Santucci Luigi (1958 gennaio)

Sottounità

Tipologia: unità documentaria

Segnatura definitiva: 192

Il secondo cinquantennio di attività della / Mondadori non si apre solo con la preoccupazione / e l’impegno della qualità: stampare buoni libri, / scoprire nuove penne, mantenere il prestigio con= / quistato dal 1907. Si apre, a me pare, nel segno / di un aspro dilemma che i tempi sembrano porci: / libro o non più libro? / Arnoldo Mondadori è troppo intelligente, / troppo vigile nella sua sensibilità, per non / sapere che non farnetico, e nemmeno cerco la / battuta a effetto per distinguere la mia dalle / mille testimonianze di felicitazione e di auspi= / cio che gli arriveranno. L’uomo di ieri (diciamo / 1950) non voleva più leggere; lo accusavamo di filisteismo, di pigrizia, di “dopoguerrismo”: una / specie di trahison des laîcs (e i buoni editori / del dopoguerra, Mondadori in testa, gli facevano / intorno la danza di Salomé pe sedurlo a restare / col libro: che orgia di volumi belli e brutti!). / L’uomo di oggi forse non può più leggere, anche se lo voglia: i dittatori della nuova barbarie / – televisione e compagni – glie lo vietano, glie / lo rendono praticamente impossibile. La giornata / dell’uomo medio (tranne gli studiosi, i critici, / coloro che fanno il mestiere di leggere) è dimen= / sionata in guisa che il libro non vi può, materialmente, trovar posto. Quasi nessuno dispone / delle 20-30 ore che ci vogliono per leggere un / romanzo; e chi anche le trovasse, per un nobile / puntiglio, le troverebbe in mezzo allo schiamazzo, / mentre il libro è un fiore che può vivere solo / nella serra di un certo devoto silenzio. (La flem= /matica, meditativa, gentile e fedele provincia – / la fortezza di lettori che resisteva ancora – in / questi tre anni è stata espugnata dalla televisione.) / E’ triste dire queste cose, per uno scrittore / che non sa scrivere libri gialli. E Mondadori mi / chiederà cosa voglio concludere. Questo: che la sua Casa, dopo aver vinto in questi 50 anni la / battaglia della qualità, del prestigio librario, / del libro migliore, deve ora affrontare la bat= / taglia – in apparenza forse antistorica – del / libro vivo: del “libro o non più libro”. / E a questo punto, io che non credo nei miei libri / ma nel libro (nel finale non praevalebunt di tutti / i suoi attuali, trionfanti usurpatori), mi rivolgo / a Mondadori più che come a un geniale editore, a un / sagace industriale, come a uno degli arbitri dei nostri / più delicati e decisivi destini, del nostro costume di / domani. Egli può scegliere di salvare se stesso sullo / zatterone dei rotocalchi, dei libri gialli, del fumetto; / o di salvare il libro, l’arte, la cultura (la vera e / antica gioia di leggere) sul veliero della sua vecchia, / generosa vocazione per la poesia. / Sono certo che Mondadori sceglierà ancora il veliero. / E credo che questo atto di stima e di fede in lui – / questo tipo di augurio – valga più d’un’illustrazione di tutti i fasti del primo cinquantennio Mondadori. Vuol / quasi dire salutarlo padre della patria… Ma, aggiungo, / per uscire dal marasma in cui il libro sembra soffocato e travolto ci vorranno, al capezzale di questo illustre / infermo che non morrà, chissà quanti anni. Ecco perché / Arnoldo Mondadori ha bisogno di un secondo cinquantennio, altrettanto vitale, appassionato e fortunato. Ed ecco / perché di tutto cuore glie lo augura /
Luigi Santucci

Consistenza:

c. 1

Nota dell'archivista:

Il testo è scritto su recto e verso del foglio.

Tipologia fisica: foglio

Descrizione estrinseca:

Dattiloscritta.
Inchiostro rosso e nero.

Documenti

Link risorsa: http://lombardiarchivi.servizirl.it/fonds/124523/units/1516525