Gaetano Cattaneo ad Enrico Sanclemente ([1811 gennaio 8])
Unità
Tipologia: unità documentaria
Segnatura definitiva: 8
Appena restituito al mio posto dopo il lungo e disastroso numismatico giro che ho compiuto, credei mancare al mio dovere, ed alla riconoscenza che le devo per i tratti di somma cortesia, che mi ha compartito, durante il mio soggiorno in Cremona, se non gliene dessi parte.
Riservandomi però a parlarle dell’affare intavolato, or son due mesi fra noi due, ed al quale agogno ardentemente di dare effetto mi ristringo oggi ad avvertirla, che è arrivata finalmente la Cassa che conteneva l’opera ultima di lei (49), e che fu trattenuta così lungamente nella Dogana di Bologna per una irregolarità del vetturale. Io ne ho già diramato qualche Esemplare, e spero di collocarne qualche altro fra poco, sicché Ella potrà valersi frattanto del loro ricavo, che ritengo nelle mie mani a di lei disposizione (50)[.] Bramerei solo ch’Ella mi dicesse, se è possibile a posta Corrente[,] se l’ab[at]e Incisa ne sia provveduto (51), perché nel caso contrario non voglio più a lungo ritardargli il piacere di ammirare questa ultima di lei fatica.
Gradirò moltissimo pure ch’Ella mi dica se la valutazione che aveva intrapreso a fare delle di lei Medaglie con Epoca, sia ultimata per poter discorrere de modo tenendi per il loro acquisto in favore del Gabinetto Milanese.
La prevengo per di lei norma che di esse non ne ho mai fatto parola a Millingen per toglierle qualunque sollecitaz[ion]e dal canto suo.
Gradisca le assicurazioni &c.
Nota dell'archivista:
(49) Cioè "Musei sanclementiani numismata selecta (…): cfr. supra (Introduzione).
(50) Oltre che adoperarsi per la collocazione commerciale delle pubblicazioni del Sanclemente, Cattaneo ne favorirà anche la diffusione presso numismatici e personaggi illustri, sia in Italia che all’estero, avvalendosi delle sue conoscenze nelle principali città europee. Si veda, a titolo di esempio, quanto scrive a Giuseppe Ala Ponzoni il 9 ottobre 1811 (LA GUARDIA 1985, n. 287): “Già molto p[ri]ma d’ora avrei soddisfatto all’obbligo di riscontrare il grazios=[issi]mo foglio ch’ella si compiacque di dirigermi insieme alle molte copie dell’eruditissimo estratto dell’opera di Sanclemente. Ma avendo voluto p[ri]ma farne la distribuzione, di che ella stessa mi aveva esternato il desiderio, e molte delle persone alle quali io aveva divisato di mandarla trovandosi assenti, non mi è stato possibile di farlo p[ri]ma d’ora. Ecco pertanto dove io ho stimato di collocarlo degnamente. Oltre le tre pubbliche Biblioteche della Capit=[al]e, una ho destinata al Senatore Stratico, un’altra al Senat.[or]e Luigi Castiglioni, una per ciascuno a Giang[iacom]o Trivulzio, e Marco Arese, a Gaetano Melzi, a Melerio, a Gius.[epp]e Taverna, al Prof=[essor]e C=[ont]e Casati, al Prof.[essor]e Morali, a Custodi, a Bossi Pittore ed a Bossi Pref=[ett]o degli Archivi e Biblioteche, e finalmente all’insigne Bibliografo Franc[esc]o Reina”.
(51) In alcune lettere della Corrispondenza extra – ufficio del Gabinetto Numismatico di Brera (LA GUARDIA 1985), questo personaggio viene definito “vescovo di Alessandria”, ma di lui non si è trovata traccia, con questa qualifica, nei repertori (GAMS 1957; Hierarchia catholica 1898 – 1968; Dizionario di erudizione 1840 – 1879). Potrebbe trattarsi del prelato Giambattista Beccaria Incisa Grattarola, conte di S. Stefano Belbo, nato nel 1755 da Guido Alessandro ed Anna Maria d’Incisa, la cui collezione di monete fu edita da Giulio Cordero di S. Quintino (“Recentio numorum veterum qui apud haeredes Cl. Viri Equitis ab. Joan. Baptistae Incisa e Comitibus S. Stephani Augustae Taurinorum asservantur”, Torino 1826).
Supporto: carta
Descrizione estrinseca:
Unità documentaria, copia di lettera
Codici identificativi:
- MIUD03152E (PLAIN) [Verificato il 21/10/2013]
Link risorsa: http://lombardiarchivi.servizirl.it/fonds/797/units/171850