Piovene Guido ([1957] - [1958])

Sottounità

Tipologia: unità documentaria

Segnatura definitiva: 119-120

Conosco Arnoldo Mondadori da una trentina d’anni, ma / sono entrato come autore nella sua casa editrice relativamente / tardi. Perciò, accingendomi a scrivere queste righe, mi viene / naturale chiedermi: perché vi sono entrato? perché mi sento / legato alla Mondadori come se ne facessi parte dell’inizio della / mia carriera? / Posso rispondere che ammiro Mondadori e la sua opera, / che la sua è la più grande casa editrice italiana, che la / maggioranza dei nostri scrittori desidera appartenervi. Ma queste / risposte direbbero solo una metà del vero. Dovrei aggiungere / che sono giunto all’età in cui non è più possibile tollerare / rapporti di lavoro che non siano nel tempo stesso rapporti / di amicizia. Lavorare per un organismo impersonale, per quanto / grande e vantaggioso, mi sarebbe ormai così sgradevole, che non / riuscirei più a farlo a lungo. La casa editrice Mondadori è / vasta come un Ministero, ma è viva, calda, vera come una per= / sona singola. Tutta la Casa è una persona, con una faccia, un / carattere, un’anima. Uno scrittore non si limita a deporvi i / suoi manoscritti, ma vive in dialogo con essa; da quando varca / la sua soglia, non ha mai un’impressione di freddo. In una / piccola casa editrice questo sarebbe naturale; in una grande, / è straordinario, e presuppone la presenza di una grande per / sonalità animatrice. / Arnoldo Mondadori naturalmente lo è. Inutile ora indicar= / ne le prove nella sua prodigiosa vita, che tutti conoscono. Noi / ce ne accorgiamo ogni giorno. Nel mio “Viaggio in Italia” / tentai di tracciarne un ritratto. Scrissi che Mondadori è un / fortissimo psicologo. Ma non nel senso dei cinici, dei misantropi, /

dei “diplomatici”, che sanno adoperare (ma non sempre) gli uomini / proprio a cagione della loro estraneità e freddezza. Mondadori è / il contrario, è un caso, abbastanza raro, di psicologo ottimista. La / sua diplomazia è basata sulla bontà, sulla generosità, sulla partecipa= / zione istintiva alla vita altrui. Un istinto infallibile gli sugge= / risce la parola che fa più piacere a ciascuno in qualsiasi momen= / to. Molto intelligente com’è, di queste doti naturali ha fatto la / propria fortuna. Il suo enorme successo sugli uomini e nell’opera / ha come fondamento la generosità, l’intuito, l’apertura cordiale. / Invidio, anche come scrittore, queste qualità creatrici. La fortuna / è spesso (e certo lo è in questo caso) un segno della grazia nativa. / Aggiungerò che crede negli scrittori e nei libri, cosa rara in / Italia, dove invece la regola è agire senza fede. In un momento / in cui tanti scrittori dubitano che la società chieda ancora opere / di qualità, e tendono all’avvilimento o alla rilassatezza, Mondadori / apre davanti ai loro occhi lo spettacolo di una società avida di / libri; e, rischiando egli stesso su questa generosa ipotesi, costruisce / stabilimenti, inizia sempre nuove collezioni e riviste. Mentre gli editori / parlano in generale agli scrittori come se avessero a che fare con / gli agenti del fisco, Mondadori parla soltanto di poeti venduti a / decine di migliaia di copie, di classici e semi-classici ristampati / ed andati a ruba. / Questa, lo dirò di passaggio, è anche una lezione / alla nostra classe industriale, così guardinga, pavida degli eventi / storici. Insomma, la prima ragione per cui gli scrittori si sentono / legati a Mondadori è che vi trovano incentivo e aiuto nel loro / lavoro. Un clima fervido, operoso, non troppo letterario nel senso / gretto, e perciò favorevole alle lettere e alla poesia. Poi vi sono, s’intende, / gli ammirevoli stabilimenti, le collezioni ed i periodici, un’opera unica / in Europa formata dalla fatica di mezzo secolo. Ma questo è / conseguenza di quello. /
Guido Piovene

Consistenza:

cc. 2

Descrizione estrinseca:

Manoscritta.
Inchiostro blu.

Documenti

Link risorsa: http://lombardiarchivi.servizirl.it/fonds/124523/units/1516461