina Pizzigoni e la Rinnovata, La Nuova Italia., 1953
  • Pizzigoni (1920). = Giuseppina Pizzigoni, L’insegnamento oggettivo, Rivista Pedagogica, XIII, 3-4, ristampato dalla Tipografia della Scuola Rinnovata, 1920
  • Pizzigoni (1914) = Giuseppina Pizzigoni, La Scuola Elementare rinnovata secondo il Metodo Sperimentale, Editore G. B. Paravia & C., 1914
  • Pizzigoni (1922) = Giuseppina Pizzigoni, Linee Fondamentali e Programmi della Scuola Elementare Rinnovata secondo il Metodo Sperimentale, Editore G. B. Paravia & C., 1922
  • Pizzigoni (1926) = Giuseppina Pizzigoni, La Scuola Rinnovata secondo il metodo sperimentale, in una esposizione della fondatrice Giuseppina Pizzigoni, Scuola Italiana Moderna, XXXV, 27, p.202., 1926
  • Pizzigoni (1927) = Giuseppina Pizzigoni, Programma dei Corsi Integrativi a indirizzo professionale:, Tipografia P. Agnelli., 1927

Compilatori

  • Inserimento dati: Gabriele Locatelli (Archivista) - Data intervento: 26 marzo 2019
  • Prima redazione: Franca Zuccoli (Presidente dell'Opera) - Data intervento: 26 marzo 2019