Condizioni poste dal comune ad Alessandro Spinazzari. (1545 gennaio 11)
Sottounità
Tipologia: fascicolo o altra unità complessa
Segnatura definitiva: b. 84, fasc. 10
Parte proposta dal consigliere Giacomo Roveglio per cui, qualora Alessandro Spinazzari non presenti entro giorni 6 la fideiussione di esenzione di ogni spesa a carico del comune, come previsto nella sua nomina del 1543 marzo 27, s’intenda eletto il prete Michele Busoni con fideiussore lo stesso Roveglio (1545 gennaio 11).
Produzione di atti precedenti: nomina da parte del consiglio del cappellano Giovanni Pegorari di Parma e di un consigliere per la comunicazione di tale nomina all’interessato (1455 gennaio 9); conferma del consiglio della nomina di Giovanni Pegorari nel tentativo di privare della cappellania il prete Baldassarre (1455 luglio 13). Proposta del consiglio al vescovo di nomina a cappellano, in seguito a morte del prete Baldassarre, del prete Antonio da “Rivoltasecca”, beneficiale in Portese, e incarico a Tonino Barberi di recarsi da lui per informarsi se intenda accettare e chiedere l’investitura al vescovo (1460 aprile 26); nomina di Giacomo Bergamini a nunzio presso il vescovo in difesa dei diritti di giuspatronato del comune (1460 aprile 27); nomina a cappellano del prete Nicola Puia di Caccavero e procura del comune a Michele Guizzerotti, Giacomo Bergamini, Marsilio Piccinelli e Tonino Barberi affinché ottengano dal vescovo l’investitura a prete Nicola (1460 aprile 28); informazioni in consiglio su tale Giovanni, sodale del defunto Baldassarre, che si è impossessato abusivamente della cappellania (1460 giugno 18); istanza del comune al vescovo perché investa il già nominato cappellano Nicola e risposta del vescovo secondo cui solo tre o quattro persone ne sostengono la candidatura (1460 settembre 7); informazioni dell’arciprete al consiglio che nessun prete vuol fare faziosità per la nomina del cappellano (1460 settembre 30). Nomina di Francesco Socio perché si rechi dal vescovo a mostrare i diritti di giuspatronato sulla cappellania e a comunicare l’elezione di prete Giovanni, figlio di Martino da Bergamo (1465 gennaio 17). Proposta dell’arciprete Alessandro Savalli, cappellano di Sant’Antonio, al comune di dedicare una cappella a Sant’Antonio ai lati dell’altar maggiore (1476 gennaio 11); altra elezione da parte del consiglio di prete Giovanni, in seguito a morte dell’arciprete Alessandro Savalli, e sindacati del comune per la presentazione al vescovo (1476 ottobre 8); corporale immissione in possesso del nuovo cappellano Giovanni da Bergamo (1476 ottobre 13); rivendicazione del prete Paolo Ameliani della cappellania come da “bolla” apostolica da lui presentata (1476 ottobre 15); dopo un intervento dell’arciprete Piccinello Piccinelli in consiglio, che si dichiara favorevole al cappellano Giovanni da Bergamo, e del procuratore del comune Cristoforo Calsoni presso il vescovo a difesa del diritto comunale, si ha un incontro dei due cappellani col vescovo e Paolo Ameliani rinuncia alla cappellania (1477 giugno 24).
Cronologia con precedenti dal 1455 gennaio 9 al 1477 giugno 24.
Copie semplici.
N. corda 10. Livi n. 177. Busta 84
Descrizione estrinseca:
Fasc., latino. Num. 1994 cc. 9 di cui numerose bb. Cons. buona.
Codici identificativi:
- MIUD0FDAD9 (PLAIN) [Verificato il 28/05/2012]
Immagini
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